Diceva Emile Durkheim, che nella società "è la forma
del tutto che determina quella delle parti". E' triste pensare di
vivere in una società il cui grado di frustrazione è
così alto da ripercuotersi a cascata fino a sfogarsi sul
segmento terminale più debole e meno tutelato. Per valutare il
grado di civiltà di un Paese occorre verificare le
condizioni delle sue carceri, ma anche degli ospedali
psichiatrici, dei centri di prima accoglienza, delle
caserme, di tutti quei luoghi in cui il rapporto è
asimmetrico e rigidamente gerarchico, dove si evidenziano le
contraddizioni di un Paese che si definisce democratico, ma fa ricorso
alla forza fisica per risolvere "civilmente" i problemi. Le vittime di
soprusi atavici di un potere che corrompe non solo chi ne è
investito, ma anche coloro che devono soggiacervi si trasformano
in carnefici, sfogando sui più deboli e sui diversi
le loro insoddisfazioni.
Anche Francesco Mastrogiovanni era una persona dolce e problematica,
con una storia difficile alle spalle, ed è morto per edema
polmonare, alle 7,20 dello scorso 4 agosto, dopo essere stato costretto
a stare per 80 ore coi polsi e le caviglie strette dai legacci, in un
letto di contenzione, in una posizione innaturale in cui la normale
funzione respiratoria è compromessa, alimentato solo attraverso
le flebo, presso l'ospedale San Luca di Vallo della Lucania, in
provincia di Salerno. Nei video delle telecamere dell'ospedale, che
hanno ripreso l'agonia del maestro libertario, allegati al fascicolo
giudiziario, tutta l'indifferenza, il disprezzo e l'oltraggio verso una
creatura, una persona fragile bisognosa di cure e di attenzioni. Le
indagini vanno avanti e l'adesione di centinaia di cittadini al
comitato "Verità e Giustizia per Franco" non registra pause. In
questi giorni i magistrati hanno emesso diciannove misure cautelari di
sospensione temporanea dalla professione (7 medici e 12
infermieri), in pratica l'intero reparto di psichiatria dell'ospedale
di Vallo della Lucania risulta essere indagato per un omicidio che,
insieme a quello di Stefano Cucchi, Aldo Bianzino, Federico Aldovrandi
e di molti altri costituiscono la Spoon River del mondo carcerario
italiano e del sistema poliziesco e repressivo dello Stato. Il Pm
Francesco Rotondo che ha visionato la relazione del medico legale Adamo
Maiese cofirmata dallo psichiatra Giuseppe Ortano, ha chiesto al Gip,
Nicola Marrone, di procedere agli interrogatori di garanzia,
obbligatori in quanto si tratta di pubblici ufficiali, che sono stati
fissati per la prima settimana di dicembre. Un'altra importante
novità è la dichiarazione dell'avv. Caterina
Mastrogiovanni, cugina del maestro, la quale ha ribadito che la sua
famiglia non ha mai contattato il sindaco di Pollica,
Angelo Vassallo, smentendo in modo categorico le
dichiarazioni rilasciate dallo stesso al giornale "Il Cilento" (ottobre
2009) e ribadite in un videofilmato visionabile su You tube,
in cui egli afferma che i familiari di Mastrogiovanni lo
avrebbero sollecitato più volte a disporre il trattamento
sanitario obbligatorio nei confronti di Franco. Un'ulteriore
contestazione dell'avvocato di famiglia riguarda la dichiarazione dei
sanitari contenuta nella cartella clinica nella quale si
legge: "Non si somministra terapia. Perché dormiva spesso,
quindi era tranquillo". Allora perché, ci chiediamo tutti, non
gli hanno tolto i legacci ogni tanto? Cambiando posizione avrebbe
respirato meglio, si sarebbe salvato e avrebbe continuato a
vivere e a lottare, con il suo disordine discreto e a chiedere a chi
avrebbe dovuto curarlo nei giorni dell'ennesimo ricovero: dov' è
finito il vostro cuore?
Angelo Pagliaro
Per info: www.giustiziaperfranco.it