Umanità Nova, n.38 del 1 novembre 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese
bel-lavoro@federazioneanarchica.org

SE NON ORA... QUANDO?

Dal Nord al Sud si stanno allargando forme di lotta clamorose da parte dei lavoratori, spinti dalla disperazione, per ottenere l'attenzione dei mezzi di comunicazione.
A volte funziona aiutando a risolvere positivamente le vertenze in corso, altre volte, complici anche l'oscuramento delle telecamere, la situazione aziendale non cambia.
Forse è ora di scendere dai tetti, occupare i luoghi di lavoro, riappropriarsi dei mezzi di produzione e delle ricchezze sociali che i lavoratori hanno prodotto e dalle quali vengono pesantemente esclusi.

-    Milano, stabilimenti della Innse: i primi di agosto quattro operai e un sindacalista salgono sulla cabina di una gru nello stabilimento contro la chiusura della fabbrica.
Ci rimangono per 8 giorni.
-    Marcellina (40 km da Roma), ditta 'CIM – Calci Idrate Marcellina': il 10 agosto sette operai salgono e rimangono per tre giorni su una torre di 50 metri contro l'ipotesi di licenziamento.
-    San Nicola di Melfi, stabilimento Lasme (Fiat): il 25 agosto sette operai salgono sul tetto della fabbrica per protestare contro i licenziamenti. Ci rimangono per 4 giorni.
-    Napoli, Maschio Angioino: il 28 agosto quattro operai della società 'Elettra Energia' salgono sul castello minacciando di lanciarsi di sotto o di darsi fuoco contro la minaccia di 30 licenziamenti.
-    Ascoli, stabilimento della Nevico: sei lavoratori del gruppo che produce siringhe e aghi si chiudono a fine agosto all'interno dell'azienda con l'intenzione di proseguire la protesta fino a quando le loro richieste occupazionali non verranno ascoltate.
-    Tra agosto e settembre in tutta Italia diversi comitato dei precari della scuola 'occupano' i tetti contro i tagli del ministro Gelmini: molti protestano anche in mutande, incatenandosi o con scioperi della fame.
-    Imola, Nnh (azienda bolognese controllata dalla Fiat, produce macchine per movimento terra): dal 30 agosto un operaio annuncia sciopero della fame ad oltranza contro la chiusura dello stabilimento.
-    Teverola (Caserta), pastificio Molino Chirico dal 31 agosto 51 operai sono in sciopero della fame dopo aver occupato lo stabilimento, perché da aprile non percepiscono l'indennità di cassa integrazione.
-    Cosenza, palazzo della Provincia: il 2 settembre una decina di operai della Vallecrati (società che cura la raccolta dei rifiuti nell'hinterland casentino) si barricano sul terrazzo ad oltranza per mancata corresponsione delle ultime tre mensilità.
-    Mesero (Milano), Esab Saldatura: il 2 settembre sei operai salgono sul tetto dell'azienda per manifestare contro la chiusura e lo spostamento della produzione nei Paesi dell'est Europa:
-    Battipaglia (Salerno), Alcatel-Lucent: il 7 settembre 5 operai si barricano per cinque giorni nella fabbrica e minacciano di darsi fuoco chiedendo garanzie per il posto di lavoro.
-    Acerra (Napoli), ex Montefibre: il 10 settembre 4 operai, che avevano già occupato l'aula consiliare del Comune, salgono su un silos per protestare contro il mancato avvio del piano di reindustrializzazione dell'area.
-    Paderno Dugnano (Milano), Metalli Preziosi: il 14 settembre cinque operai salgono sulla piattaforma della ciminiera di una fornace alta 40 metri per l'ipotizzata chiusura dello stabilimento.
-    Castellamare di Stabia (Napoli), Fincantieri: il 24 settembre un gruppo di operai si arrampica sul tetto dello stabilimento per chiedere tempi rapidi per l'aggiudicazione di nuove commesse che garantirebbero il lavoro ai dipendenti.
-    Sciacca (Agrigento), ospedale: il 30 settembre 29 infermieri vincitori di un concorso  due anni fa, ma ancora senza lavoro, salgono sul tetto degli uffici amministrativi per avere l'inserimento lavorativo.
-    Colleferrato, Alstom: il 6 Ottobre alcuni operai protestano per la chiusura dello stabilimento e 'trattengono' 3 menager.
-    Aulla (Massa Carrara), Municipio: il 14 ottobre lavoratori della 'Costa Mauro' azienda di trattamento dei rifiuti, occupano il tetto del comune e l'ufficio del sindaco contro ipotesi di licenziamento.
-    Lodi (Milano), Akzo Nobel: il 19 ottobre i lavoratori iniziano lo sciopero della fame per difendere il  posto di lavoro dei 184 dipendenti.

Alla Videocon di Anagni operai sul tetto e blocco della A1

Lunedì 19 ottobre 30 lavoratori della Videocon di Anagni, sono saliti sul tetto dello stabilimento per protestare contro la procedura di mobilità avviata dall'azienda che fa capo al magnate indiano Venugopal Dhoot. La Videocon occupa 1.294 operai ed è una delle industrie più importanti della zona.
Lo stabilimento, che produceva una volta schermi per televisori, era stato rilevato tre anni fa dal gruppo francese Thomson per poi passare alla Vdc del gruppo indiano di Venugopal Dhoot, per il quale aveva iniziato l'assemblaggio di televisori. Da tempo però l'attività ristagna e – a quanto si dice – ci sarebbe l'intenzione di cedere l'impianto ad altri. Da qui la decisione della proprietà di mettere in mobilità i dipendenti. La protesta, hanno detto gli operai, continuerà per tutta la notte per contestare la decisione dell'azienda che ha deciso di avviare la procedura di mobilità per 1.294 operai. Altri lavoratori hanno inoltre occupato un'ala dello stabilimento. L'atmosfera prevalente tra i manifestanti è quella della "linea dura".
Il giorno successivo, infatti, 20 Ottobre,  un corteo di circa 400 dimostranti ha invaso le corsie dell'Autostrada del Sole, all'altezza del casello di Anagni, interrompendo la circolazione stradale in entrambe le direzioni per circa due ore.
Dopo che una ulteriore trattativa era saltata, alle 15,20 di venerdì 23 ottobre gli operai della Videocon sono scesi ancora una volta sulla A1 bloccandola fino alle 20,30 quando, sotto la pressione delle solerti Forze dell'ordine, hanno liberato inizialmente la carreggiata Sud e, poco dopo, anche la Nord. «Ci hanno detto che chiuderemo, noi non volevamo arrivare a tanto, ma la situazione è esplosa, a questo punto cerchiamo un contatto con il governo, che finora ci ha ignorato, se qui, in autostrada, non si fa vivo nessuno, noi andremo avanti ad oltranza» questo hanno dichiarato i lavoratori in lotta.

Scontri ad Atene tra polizia e operai dei cantieri navali

Atene. Giovedì 15 Ottobre i lavoratori dei cantieri navali, dopo avere bloccato le uscite del Ministero del lavoro a seguito del fallimento di una trattativa, si sono duramente scontrati con la Polizia provocando il blocco temporaneo della strada principale tra Atene ed il Pireo.
La trattativa verteva sulla richiesta da parte dei lavoratori di un sussidio mensile  urgente di 1.500 euro per tutti i lavoratori dei cantieri navali di Perama, sia occupati che disoccupati, l'aumento del sussidio di disoccupazione sino all'80% dello stipendio, il pensionamento di tutti i lavoratori di età superiore ai 55 anni ed il congelamento delle rate di prestito dovute alle banche. Dopo essersi ritrovati nella piazza principale di Perama, i lavoratori avevano costituito un corteo di auto che si era diretto fino al Ministero, situato nella Peiraios street.
Qui giunti, avevano chiesto un incontro urgente con il ministro, il quale però affermava di essere già occupato in riunioni con altri sindacati ed aveva perciò chiesto due giorni di tempo per organizzare l'incontro. Questo però aveva mandato su tutte le furie i lavoratori che, in risposta, avevano bloccato le entrate del Ministero rifiutando di disperdersi.
Dopo alcuni inutili tentativi di far uscire il ministro da una entrata posteriore, la polizia aveva quindi attaccato la manifestazione con lacrimogeni e cariche, cui erano seguite alcune ore di disordini nella zona circostante, con l'innalzamento di barricate e contro cariche degli operai. Il nuovo governo Greco, a guida socialista, inizia quindi molto male i suoi rapporti con le forze sindacali nel momento in cui la crisi fa sentire i suoi tragici effetti.

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