Umanità Nova, n.41 del 22 novembre 2009, anno 89

La croce portante


Le dichiarazioni del Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, M.Gelmini, sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell'Uomo, che ha stabilito che l'esposizione del crocifisso nelle pubbliche aule è contraria al diritto dei genitori di educare i figli in linea con le loro convinzioni e con il diritto dei bambini alla libertà di religione, fanno intendere, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il sottogoverno clericale in Italia è un sistema imperante e non ammette repliche. Mentre il governo, che ribadisce obbedienza ai simboli e alla tradizione cattolica, si appresta a presentare ricorso attraverso il giudice Nicola Lettieri, nasce una fumosa crociata bipartisan in difesa della supremazia pontificia. Un'altra controversia che fa infuocare i folcloristici dibattiti nei media, che da l'opportunità di utilizzare la solita solfa populista di massa e che distoglie l'attenzione da qualche poliziotto assassino o da qualche devastazione ambientale.
La discussione sarebbe anche di un certo rilievo, se stessimo parlando di un Paese dove gli edifici pubblici fossero strutture solide e sicure. Strutture dove non crollino i controsoffitti delle aule o non piombino al suolo mattoni forati e calcinacci di una parete, come successo poche settimane fa nelle scuole elementari di Castello di Godego e Pianzano di Godega di Sant'Urbano (nel trevigiano), durante le lezioni. Strutture vecchie e molto spesso inadeguate, mai ristrutturate per mancanza di fondi. I fondi mancano anche perché, mentre l'esecutivo li taglia alla scuola pubblica (8 miliardi solo ora), il parlamento impegna il governo ad aumentare mese dopo mese i finanziamenti alle scuole private. Scuole private parificate gestite da associazioni ecclesiali che sono sempre più efficienti, moderne e sicure, che garantiscono ai genitori tranquillità apparente e ai figli molti divertimenti e nessuna istruzione. Sull'esigenza di supportare le scuole paritarie, che vede impegnata sul campo la chiesa cattolica, a discapito dell'istruzione pubblica, si è realizzato un accordo statale bipartisan. Il progetto viene affrontato partendo da molto lontano, incrementando le risorse destinate al sistema paritario e creando strumenti legislativi che, con risorse aggiuntive dello Stato, realizzino interventi speciali a sostegno delle private. Durante la protesta studentesca dello scorso autunno sui tagli all'istruzione, pubblica e privata, questo disegno fu molto evidente, quando bastò l'intervento di Monsignor B. Stenco, direttore dell'ufficio CEI per l'educazione, la scuola e l'università per ripristinare immediatamente i finanziamenti alle scuole private (133,4 milioni). In quell'occasione, il vescovo rivelò anche che da qualche anno il governo rilasciava i finanziamenti troppo lentamente e che riuscivano a prelevarli con fatica emendamento dopo emendamento.
Ma lo Stato ha idee chiare al riguardo. E' previsto un mix di strumenti quali: buoni scuola per la copertura, in tutto o in parte, dei costi di iscrizione e di frequenza in scuole paritarie, detrazioni fiscali a favore delle famiglie che iscrivono i figli presso scuole paritarie in misura adeguata a ridurre significativamente gli oneri, calibrate a scalare per le famiglie con i redditi più bassi, più che raddoppiati i finanziamenti per i progetti formativi (da circa 13 milioni di euro ad oltre 30 milioni). Infine, con una formula piuttosto criptica, il governo ha già adottato diverse iniziative per recuperare le risorse mancanti affinché la situazione dei finanziamenti alla scuola paritaria per l'esercizio finanziario del 2009 ammonti sostanzialmente a circa 600 milioni di euro, 100 milioni in più rispetto all'anno precedente.
Quindi, per quanto il direttore della Sala Stampa vaticana, il gesuita F. Lombardi, sia stupito dalla sentenza di Strasburgo, e la CEI la ritenga una degenerazione in laicismo di una corte ideologizzata, con il licenziamento di 42.000 insegnanti in tre anni e l'abolizione del modulo dei 3 insegnanti su 2 classi, tagli al sistema formativo pubblico di 471 milioni solo nel 2009 per scuola e università, una scuola sempre meno qualificata che non mette i giovani in condizione di competere nel mondo del lavoro al termine dei propri studi, nelle scuole private paritarie potranno ben brillare i crocifissi in oro massiccio, con la compiacenza di tutto il sistema politico ed economico di questo Paese. E chi lotta, chi ancora ha la forza di un blitz al ministero della pubblica istruzione, viene identificato e insultato, mentre la scuola pubblica viene distrutta a colpi di croce.

'Gnazio

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