Umanità Nova, n.42 del 29 novembre 2009, anno 89

19 indagati per psichiatria


Diceva Emile Durkheim, che nella società "è la forma del tutto che determina quella delle parti". E' triste pensare di vivere in una società il cui grado di frustrazione è così alto da ripercuotersi a cascata fino a sfogarsi sul segmento terminale più debole e meno tutelato. Per valutare il grado di civiltà  di un Paese occorre verificare le condizioni delle sue carceri,  ma anche degli ospedali psichiatrici,  dei centri di prima accoglienza, delle caserme,  di tutti quei luoghi in cui il rapporto è asimmetrico e rigidamente gerarchico, dove si evidenziano le contraddizioni di un Paese che si definisce democratico, ma fa ricorso alla forza fisica per risolvere "civilmente" i problemi. Le vittime di soprusi atavici di un potere che corrompe non solo chi ne è investito, ma anche coloro che devono soggiacervi si trasformano in  carnefici, sfogando sui più deboli e sui diversi  le loro insoddisfazioni.
Anche Francesco Mastrogiovanni era una persona dolce e problematica, con una storia difficile alle spalle,  ed è morto per edema polmonare, alle 7,20 dello scorso 4 agosto, dopo essere stato costretto a stare per 80 ore coi polsi e le caviglie strette dai legacci, in un letto di contenzione, in una posizione innaturale in cui la normale funzione respiratoria è compromessa, alimentato solo attraverso le flebo, presso l'ospedale San Luca di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. Nei video delle telecamere dell'ospedale, che hanno ripreso l'agonia del maestro libertario, allegati al fascicolo giudiziario, tutta l'indifferenza, il disprezzo e l'oltraggio verso una creatura, una persona fragile bisognosa di cure e di attenzioni. Le indagini vanno avanti e l'adesione di centinaia di cittadini al comitato "Verità e Giustizia per Franco" non registra pause. In questi giorni i magistrati hanno emesso diciannove misure cautelari di sospensione temporanea  dalla professione (7 medici e 12 infermieri), in pratica l'intero reparto di psichiatria dell'ospedale di Vallo della Lucania risulta essere indagato per un omicidio che, insieme a quello di Stefano Cucchi, Aldo Bianzino, Federico Aldovrandi e di molti altri costituiscono la Spoon River del mondo carcerario italiano e del sistema poliziesco e repressivo dello Stato. Il Pm Francesco Rotondo che ha visionato la relazione del medico legale Adamo Maiese cofirmata dallo psichiatra Giuseppe Ortano, ha chiesto al Gip, Nicola Marrone, di procedere agli interrogatori di garanzia, obbligatori in quanto si tratta di pubblici ufficiali, che sono stati fissati per la prima settimana di dicembre. Un'altra importante novità è la dichiarazione dell'avv. Caterina Mastrogiovanni, cugina del maestro, la quale ha ribadito che la sua famiglia  non ha mai contattato il sindaco di Pollica, Angelo  Vassallo, smentendo  in modo categorico le dichiarazioni rilasciate dallo stesso al giornale "Il Cilento" (ottobre 2009) e ribadite in un videofilmato visionabile su You tube,  in  cui egli afferma che i familiari di Mastrogiovanni lo avrebbero sollecitato più volte a disporre il trattamento sanitario obbligatorio nei confronti di Franco. Un'ulteriore contestazione dell'avvocato di famiglia riguarda la dichiarazione dei sanitari  contenuta nella cartella clinica  nella quale si legge:  "Non si somministra terapia. Perché dormiva spesso, quindi era tranquillo". Allora perché, ci chiediamo tutti, non gli hanno tolto i legacci ogni tanto? Cambiando posizione avrebbe respirato meglio, si sarebbe salvato e  avrebbe continuato a vivere e a lottare, con il suo disordine discreto e a chiedere a chi avrebbe dovuto curarlo nei giorni dell'ennesimo ricovero: dov' è finito il vostro cuore?

Angelo Pagliaro  
Per info: www.giustiziaperfranco.it

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