Umanità Nova, n.39 dell'8 novembre 2009, anno 89

Mandiamoli via!


Viene chiamato «rimpatrio con foglio di via obbligatorio» e si tratta una vecchia misura di polizia risalente al regime fascista, poi riveduta nell'ambito dalla Legge 1423 del 1956 relativa alle «Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità», tanto che per molti anni è stato largamente utilizzato contro le "Bocche di rosa" di turno.
Secondo i dati ufficiali forniti del dipartimento di PS del ministero dell'Interno, nel 2006 sono stati emessi 6.367 fogli di via, nel 2007 ben 9.118, con un evidente incremento di quasi il 50 per cento. È il questore a emettere questo «biglietto di sola andata», su proposta della divisione anticrimine. Obiettivo: impedire a una persona di tornare in un certo Comune -dove non ha la residenza- senza debita autorizzazione, per un periodo massimo di 3 anni. I trasgressori al foglio di via possono essere anche arrestati. Di solito si ricorre a questa forma di diffida quando qualcuno compie un reato che non prevede l'arresto. Sovente si tratta di persone incensurate o che non hanno violato la legge, ma che il questore ritiene "intenzionate" a violarla. Talvolta all'interdizione si somma la denuncia e l'arresto.
In teoria, il foglio di via (articolo 1) dovrebbe essere preceduto dal cosiddetto "avviso orale (articolo 4) con cui il malcapitato viene avvisato che se non cambierà la sua condotta sociale sarà passibile di allontanamento; ma in realtà il preavviso molto spesso non esiste.
Negli ultimi anni, di frequente proprio questa misura repressiva è stata applicata con funzione esplicitamente politica, a danno di oppositori sociali e militanti antagonisti, ma anche trans, senzadimora e ultrà. Ultimo caso quello di Trento, a seguito dello sgombero di un'occupazione anarchica. Infatti, il 15 ottobre, dopo che polizia antisommossa aveva messo fine alla breve esperienza di autogestione dell'Assillo, sono stati decretati dei fogli di via ai danni dei 12 occupanti – non residenti a Trento – trovati all'interno dello spazio occupato, tra i quali alcuni studenti iscritti alle scuole superiori cittadine. Pochi anni orsono qualcosa del genere era accaduto nella vicina Rovereto. Ulteriori provvedimenti restrittivi -sempre con divieto di rimettere piede in città per 3 anni- sono stati emanati nei giorni successivi, con evidente scopo intimidatorio nei confronti delle proteste sollevate dallo sgombero poliziesco e dell'annunciata manifestazione indetta per sabato 7 novembre.
A Genova, pochi giorni prima, era toccato ad un compagno che a Genova aveva riconosciuto e apostrofato per strada il noto Cofferati: risultato 3 anni via dal capoluogo ligure.
Poche settimane prima, a Bologna, il questore aveva firmato il foglio di via obbligatorio per un ragazzo di 20 anni di Como, attivista dell'Onda e studente di Storia nell'ateneo emiliano, reo di aver tracciato delle scritte murali con una bomboletta spray. In estate, invece, a Sassari una "drag queen" di Prato dopo essere stata scambiata per una prostituta e trattenuta in questura per ore in questura, aveva ricevuto un foglio di via da Sassari per i soliti 3 anni.
Aldilà degli effetti immediati sul piano repressivo, volti a ostacolare e scoraggiare l'intrecciarsi delle solidarietà, da sottolineare le ulteriori ricadute di una simile pratica, sia materiali che culturali. Senza dover ricorrere a sentenze giudiziarie, si pregiudica, infatti, lo scambio di esperienze e la libertà di movimento dei soggetti considerati "a rischio" per l'ordine costituito, sino quasi a prefigurare una sorta di domicilio coatto nella città di residenza anagrafica. Una sorta di soggiorno obbligato al contrario che confina in un preciso territorio l'esistenza di una persona che vede così sovradeterminate le proprie frequentazioni, opzioni lavorative, interessi, scelte abitative, etc. che ovviamente devono risultare conformi e sottomesse alla norma dominante.
Il messaggio del potere è chiaro: non uscire dal recinto assegnato; così come lo è la nostra convinzione che non esistono recinti sufficienti a rinchiudere i sommovimenti che animano la società.

Anti

Da un punto di vista legale esiste comunque un'interessante sentenza (n. 316 del 7 ottobre 2004) emessa proprio dal TAR di Trento che ha ritenuto di annullare un foglio di via obbligatorio in quanto emesso senza accurata indagine sulla pericolosità della persona interessata (http://www.altalex.com/index.php?idnot=29124).

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