Umanità Nova, n.41 del 22 novembre 2009, anno 89

Morti coatte


I magistrati potrebbero aver già acquisito i video che riprendono i trattamenti ai quali è stato sottoposto Francesco Mastrogiovanni, morto a 58 anni, legato al letto del reparto psichiatrico dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania il 4 agosto scorso.
Chi non ricorda il famoso film "Qualcuno volò sul nido del cuculo" di MiloÅ¡ Forman, uscito nel 1975, tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey? Il titolo di quel film, che per primo ha denunciato il trattamento inumano a cui sono sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture psichiatriche statali americane, è a dir poco emblematico. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo"). Una telecamera interna del reparto di psichiatria dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania potrebbe essere l'oca che è volata sul nido dove, per quattro giorni e quattro notti, si è consumata l'agonia di Francesco Mastrogiovanni, insegnante libertario di Castelnuovo Cilento, deceduto in circostanze misteriose in quel centro di cura alle 7,20 dello scorso 4 agosto. Le registrazioni effettuate dalle telecamere interne del reparto di psichiatria, utilizzate proprio per monitorare costantemente i pazienti sottoposti ai trattamenti, "sono già state acquisite dalla magistratura".
A darne notizia è Giuseppe Tarallo, ex presidente dell'ente Parco che insieme ad altri amici ha dato vita al comitato spontaneo che chiede, ormai da tre mesi, giustizia per la morte di Francesco Mastrogiovanni: "Per quello che siamo riusciti a sapere – afferma – si tratta di immagini scioccanti. E, se le indiscrezioni trapelate sul contenuto di questi video dovessero essere confermate, sarebbe davvero grave. Francesco sarebbe stato legato e tenuto a letto per quattro giorni completamente a digiuno, fino al momento della morte. Vogliamo giustizia, non vendetta". Mentre il governo si appresta a varare la diciannovesima legge ad personam che estinguerebbe i processi Mills e diritti Tv, si riesuma la salma di Stefano Cucchi, si visionano le foto di Marcello Lonzi e si puntano, finalmente, i riflettori su un'altra morte misteriosa: quella di Aldo Bianzino; tutti fermati e condannati a morti oscure in strutture statali. Le popolazioni del Cilento che ricordano con affetto Francesco Mastrogiovanni, definito dagli alunni "il maestro più alto del mondo", attendono di sapere che cosa sia realmente accaduto in quella stanza del reparto di psichiatria dove un uomo alto un metro e novanta è stato legato al letto, mani e piedi, con legacci di plastica rigida, e in quelle condizioni disumane ha trovato la morte. "E' impossibile restare in silenzio – denuncia Tarallo – il Cilento deve ribellarsi dinanzi a questa violenza e chiedere giustizia, proprio come sta accadendo in questi giorni in ben altri parti d'Italia per il caso Cucchi. La scomparsa di Francesco non è che l'ennesimo caso di morte misteriosa e violenta verificatasi in un struttura pubblica". Il direttore del Dipartimento di salute mentale dell'ex Asl Sa 3 è stato già da tempo sospeso dall'incarico e i magistrati stanno indagando sulle modalità con cui il maestro di Castelnuovo è giunto in ospedale. In attesa di conoscere il reale contenuto dei filmati, tra l'opinione pubblica si diffondono alcuni interrogativi: era veramente necessario il ricovero coatto? Chi doveva disporlo? Chi doveva vigilare sullo stato di salute del "sorvegliato mentale"?

A.Pagliaro

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