Uno degli ultimi "omicidi bianchi" sul lavoro è
avvenuto a Milano martedì 10 novembre, alle ore 12. La vittima
lavorava in una impresa di subappalto che operava nello stabile di via
Pisani, che dà sulla piazza della stazione centrale, a due passi
dalla sede regionale (organo da cui dipende il sistema di controlli
ispettivi dell'ASL), mentre si stava svolgendo il consiglio regionale
che, avvisato, ha preferito non sospendere la seduta.
Il lavoratore ucciso si chiamava Youssef Ahmed Ihab Fouad, 39 anni,
egiziano "senza permesso" che lavorava in nero, in Italia già da
due anni. È stato schiacciato dal crollo di un muro interno che
stava demolendo, al decimo piano.
A recarsi sul posto tra i primi sono stati i manifestanti dei sindacati
di base, CUB e Slai Cobas, che per l'occasione stavano protestando
contro la regione Lombardia, che non mantiene l'impegno preso di
garantire l'insediamento occupazionale ai lavoratori dell'Alfa di
Arese. I diversi partecipanti alla mobilitazione dei sindacati di base,
arrivando sul posto della "disgrazia", assistevano alla scena
allucinante di immigranti in fuga da quel luogo di lavoro per non
essere identificati nella loro condizione di "irregolarità" e di
lavoro nero.
Questi sono gli "schiavi clandestini" della nostra civiltà,
sovente additati dai mezzi di informazione e da una "sporca politica"
come delinquenti e, se fermati, rinchiusi nei lager dei CEI, senza
diritti, trattati al pari di bestie pericolose.
Sono uomini e donne che, ricattati dalle condizioni particolari in cui
si trovano, sono supersfruttati con paghe anche di 3 euro all'ora
e con zero sicurezza nel lavoro. Poi questi sono i risultati.
Il famigerato committente della ristrutturazione in questione è
la società immobiliare delle Generali, quotata in Borsa, non
certo una piccola azienda.
L'appalto, vinto da una Srl di Avigliana, ha stipulato, come è
consuetudine, decine di subappalti, spesso scollegati tra loro, come in
una "torre dei babele".
La conseguenza di queste politiche le riscontriamo nei dati che in
Lombardia dall'inizio dell'anno sono stati registrati: 180 morti sul
lavoro (lo scorso anno 200). Dei 70 mila lavoratori "ufficiali"
dell'edilizia a Milano ( si calcola almeno il doppio reali) il 43,6%
sono stranieri. Se si continua con questo trend, figuriamoci quale
saranno le conseguenze di quando l'attività per l'Expo
sarà a pieno regime.
Queste "morti bianche", che spesso hanno il colore della pelle scura,
vanno subito fermate, impedendo a negrieri senza scrupoli di lucrare
con metodi di bestiale sfruttamento, grazie alle protezioni
istituzionali.
La Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese