I magistrati potrebbero aver già acquisito i video che
riprendono i trattamenti ai quali è stato sottoposto Francesco
Mastrogiovanni, morto a 58 anni, legato al letto del reparto
psichiatrico dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania il 4 agosto
scorso.
Chi non ricorda il famoso film "Qualcuno volò sul nido del
cuculo" di Miloš Forman, uscito nel 1975, tratto dal romanzo omonimo di
Ken Kesey? Il titolo di quel film, che per primo ha denunciato il
trattamento inumano a cui sono sottoposti i pazienti ospitati nelle
strutture psichiatriche statali americane, è a dir poco
emblematico. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: Three
geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the
cuckoo's nest ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una
volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo"). Una
telecamera interna del reparto di psichiatria dell'ospedale San Luca di
Vallo della Lucania potrebbe essere l'oca che è volata sul nido
dove, per quattro giorni e quattro notti, si è consumata
l'agonia di Francesco Mastrogiovanni, insegnante libertario di
Castelnuovo Cilento, deceduto in circostanze misteriose in quel centro
di cura alle 7,20 dello scorso 4 agosto. Le registrazioni effettuate
dalle telecamere interne del reparto di psichiatria, utilizzate proprio
per monitorare costantemente i pazienti sottoposti ai trattamenti,
"sono già state acquisite dalla magistratura".
A darne notizia è Giuseppe Tarallo, ex presidente dell'ente
Parco che insieme ad altri amici ha dato vita al comitato spontaneo che
chiede, ormai da tre mesi, giustizia per la morte di Francesco
Mastrogiovanni: "Per quello che siamo riusciti a sapere – afferma – si
tratta di immagini scioccanti. E, se le indiscrezioni trapelate sul
contenuto di questi video dovessero essere confermate, sarebbe davvero
grave. Francesco sarebbe stato legato e tenuto a letto per quattro
giorni completamente a digiuno, fino al momento della morte. Vogliamo
giustizia, non vendetta". Mentre il governo si appresta a varare la
diciannovesima legge ad personam che estinguerebbe i processi Mills e
diritti Tv, si riesuma la salma di Stefano Cucchi, si visionano le foto
di Marcello Lonzi e si puntano, finalmente, i riflettori su un'altra
morte misteriosa: quella di Aldo Bianzino; tutti fermati e condannati a
morti oscure in strutture statali. Le popolazioni del Cilento che
ricordano con affetto Francesco Mastrogiovanni, definito dagli alunni
"il maestro più alto del mondo", attendono di sapere che cosa
sia realmente accaduto in quella stanza del reparto di psichiatria dove
un uomo alto un metro e novanta è stato legato al letto, mani e
piedi, con legacci di plastica rigida, e in quelle condizioni disumane
ha trovato la morte. "E' impossibile restare in silenzio – denuncia
Tarallo – il Cilento deve ribellarsi dinanzi a questa violenza e
chiedere giustizia, proprio come sta accadendo in questi giorni in ben
altri parti d'Italia per il caso Cucchi. La scomparsa di Francesco non
è che l'ennesimo caso di morte misteriosa e violenta
verificatasi in un struttura pubblica". Il direttore del Dipartimento
di salute mentale dell'ex Asl Sa 3 è stato già da tempo
sospeso dall'incarico e i magistrati stanno indagando sulle
modalità con cui il maestro di Castelnuovo è giunto in
ospedale. In attesa di conoscere il reale contenuto dei filmati, tra
l'opinione pubblica si diffondono alcuni interrogativi: era veramente
necessario il ricovero coatto? Chi doveva disporlo? Chi doveva vigilare
sullo stato di salute del "sorvegliato mentale"?
A.Pagliaro