Sabato 21 novembre è stata la giornata dell'annunciata
manifestazione antifascista per la chiusura della sede di Casa Pound
indetta dal Comitato Antifascista Montanara alla presenza di tutte le
forze antifasciste della città di Parma e di tantissimi abitanti
del quartiere e cittadine/i di Parma.
I manifestanti sono stati più di mille con la partecipazione di
compagni di altre città. La manifestazione si è
trasformata in una 'festa di popolo' decisa, comunicativa e chiara nei
contenuti: associazioni partigiane, studenti, lavoratori, compagni,
gente comune hanno preso parte alla mobilitazione per le vie del
quartiere che è riuscita ad avere la massima solidarietà
da parte degli abitanti.
Questi hanno manifestato la loro adesione attraverso bandiere e
vessilli rossi alle finestre, messaggi di solidarietà e aiuto
concreto durante il percorso. Circa 20 camionette dei carabinieri e
della polizia hanno blindato fin dalla mattina la sede fascista di Casa
Pound in via Iacchia, che porta ancora i segni dell'attività di
contrasto degli antifascisti (scritte, manifesti, cartelli, azioni)
all'interno della quale circa 150 militanti del gruppo, provenienti da
tutta Italia e capeggiati dal leader Gianluca Iannone, hanno svolto in
modo provocatorio, una riunione nazionale di compleanno del gruppo
neofascista alle ore 17, quando il corteo partiva alle ore 14.30 nello
stesso quartiere, a pochi passi dalla sede.
Nessun contatto tra gli antifascisti e Casa Pound, ma solo qualche
infiltrato della polizia che ha cercato di alzare la tensione con esito
negativo. Il servizio d'ordine della manifestazione ha impedito che la
situazione degenerasse. Chiara la strategia della questura: nei giorni
precedenti la manifestazione si sono susseguiti allarmismi agli
abitanti per il timore di scontri, amplificati dai mezzi di
comunicazione locali che hanno soffiato sul fuoco. Tanti gli interventi
e i cori soprattutto nelle vicinanze della sede fascista. Una bella
iniziativa popolare, mentre i fascisti "festeggiavano" un buon non
compleanno tra camionette e luci blu.
Tanti i cartelli e gli slogan riferiti alle barricate antifascite a
Parma del 1922, a Parma come città antifascista e che chiedevano
la chiusura della sede di Casa Pound.
I compagni anarchici hanno partecipato al corteo, pur non
condividendone - alla fine di esso - certe derive istutuzionali,
distribuendo un volantino allo scopo di legare il contrasto a Casa
Pound ad una mobilitazione ampia contro il fascismo ed il razzismo
istituzionali, diffidando da politici e sindacalisti burocrati. La
manifestazione è solo l'apice di una serie di mobilitazioni
indette dai compagni di Parma nel corso degli ultimi mesi.
Christian del gruppo Cieri / FAI di Parma
Due studenti del Liceo Scientifico "Marinelli" di Udine si sono
visti notificare un decreto penale di condanna a 15 giorni di arresto
(commutati in una multa di 570 euro a testa) per "violenza privata ed
interruzione di pubblico servizio", a seguito dell'occupazione della
scuola avvenuta nell'ottobre 2008 nel corso delle proteste contro la
"riforma" Gelmini.
È forse il primo caso in Italia di una occupazione di scuola che
viene sanzionata penalmente (perfettamente in linea però con il
clima di repressione sempre più pesante che stiamo respirando).
La notizia ha destato sconcerto e sdegno in città. Oltretutto
l'occupazione era stata praticamente concordata con il Preside e la
"violenza privata" si riduce ad un lucchetto che bloccava una porta! Lo
stesso Preside nega di aver presentato denuncia e si è detto
"sgomento" alla notizia.
La mattina dell'occupazione la polizia aveva identificato i
partecipanti e pare che la denuncia sia andata avanti d'ufficio. I
condannati sono gli unici due studenti maggiorenni (pare però
che siano stati denunciati al Tribunale dei Minori anche una quindicina
di studenti minorenni, il loro caso verrà trattato a parte). I
condannati hanno presentato ricorso ed ora si sta organizzando la
mobilitazione contro questo indegno atto di repressione.
Mauro De Agostini
Verona è una ben strana città: ha un sindaco
condannato per istigazione all'odio razziale, per le cui piazze da
sempre scorrazzano impuniti nazifascisti di ogni risma, dove si
può scegliere tra ben due ritrovi di squadristi tricolorati,
mentre non si contano le legali misure discriminatorie contro
immigrati, rom, gay, lesbiche, trans… eppure, anche dopo innumerevoli
aggressioni e quella, omicida, a Nicola Tommasoli per mano fascista, le
cosiddette istituzioni preferiscono accanirsi contro quanti si
oppongono a tali derive autoritarie e razziste. Quest'estate, a
distanza di oltre un anno, c'è stata un'ondata di perquisizioni
(15) e denunce (11) contro antifascisti/e, sia di tendenza
comunista che anarchica, di Verona, Rovereto, Padova, Genova, Mestre,
Bergamo, Treviso, Torino e Brescia, ritenuti responsabili di alcune
azioni dimostrative compiute durante il corteo antifascista svoltosi
nel capoluogo scaligero il 17 maggio 2008, in risposta
all'insopportabile assassinio di Nicola.
Adesso, due antifascisti veronesi, già oggetto di tale
operazione repressiva sono finiti in carcere con l'imputazione di aver
messo, cinque mesi fa, le mani addosso ad un noto forzanovista che nel
2005 era stato protagonista di un'altra aggressione, per di più
armato di coltello.
Il tutto mentre il sindaco Tosi continua a fare imperterrito il
sindaco, i cattofondamentalisti imperversano e gli assassini di Nicola
sono pressoché liberi, nonostante la condanna a loro carico.
Nelle scorse settimane si sono tenute iniziative di solidarietà
antifascista a Verona, Padova, Mestre e Bassano, alle quali hanno
partecipato anche gli anarchici/anarchiche di Aranea; ma l'aria
è pesante per tutti coloro che non vogliono arrendersi a tale
panorama; tanto più che si vocifera persino di un prossimo
"sbarco" di CasaPound in laguna.
redVE
Nella serata di sabato 21 novembre alla cooperativa Infrangibile di
Piacenza, luogo di ritrovo abituale di giovani di sinistra, tre
fascisti noti in città e legati probabilmente a Forza Nuova
hanno fatto irruzione cantando canzoni fasciste. All'invito dei
presenti - che non hanno reagito alla provocazione - ad andarsene, uno
di loro ha estratto un serramanico che ha usato contro due ragazzi,
colpendone uno alla faccia e uno al collo. I due ragazzi non sono in
gravi condizioni. Il 21enne autore dell'aggressione è stato
quasi subito arrestato. Dagli articoli di stampa si intuisce che si sta
cercando di far passare quest'ennesima aggressione fascista come una
semplice rissa tra giovani coetanei.
Mentre andiamo in stampa i compagni stanno tenendo un'assemblea per decidere le mobilitazioni [ndr]
Christian del gruppo Cieri / FAI di Parma
Il Castorama del centro Navile di Bologna intende chiudere il prossimo 31 dicembre e licenziare tutti i precari.
Che non hanno però alcuna intenzione di chiudere la partita.
Quindici lavoratori hanno dato vita a un comitato autorganizzato e,
dopo avere raccolto circa 500 firme tra i clienti, il 17 e il 21
novembre novembre hanno bloccato l'attività per alcune ore con
scioperi improvvisi che hanno coinvolto la quasi totalità dei
lavoratori (anche a tempo indeterminato) e un corteo interno
Tra le richieste dei lavoratori l'assunzione a tempo indeterminato o un
accordo di riassorbimento da parte dell'azienda che verrà a
occupare la sede del Navile, probabilmente MercatoneUno. Un nuovo
sciopero è previsto per il 28 novembre.
RedB
Dopo 13 anni di attività e tre anni di trattativa continua la
lotta del centro autogestito il Lazzaretto, il cui stabile sarà
demolito entro l'anno per permettere una cementificazione del
territorio che non conosce soste. Lunedì 23 novembre attivisti e
simpatizzanti hanno dato vita a un presidio di fronte al Comune per
impedire lo sgombero e per ottenere un nuovo spazio che risponda ai
bisogni di una realtà culturale e politica storica nel panorama
bolognese. Vi hanno partecipato centinaia di persone, che hanno anche
interrotto il Consiglio comunale, esigendo risposte concrete
all'ennesimo attacco contro gli spazi sociali: le risposte sono state
interlocutorie, ma ora la trattativa è aperta.
Nel corso della stessa giornata un picchetto ha bloccato uno sfratto in
via Zaniboni di una famiglia monoreddito incapace di sostenere
l'affitto a causa della crisi. Il 4 dicembre i movimenti di lotta per
la casa a livello nazionale hanno indetto una giornata contro gli
sfratti. Anche in Emilia Romagna ci saranno iniziative per chiedere il
blocco degli sfratti e politiche che vadano a colpire la rendita.
[Per un nostro errore, il report della scorsa settimana sul day
of action a Bologna mancava di un'informazione: l'iniziativa era
promossa dai gruppi della FAI dell'Emilia-Romagna. Ce ne scusiamo con i
compagni e i lettori]
RedB
L'otto novembre quattro compagni, provenienti da una serata di
gozzoviglia al PerlaNera, tra cui due ragazze e due ragazzi, uno del
laboratorio anarchico PerlaNera e tre del CSA Lacandona di Valenza,
decidono di andare al csa Crocevia per bere l'ultima birra. Accade che,
per futili motivi, si anima un diverbio (complice anche l'ora tarda e i
postumi della serata), ma a questo punto avviene inspiegabilmente che
un numero imprecisato di individui, circa 20 persone, del Crocevia,
assaltano brutalmente 3 compagni (una delle giovani ragazze era
scappata fuori, perchè da poco aveva subito un operazione alla
bocca).
Il pestaggio è avvenuto mentre i compagni erano trattenuti da
alcuni e picchiati dagli altri. Lo stesso metodo praticato dalla
polizia a Genova 2001! Lo stesso metodo praticato nelle carceri dagli
aguzzini! Lo stesso metodo dei regimi autoritari!
Alcuni fatti sconcertano, perchè come persone da tempo impegnate
contro le ingiustizie e per l'emancipazione sociale pensavamo di avere
delle certezze; chi lotta per una maggiore libertà ha un'etica
chiara, una lealtà inoppugnabile. Purtroppo non è
così!
Cessato il pestaggio i tre superstiti fanno il resoconto: uno ha un
taglio alla fronte e ricorda come mentre tentava di uscire dal centro,
cadeva e veniva ritrascinato dentro e nuovamente picchiato; la ragazza
sanguinante dal naso è stata prima sbattuta e terra e poi
travolta, persino calpestata da chi, preso dalla foga, si dirigeva
verso i compagni; il terzo aveva il naso rotto e vistose escoriazioni.
Tutti erano pieni di ematomi e ciò è documentato dalla
visita al pronto soccorso.
Noi veniamo dai C.S.A. e sappiamo fin troppo bene, per esperienza
che a fine serata a volte capita di dover mettere alla porta qualcuno,
anche con modi non gentili, ma altra cosa è inscenare un
pestaggio!
Chi lo fa deve assumersi tutte le responsabilità conseguenti!
L'azione vigliacca può spiegarsi (per così dire) solo con
i contrasti politici tra chi come noi anarchici e libertari crede che
le lotte devono essere antiautoritarie e seguire il principio
dell'unità nella diversità e chi, come il Crocevia, crede
che i movimenti devono essere omologati, e possibilmente egemonizzati
da loro.
Sapere che molti dei responsabili del pestaggio sono addestrati alla
palestra Uppercut, progetto sociale ampliamente sponsorizzato dal
Crocevia, ci fa star male; quale senso sportivo si insegna? Quale
prospettiva sociale?
Lo sport è innanzitutto equità e lealtà! Pensiamo
che in questi tempi dove i principi della destra quali: "la forza ha
sempre ragione, la fisicità innanzitutto, il culto della
supremazia e della prevaricazione" hanno la meglio, uno dei doveri di
chi si ritiene antagonista alla logica del privilegio è non
essere mai aggressore; con questo non vogliamo sposare tesi
non-violente ma ricordare che se l'unico modo di agire passa attraverso
la prepotenza e l'intimidazione verbale e fisica il confine con la
destra diventa quasi insignificante.
Viviamo tempi tristi dove le condizioni di vita delle classi povere
sono sempre più misere, i privilegi economici, militari e
politici hanno la meglio, dove il razzismo ha sempre più spazio:
noi pensiamo che sia necessario un fronte variegato e antagonista
contro tutto questo, e tali "episodi" sconcertano!
I meccanismi che hanno permesso la violenza razziale di questi anni
vanno ricercati nell'insicurezza sociale e nell'assenza di un
riferimento etico (si sa chi non ci piace ma mai cosa si vuole
davvero), le persone non si sentono in grado di cambiare il presente,
si entra così in una spirale che alimenta l'odio contro la
diversità: di credo, aspetto fisico e look. Nasce così la
premessa che porta a sfogare le frustazioni con chi ti sta vicino che
è come te, anzi più debole e indifeso. Si crea
così uno da odiare, da poter punzecchiare, da deridere e anche
da aggredire.
Pensiamo veramente che questi meccanismi non siano annidati in certe teste!
Ma se proviamo a sostituire il nemico vero con un altro c.s.a. o
con persone che hanno altre idee riconosciamo le stesse dinamiche.
Per questo è necessario essere chiari ed è dovere dei
compagni più anziani avere la massima vigilanza! Siamo
antirazzisti non perchè ci piacciono di più gli stranieri
o le loro religioni, ma perchè combattiamo l'ingiustizia e il
privilegio! Siamo antifascisti non perchè non ci piace la faccia
di Mussolini ma perchè combattiamo chi ci impone il suo punto di
vista, il culto della forza e dell'aggressione.
Non vogliamo con ciò buttare via il bambino con l'acqua sporca,
abbiamo condiviso lotte e ci siamo trovati insieme nei movimenti di
massa... ma abbiamo constatato che nella pratica del Crocevia il fine
giustifica i mezzi e queste persone sono portatori di atteggiamenti
politici aggressivi, settari e autoritari.
Questa analisi è il frutto di una riunione, dove erano presenti
anche persone non appartenenti al movimento anarchico e libertario.
Visti questi atteggiamenti del Crocevia non ci stupiremmo se, in
seguito a queste dichiarazioni non ci troveremo a subire azioni di
rappresaglia nei nostri riguardi. A questo proposito specifichiamo che
questo documento è il frutto unitario di un ampio confronto ma
poi individualmente i gruppi e le persone sono liberi di rispondere
alla violenza, rispettando la propria etica e comportandosi
coerentemente con i propri fini (noi li abbiamo!).
Sappiamo che i fatti verranno messi in discussione con tesi di fantasia
per giustificare l'ingiustificabile arrampicandosi sugli specchi, ma al
Crocevia quella sera si era svolto un concerto, per ciò anche le
pietre sapevano che c'èra tanta gente e non è detto che
prevalga sempre l'omertà e poi, lividi e referti medici parlano
chiaro.
Laboratorio anarchico
PerlaNera
CSA Lacandona
USI-Alessandria
Individualità anarchiche
Ass. Comitato lavoratori cileni in esilio
Ass. Immigrati di Alessandria e Provincia