Le dichiarazioni del Ministro dell'Istruzione, Università e
Ricerca, M.Gelmini, sulla sentenza della Corte europea dei diritti
dell'Uomo, che ha stabilito che l'esposizione del crocifisso nelle
pubbliche aule è contraria al diritto dei genitori di educare i
figli in linea con le loro convinzioni e con il diritto dei bambini
alla libertà di religione, fanno intendere, se mai ce ne fosse
stato bisogno, che il sottogoverno clericale in Italia è un
sistema imperante e non ammette repliche. Mentre il governo, che
ribadisce obbedienza ai simboli e alla tradizione cattolica, si
appresta a presentare ricorso attraverso il giudice Nicola Lettieri,
nasce una fumosa crociata bipartisan in difesa della supremazia
pontificia. Un'altra controversia che fa infuocare i folcloristici
dibattiti nei media, che da l'opportunità di utilizzare la
solita solfa populista di massa e che distoglie l'attenzione da qualche
poliziotto assassino o da qualche devastazione ambientale.
La discussione sarebbe anche di un certo rilievo, se stessimo parlando
di un Paese dove gli edifici pubblici fossero strutture solide e
sicure. Strutture dove non crollino i controsoffitti delle aule o non
piombino al suolo mattoni forati e calcinacci di una parete, come
successo poche settimane fa nelle scuole elementari di Castello di
Godego e Pianzano di Godega di Sant'Urbano (nel trevigiano), durante le
lezioni. Strutture vecchie e molto spesso inadeguate, mai ristrutturate
per mancanza di fondi. I fondi mancano anche perché, mentre
l'esecutivo li taglia alla scuola pubblica (8 miliardi solo ora), il
parlamento impegna il governo ad aumentare mese dopo mese i
finanziamenti alle scuole private. Scuole private parificate gestite da
associazioni ecclesiali che sono sempre più efficienti, moderne
e sicure, che garantiscono ai genitori tranquillità apparente e
ai figli molti divertimenti e nessuna istruzione. Sull'esigenza di
supportare le scuole paritarie, che vede impegnata sul campo la chiesa
cattolica, a discapito dell'istruzione pubblica, si è realizzato
un accordo statale bipartisan. Il progetto viene affrontato partendo da
molto lontano, incrementando le risorse destinate al sistema paritario
e creando strumenti legislativi che, con risorse aggiuntive dello
Stato, realizzino interventi speciali a sostegno delle private. Durante
la protesta studentesca dello scorso autunno sui tagli all'istruzione,
pubblica e privata, questo disegno fu molto evidente, quando
bastò l'intervento di Monsignor B. Stenco, direttore
dell'ufficio CEI per l'educazione, la scuola e l'università per
ripristinare immediatamente i finanziamenti alle scuole private (133,4
milioni). In quell'occasione, il vescovo rivelò anche che da
qualche anno il governo rilasciava i finanziamenti troppo lentamente e
che riuscivano a prelevarli con fatica emendamento dopo emendamento.
Ma lo Stato ha idee chiare al riguardo. E' previsto un mix di strumenti
quali: buoni scuola per la copertura, in tutto o in parte, dei costi di
iscrizione e di frequenza in scuole paritarie, detrazioni fiscali a
favore delle famiglie che iscrivono i figli presso scuole paritarie in
misura adeguata a ridurre significativamente gli oneri, calibrate a
scalare per le famiglie con i redditi più bassi, più che
raddoppiati i finanziamenti per i progetti formativi (da circa 13
milioni di euro ad oltre 30 milioni). Infine, con una formula piuttosto
criptica, il governo ha già adottato diverse iniziative per
recuperare le risorse mancanti affinché la situazione dei
finanziamenti alla scuola paritaria per l'esercizio finanziario del
2009 ammonti sostanzialmente a circa 600 milioni di euro, 100 milioni
in più rispetto all'anno precedente.
Quindi, per quanto il direttore della Sala Stampa vaticana, il gesuita
F. Lombardi, sia stupito dalla sentenza di Strasburgo, e la CEI la
ritenga una degenerazione in laicismo di una corte ideologizzata, con
il licenziamento di 42.000 insegnanti in tre anni e l'abolizione del
modulo dei 3 insegnanti su 2 classi, tagli al sistema formativo
pubblico di 471 milioni solo nel 2009 per scuola e università,
una scuola sempre meno qualificata che non mette i giovani in
condizione di competere nel mondo del lavoro al termine dei propri
studi, nelle scuole private paritarie potranno ben brillare i
crocifissi in oro massiccio, con la compiacenza di tutto il sistema
politico ed economico di questo Paese. E chi lotta, chi ancora ha la
forza di un blitz al ministero della pubblica istruzione, viene
identificato e insultato, mentre la scuola pubblica viene distrutta a
colpi di croce.
'Gnazio