Umanità Nova, n.42 del 29 novembre 2009, anno 89

informAzione


Parma. Manifestazione antifascista

Sabato 21 novembre è stata la giornata dell'annunciata manifestazione antifascista per la chiusura della sede di Casa Pound indetta dal Comitato Antifascista Montanara alla presenza di tutte le forze antifasciste della città di Parma e di tantissimi abitanti del quartiere e cittadine/i di Parma.
I manifestanti sono stati più di mille con la partecipazione di compagni di altre città. La manifestazione si è trasformata in una 'festa di popolo' decisa, comunicativa e chiara nei contenuti: associazioni partigiane, studenti, lavoratori, compagni, gente comune hanno preso parte alla mobilitazione per le vie del quartiere che è riuscita ad avere la massima solidarietà da parte degli abitanti.
Questi hanno manifestato la loro adesione attraverso bandiere e vessilli rossi alle finestre, messaggi di solidarietà e aiuto concreto durante il percorso. Circa 20 camionette dei carabinieri e della polizia hanno blindato fin dalla mattina la sede fascista di Casa Pound in via Iacchia, che porta ancora i segni dell'attività di contrasto degli antifascisti (scritte, manifesti, cartelli, azioni) all'interno della quale circa 150 militanti del gruppo, provenienti da tutta Italia e capeggiati dal leader Gianluca Iannone, hanno svolto in modo provocatorio, una riunione nazionale di compleanno del gruppo neofascista alle ore 17, quando il corteo partiva alle ore 14.30 nello stesso quartiere, a pochi passi dalla sede.
Nessun contatto tra gli antifascisti e Casa Pound, ma solo qualche infiltrato della polizia che ha cercato di alzare la tensione con esito negativo. Il servizio d'ordine della manifestazione ha impedito che la situazione degenerasse. Chiara la strategia della questura: nei giorni precedenti la manifestazione si sono susseguiti allarmismi agli abitanti per il timore di scontri, amplificati dai mezzi di comunicazione locali che hanno soffiato sul fuoco. Tanti gli interventi e i cori soprattutto nelle vicinanze della sede fascista. Una bella iniziativa popolare, mentre i fascisti "festeggiavano" un buon non compleanno tra camionette e luci blu.
Tanti i cartelli e gli slogan riferiti alle barricate antifascite a Parma del 1922, a Parma come città antifascista e che chiedevano la chiusura della sede di Casa Pound.
I compagni anarchici hanno partecipato al corteo, pur non condividendone - alla fine di esso - certe derive istutuzionali, distribuendo un volantino allo scopo di legare il contrasto a Casa Pound ad una mobilitazione ampia contro il fascismo ed il razzismo istituzionali, diffidando da politici e sindacalisti burocrati. La manifestazione è solo l'apice di una serie di mobilitazioni indette dai compagni di Parma nel corso degli ultimi mesi.

Christian del gruppo Cieri / FAI di Parma

Udine. Studenti condannati per l'occupazione di una scuola!

Due studenti del Liceo Scientifico "Marinelli" di Udine si sono visti notificare un decreto penale di condanna a 15 giorni di arresto (commutati in una multa di 570 euro a testa) per "violenza privata ed interruzione di pubblico servizio", a seguito dell'occupazione della scuola avvenuta nell'ottobre 2008 nel corso delle proteste contro la "riforma" Gelmini.
È forse il primo caso in Italia di una occupazione di scuola che viene sanzionata penalmente (perfettamente in linea però con il clima di repressione sempre più pesante che stiamo respirando). La notizia ha destato sconcerto e sdegno in città. Oltretutto l'occupazione era stata praticamente concordata con il Preside e la "violenza privata" si riduce ad un lucchetto che bloccava una porta! Lo stesso Preside nega di aver presentato denuncia e si è detto "sgomento" alla notizia.
La mattina dell'occupazione la polizia aveva identificato i partecipanti e pare che la denuncia sia andata avanti d'ufficio. I condannati sono gli unici due studenti maggiorenni (pare però che siano stati denunciati al Tribunale dei Minori anche una quindicina di studenti minorenni, il loro caso verrà trattato a parte). I condannati hanno presentato ricorso ed ora si sta organizzando la mobilitazione contro questo indegno atto di repressione.

Mauro De Agostini

Veneto. Repressione contro l'antifascismo

Verona è una ben strana città: ha un sindaco condannato per istigazione all'odio razziale, per le cui piazze da sempre scorrazzano impuniti nazifascisti di ogni risma, dove si può scegliere tra ben due ritrovi di squadristi tricolorati, mentre non si contano le legali misure discriminatorie contro immigrati, rom, gay, lesbiche, trans… eppure, anche dopo innumerevoli aggressioni e quella, omicida, a Nicola Tommasoli per mano fascista, le cosiddette istituzioni preferiscono accanirsi contro quanti si oppongono a tali derive autoritarie e razziste. Quest'estate, a distanza di oltre un anno, c'è stata un'ondata di perquisizioni (15)  e denunce (11) contro antifascisti/e, sia di tendenza comunista che anarchica, di Verona, Rovereto, Padova, Genova, Mestre, Bergamo, Treviso, Torino e Brescia, ritenuti responsabili di alcune azioni dimostrative compiute durante il corteo antifascista svoltosi nel capoluogo scaligero il 17 maggio 2008, in risposta all'insopportabile assassinio di Nicola.
Adesso, due antifascisti veronesi, già oggetto di tale operazione repressiva sono finiti in carcere con l'imputazione di aver messo, cinque mesi fa, le mani addosso ad un noto forzanovista che nel 2005 era stato protagonista di un'altra aggressione, per di più armato di coltello.
Il tutto mentre il sindaco Tosi continua a fare imperterrito il sindaco, i cattofondamentalisti imperversano e gli assassini di Nicola sono pressoché liberi, nonostante la condanna a loro carico.
Nelle scorse settimane si sono tenute iniziative di solidarietà antifascista a Verona, Padova, Mestre e Bassano, alle quali hanno partecipato anche gli anarchici/anarchiche di Aranea; ma l'aria è pesante per tutti coloro che non vogliono arrendersi a tale panorama; tanto più che si vocifera persino di un prossimo "sbarco" di CasaPound in laguna.

redVE

Piacenza. Due compagni accoltellati dai fascisti

Nella serata di sabato 21 novembre alla cooperativa Infrangibile di Piacenza, luogo di ritrovo abituale di giovani di sinistra, tre fascisti noti in città e legati probabilmente a Forza Nuova hanno fatto irruzione cantando canzoni fasciste. All'invito dei presenti - che non hanno reagito alla provocazione - ad andarsene, uno di loro ha estratto un serramanico che ha usato contro due ragazzi, colpendone uno alla faccia e uno al collo. I due ragazzi non sono in gravi condizioni. Il 21enne autore dell'aggressione è stato quasi subito arrestato. Dagli articoli di stampa si intuisce che si sta cercando di far passare quest'ennesima aggressione fascista come una semplice rissa tra giovani coetanei.
Mentre andiamo in stampa i compagni stanno tenendo un'assemblea per decidere le mobilitazioni [ndr]

Christian del gruppo Cieri / FAI di Parma

Bologna. I precari dicono no ai licenziamenti

Il Castorama del centro Navile di Bologna intende chiudere il prossimo 31 dicembre e licenziare tutti i precari.
Che non hanno però alcuna intenzione di chiudere la partita.
Quindici lavoratori hanno dato vita a un comitato autorganizzato e, dopo avere raccolto circa 500 firme tra i clienti, il 17 e il 21 novembre novembre hanno bloccato l'attività per alcune ore con scioperi improvvisi che hanno coinvolto la quasi totalità dei lavoratori (anche a tempo indeterminato) e un corteo interno
Tra le richieste dei lavoratori l'assunzione a tempo indeterminato o un accordo di riassorbimento da parte dell'azienda che verrà a occupare la sede del Navile, probabilmente MercatoneUno. Un nuovo sciopero è previsto per il 28 novembre.

RedB

Bologna. Sgomberi e resistenze

Dopo 13 anni di attività e tre anni di trattativa continua la lotta del centro autogestito il Lazzaretto, il cui stabile sarà demolito entro l'anno per permettere una cementificazione del territorio che non conosce soste. Lunedì 23 novembre attivisti e simpatizzanti hanno dato vita a un presidio di fronte al Comune per impedire lo sgombero e per ottenere un nuovo spazio che risponda ai bisogni di una realtà culturale e politica storica nel panorama bolognese. Vi hanno partecipato centinaia di persone, che hanno anche interrotto il Consiglio comunale, esigendo risposte concrete all'ennesimo attacco contro gli spazi sociali: le risposte sono state interlocutorie, ma ora la trattativa è aperta.
Nel corso della stessa giornata un picchetto ha bloccato uno sfratto in via Zaniboni di una famiglia monoreddito incapace di sostenere l'affitto a causa della crisi. Il 4 dicembre i movimenti di lotta per la casa a livello nazionale hanno indetto una giornata contro gli sfratti. Anche in Emilia Romagna ci saranno iniziative per chiedere il blocco degli sfratti e politiche che vadano a colpire la rendita.
[Per un nostro errore, il report della scorsa settimana sul  day of action a Bologna mancava di un'informazione: l'iniziativa era promossa dai gruppi della FAI dell'Emilia-Romagna. Ce ne scusiamo con i compagni e i lettori]

RedB

Alessandria. Aggressione ai compagni

L'otto novembre quattro compagni, provenienti da una serata di gozzoviglia al PerlaNera, tra cui due ragazze e due ragazzi, uno del laboratorio anarchico PerlaNera e tre del CSA Lacandona di Valenza, decidono di andare al csa Crocevia per bere l'ultima birra. Accade che, per futili motivi, si anima un diverbio (complice anche l'ora tarda e i postumi della serata), ma a questo punto avviene inspiegabilmente che un numero imprecisato di individui, circa 20 persone, del Crocevia, assaltano brutalmente 3 compagni (una delle giovani ragazze era scappata fuori, perchè da poco aveva subito un operazione alla bocca).
Il pestaggio è avvenuto mentre i compagni erano trattenuti da alcuni e picchiati dagli altri. Lo stesso metodo praticato dalla polizia a Genova 2001! Lo stesso metodo praticato nelle carceri dagli aguzzini! Lo stesso metodo dei regimi autoritari!
Alcuni fatti sconcertano, perchè come persone da tempo impegnate contro le ingiustizie e per l'emancipazione sociale pensavamo di avere delle certezze; chi lotta per una maggiore libertà ha un'etica chiara, una lealtà inoppugnabile. Purtroppo non è così!
Cessato il pestaggio i tre superstiti fanno il resoconto: uno ha un taglio alla fronte e ricorda come mentre tentava di uscire dal centro, cadeva e veniva ritrascinato dentro e nuovamente picchiato; la ragazza sanguinante dal naso è stata prima sbattuta e terra e poi travolta, persino calpestata da chi, preso dalla foga, si dirigeva verso i compagni; il terzo aveva il naso rotto e vistose escoriazioni. Tutti erano pieni di ematomi e ciò è documentato dalla visita al pronto soccorso.
Noi veniamo dai  C.S.A. e sappiamo fin troppo bene, per esperienza che a fine serata a volte capita di dover mettere alla porta qualcuno, anche con modi non gentili, ma altra cosa è inscenare un pestaggio!
Chi lo fa deve assumersi tutte le responsabilità conseguenti! L'azione vigliacca può spiegarsi (per così dire) solo con i contrasti politici tra chi come noi anarchici e libertari crede che le lotte devono essere antiautoritarie e seguire il principio dell'unità nella diversità e chi, come il Crocevia, crede che i movimenti devono essere omologati, e possibilmente egemonizzati da loro.
Sapere che molti dei responsabili del pestaggio sono addestrati alla palestra Uppercut, progetto sociale ampliamente sponsorizzato dal Crocevia, ci fa star male; quale senso sportivo si insegna? Quale prospettiva sociale?
Lo sport è innanzitutto equità e lealtà! Pensiamo che in questi tempi dove i principi della destra quali: "la forza ha sempre ragione, la fisicità innanzitutto, il culto della supremazia e della prevaricazione" hanno la meglio, uno dei doveri di chi si ritiene antagonista alla logica del privilegio è non essere mai aggressore; con questo non vogliamo sposare tesi non-violente ma ricordare che se l'unico modo di agire passa attraverso la prepotenza e l'intimidazione verbale e fisica il confine con la destra diventa quasi insignificante.
Viviamo tempi tristi dove le condizioni di vita delle classi povere sono sempre più misere, i privilegi economici, militari e politici hanno la meglio, dove il razzismo ha sempre più spazio: noi pensiamo che sia necessario un fronte variegato e antagonista contro tutto questo, e tali "episodi" sconcertano!
I meccanismi che hanno permesso la violenza razziale di questi anni vanno ricercati nell'insicurezza sociale e nell'assenza di un riferimento etico (si sa chi non ci piace ma mai cosa si vuole davvero), le persone non si sentono in grado di cambiare il presente, si entra così in una spirale che alimenta l'odio contro la diversità: di credo, aspetto fisico e look. Nasce così la premessa che porta a sfogare le frustazioni con chi ti sta vicino che è come te, anzi più debole e indifeso. Si crea così uno da odiare, da poter punzecchiare, da deridere e anche da aggredire.
Pensiamo veramente che questi meccanismi non siano annidati in certe teste!
Ma se proviamo a sostituire il nemico vero con un  altro c.s.a. o con persone che hanno altre idee riconosciamo le stesse dinamiche.
Per questo è necessario essere chiari ed è dovere dei compagni più anziani avere la massima vigilanza! Siamo antirazzisti non perchè ci piacciono di più gli stranieri o le loro religioni, ma perchè combattiamo l'ingiustizia e il privilegio! Siamo antifascisti non perchè non ci piace la faccia di Mussolini ma perchè combattiamo chi ci impone il suo punto di vista, il culto della forza e dell'aggressione.
Non vogliamo con ciò buttare via il bambino con l'acqua sporca, abbiamo condiviso lotte e ci siamo trovati insieme nei movimenti di massa... ma abbiamo constatato che nella pratica del Crocevia il fine giustifica i mezzi e queste persone sono portatori di atteggiamenti politici aggressivi, settari e autoritari.
Questa analisi è il frutto di una riunione, dove erano presenti anche persone non appartenenti al movimento anarchico e libertario.
Visti questi atteggiamenti del Crocevia non ci stupiremmo se, in seguito a queste dichiarazioni non ci troveremo a subire azioni di rappresaglia nei nostri riguardi. A questo proposito specifichiamo che questo documento è il frutto unitario di un ampio confronto ma poi individualmente i gruppi e le persone sono liberi di rispondere alla violenza, rispettando la propria etica e comportandosi coerentemente con i propri fini (noi li abbiamo!).
Sappiamo che i fatti verranno messi in discussione con tesi di fantasia per giustificare l'ingiustificabile arrampicandosi sugli specchi, ma al Crocevia quella sera si era svolto un concerto, per ciò anche le pietre sapevano che c'èra tanta gente e non è detto che prevalga sempre l'omertà e poi, lividi e referti medici parlano chiaro.

Laboratorio anarchico
PerlaNera
CSA Lacandona
USI-Alessandria
Individualità anarchiche
Ass. Comitato lavoratori cileni in esilio
Ass. Immigrati di Alessandria e Provincia

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