Umanità Nova, n.43 del 7 dicembre 2009, anno 89

Culture. La Cucin@


R. de Michele et. al., Ricette anarchiche, ApARTe°, Venezia - Ed. La Fiaccola, Ragusa 2008

Le ri(no)cette alla tavola di Pellegrino.  Come si addice, da Venezia a Ragusa, luoghi di edizione del volume, attraverso un viaggio mai a destra, sempre a manca, dove si trova e si cerca anarchia. Come tutti sanno, il cibo è centrale, sia che manchi, sia che se ne abbia o se ne possa inventare, raccontare, tramandare, reinventare. Quello che Rino de Michele ha proposto e pilotato è quindi un viaggio,  un racconto per ricette, per giungere ad "un dove" immaginato e voluto, attraverso cibo, idee, bisogni, voglie. Passa di lato, attraverso, sopra, mai insieme al mercato e col mercato. L'intimità della fame con la condivisione dei piaceri fra coloro che si piacciono, ovvero riuscire a rendere piaceri le carenze, la pura invenzione di ciò che non si ha ma si materializza. È in fondo la storia di un popolo affamato di vivere, che trova "dove" chi può non immagina ci sia, che scova nel cuore, inventando il futuro. Ciò che ne viene fuori è un libro bello sul piano grafico e denso su quello della comunicazione umana. Un quadrato un po' più piccolo di ApARTe° che diviene portavivande, porta memorie, immagina un piatto per ognuno, dove riconoscersi e raccontarsi. @mici e @mici degli @mici, di @parte, di parte, che scrivono agli altri ciò che gli emoziona. Le Equazioni di Maggi e l'invenzione per sopravvivere di Rosanna Boraso accanto a vere e corpose ricostruzioni di storia sociale di Grella. La cucina maremmana raccontata da l'anima del Coro dei Minatori o delle mondine di Giulia Contri. Un lungo percorso che riunisce gli amici del Germinal di Trieste con i compagni siciliani di Ragusa, con l'immancabile bottarga d'Aurelio su e giù per infinite vie cucinarie alla ricerca di un cibo che unisce coloro che la brutalità dei potenti divide. Vie cucinarie per l'anarchia, strade lastricate di difficoltà e pura invenzione per garantirsi e garantire una identità che si vorrebbe fosse solo di chi ha la pancia piena. Si ritrovano vite conosciute e brandelli di novità mischiati con sapienza in elaborazioni spesso solo cerebrali ma sufficienti ad alimentare la voglia di libertà, a praticarla ed infine ottenerla. Difficile darne conto puntualmente, è più facile e comodo approvvigionarsi di almeno una porzione (di più è meglio) del suddetto libro, prima che sia esaurito, come pare, oppure attendere l'imminente ed ampliata ristampa. Alcune ricette non sono realizzabili, sono nelle voglie, nella mente, nel palato delle passioni, utopiche, ma proprio per questo possibili. Altre sono storie di vita di pescatori, di coatti, di carcerati, di affamati di libertà che praticano la propria liberazione attraverso la sperimentazione, l'invenzione. Fiamma, Cardella, Paganin, Schirone, così come chi scrive, si affidano ad incontri, fisici, letterari, di sogno, per comunicare attraverso la comunione di un vino e di un piatto, il proprio vissuto che è già di altri che può essere di altri ancora. Rino riunisce propri amici attorno ad un gigantesco tavolo condividendo i ricordi di Ricca da Comiso con i surreali topi di Visentin, i würstel patafisici con la Cuoca di Durruti. La Spagna ritorna attraverso la memoria di Gogliardo Fiaschi ed il baccalà di Niccolai o musicale di Bartoli, fra omaggi alla Catalogna ed a Caterina Bueno anche alla maniera di Venturi, oppure di Ferrua per Cage. Rimandi ad una storia comune "al femminile" con la Casarin la Mandrini, la Crespini la Copertino, la Kiki. L'Arte di Chiarantini ed il fluxus post-futurista di Baroni. Ma anche memoria di occasioni; Modena per Bonvicini e Montelli; un capodanno con Marina Padovese e Fabrizia Scaramuzzi giù giù fino ad un Menù senza crudeltà, ma molte crudité di Fallisi. Se i piatti non bastano, si ristampano, per ora possono essere richiesti tramite ApARTe°, ccp 12347316, cp 85, succ.8 – 30171 Mestre (VE) o a rino@rinodemichele.org

Alberto Ciampi

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