A cura di Raffaele
Il 6 novembre scorso decine di palestinesi, abitanti di Bil'in e dei
paesi vicini, insieme ai compagni di "Anarchici contro il Muro" e ad
attivisti internazionali, hanno raggiunto il muro di separazione fatto
costruire dal governo israeliano all'interno dei territori occupati.
Molti di loro recavano cartelli per chiedere la liberazione di Adeeb
Abu Rahmah, membro del comitato popolare contro il muro nelle galere
israeliane da luglio. Molti indossavano anche una maglietta con la
scritta "From Berlin to Bil'in, the wall shall fall" ("Da Berlino a
Bl'in, il muro cadrà"). Con l'aiuto di un camion, è stata
abbattuta una parte del muro, per sottolineare il fatto che, anche se
sembra un'idea molto lontana dalla realtà, nella pratica non
è così impossibile. È la prima volta da quando
Israele ha iniziato la sua costruzione, nel 2002, che si riesce a
creare un varco all'interno della parete di cemento armato. Dopo
l'abbattimento sono entrati in azione i militari israeliani, sparando
lacrimogeni e proiettili di gomma (il cui uso, dopo l'uccisione di Akil
Sadek Srur il 5 giugno scorso, era stato ridotto). Non riuscendo a
disperdere i manifestanti, la polizia ha effettuato anche delle
cariche, inseguendo i palestinesi nei campi, ma fortunatamente non vi
sono stati né feriti né arresti.
Fonti:
www.awalls.org
www.bilin-village.org
Martedì 12 novembre compagni anarchici e antifascisti hanno
organizzato una manifestazione per bloccare un corteo nazista che
avrebbe dovuto attraversare il centro di Varsavia. Altre associazioni e
sindacati avevano preso una piazza per un presidio pacifico e un
volantinaggio. Ci sono stati scontri sia con i fascisti, sia con la
polizia che ha sparato gas lacrimogeni ad altezza uomo e picchiato con
i manganelli. 14 persone sono state arrestate, di cui 7 erano ancora in
carcere due giorni dopo la manifestazione.
Fonti:
http://ainfos.ca
http://cia.bzzz.net/english_news
A Izhevsk agenti dell'antiterrorismo russo (CPE) stanno portando
avanti delle pesanti accuse - palesemente false - contro alcuni
compagni di Autonomous Action, gruppo anarchico antifascista. Le accuse
sono di terrorismo e procurato allarme, per via di un allarme bomba
partito da un telefono pubblico. La bomba sarebbe stata collocata lungo
il percorso di una marcia di fascisti, presso il Medical College. Due
compagni e una compagna di Autonomous Action sono stati prelevati dalle
case e messi in carcere senza mandato e senza avere la
possibilità di chiamare un avvocato. Le loro case sono state
perquisite e molti oggetti e pubblicazioni sottratti. I compagni sono
stati oggetto di pressioni psicologiche e fisiche. Il gruppo Autonomous
Action di Izhevsk ha lanciato un appello internazionale per chiedere
solidarietà e far conoscere la situazione repressiva.
Fonti:
http://ainfos.ca
www.avtonom.org
Lo scorso 4 settembre, cinque attiviste/i dell'ASI-AIT (sezione
serba dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori) sono state/i
arrestate/i a Belgrado ed accusate/i di aver scritto delle "A"
cerchiate e di aver gettato due bottiglie molotov davanti l'Ambasciata
greca a sostegno di un militante anarchico greco imprigionato, azione
fra l'altro rivendicata da un altro gruppo anarchico, chiamato "Il Sole
nero". I cinque anarcosindacalisti sono state/i incolpate/i di
"terrorismo internazionale" e rischiano 15 anni di prigione. Lo stato
serbo si augura di riuscire a mettere a tacere queste/i militanti
coinvolte/i nelle lotte, a favore di posizioni chiaramente
antinazionaliste, e che subiscono già le minacce e le
aggressioni violente di diversi gruppi di estrema destra, che sono
raramente indagati. La Federazione Anarchica francofona esprimere la
propria solidarietà alle/i compagne/i imprigionate/i, e reclama
la loro liberazione immediata e l'abbandono di tutti i procedimenti
contro di loro.
Segretariato delle relazioni internazionali della Federazione Anarchica
http://www.federation-anarchiste.org
http://www.iaf-ifa.org/