Che i maiali c'entrassero con l'influenza suina si era capito anche
solo dal nome. Ma forse non si tratta dei maiali ai quali all'inizio
tutti hanno pensato.
Già, perché molti, soprattutto tra medici ed infermieri,
hanno capito che i maiali, in questa faccenda, sono altri. Infatti
proprio queste categorie, tra quelle indicate per una prima
vaccinazione, fanno registrare un clamoroso "no" al cocktail
anti-suina, arrivando a percentuali attorno all'80% in Italia. Un
fenomeno comune a tutti i Paesi a quanto pare, anche se con percentuali
variabili. Negli States si arriva ad un 60%, nonostante il vaccino
americano sia migliore del nostro (già perché la
globalizzazione è riuscita a rendere possibile che un indiano
pranzi in un Mc Donald's, ma evidentemente ha ancora qualche lacuna
riguardo rendere la salute e il benessere uno standard a livello
globale).
Non c'è da stupirsi in fondo, soprattutto nel nostro paese,
visto che da una parte quotidiani e telegiornali terrorizzano le
persone fornendo dati a dir poco allarmanti su morti e contagiati da
questa nuova influenza, mentre dall'altra parte appare Topo Gigio, come
testimonial del Ministero della Salute, che ci invita alla calma,
consigliandoci pochi ed efficaci accorgimenti come aprire le finestre
per cambiare spesso l'aria o lavarci spesso le mani. È facile
comprendere che c'è qualcosa che non quadra.
La motivazione principale che induce gli "addetti ai lavori" di tutto
il mondo a rifiutare il vaccino, è la preoccupazione per gli
effetti collaterali. Cosa che non meraviglia affatto una volta che si
viene a conoscenza che il vaccino contiene, per citare qualche
sostanza, antigelo, formaldeide, squalene e mercurio (timerosal). Il
mercurio è un metallo pesante estremamente tossico. Non a caso
è stato eliminato persino dai vecchi termometri. Se è
pericolo maneggiarlo dentro a un tubicino di vetro, possiamo immaginare
quanto lo sia iniettarlo nel corpo. Lo squalene è invece
famigerato per essere connesso alla Sindrome del Golfo che colpì
i veterani della guerra del '91 a cui venne inoculato un vaccino
anti-antrace. È una sostanza di per sé innocua,
già presente nel corpo umano, ma se inoculata sottocute
può causare la produzione di anticorpi contro lo squalene
stesso; risiedendo in gran parte nel sistema nervoso possiamo
immaginare quali danni questo possa causare. Le due sostanze citate
assieme ad altri additivi contenuti nel vaccino contro l'influenza A
(H1N1) sono altamente pericolosi per la salute, gli effetti collaterali
sono svariati e possono arrivare anche alla morte del soggetto. Uno
degli effetti collaterali di cui più si parla è
l'autismo. Ancora oggi sono in corso cause contro i governi che hanno
vaccinato persone poi diventate autistiche intentate da genitori ed
amici di queste ultime.
Considerando questi pericoli per la salute, tenendo presente anche che
già sono morte delle persone a causa del vaccino (12 in Svezia,
2 in Germania e 2 in Cina – dati scampati alla censura), ci viene da
pensare che se i governi del mondo stanno adottando questa campagna di
vaccinazione così imponente, affrontando anche costi altissimi
in termini di acquisto di vaccini e mobilitazione di strutture e
personale per inocularlo ai cittadini, allora questa influenza deve
essere davvero pericolosa! Ma è veramente così?
Dando un'occhiata ai dati ufficiali pare proprio di no! Per quanto le
campane d'allarme abbiano strillato ai quattro venti la
pericolosità di questa influenza, i dati mostrano che sia la
mortalità che la capacità di diffusione e contagio del
virus è pressoché identica a quella dell'influenza
stagionale per le fonti ufficiali, o addirittura largamente inferiore
per molti altri medici, ricercatori ed epidemiologi.
Un grafico apparso sull'American Journal of Public Health e riproposto
da Der Spiegel in occasione dell'intervista all'epidemiologo Tom
Jefferson, dimostra che, prendendo in esame 100.000 decessi per sintomi
influenzali, quasi la metà di questi (46%) erano stati causati
da un virus sconosciuto, e solo il 7% dal virus dell'influenza (non
stiamo parlando specificatamente di influenza suina, ma di un generico
virus influenzale). Se a questo dato associamo il fatto che il test per
determinare la presenza del virus A (H1N1), sia nei casi di decesso sia
di guarigione da sintomi influenzali, non viene quasi mai effettuato
per motivi di costo, appare chiaro che le casistiche allarmanti
pubblicate a destra e manca in tutti i TG e giornali sono palesemente
artificiose.
Eppure è proprio su questi dati che gli organismi ufficiali e i
governi stanno facendo leva per accelerare la vaccinazione di massa,
chiudendo un occhio (forse anche due) sugli effetti collaterali
distruttivi che questa potrebbe avere e sulla grave mancanza di
importanti test a cui il vaccino non è mai stato sottoposto a
causa della fretta con cui è stato prodotto. Nonostante possa
apparirci inverosimile che si inizi una campagna di vaccinazione di
tale portata senza che il vaccino sia stato seriamente testato,
è emblematica la reazione del governo polacco che si rifiuta
ufficialmente di inoculare il virus ai suoi cittadini con la
motivazione che questo è stato testato solo su adulti e in
perfetta salute. Inutile sottolineare che è praticamente inutile
un test di questo tipo per un vaccino che sarà iniettato
soprattutto a bambini, donne incinte, anziani e persone con particolari
patologie che potrebbero rendere più pericolosa l'influenza.
Senza contare che molti degli effetti collaterali si riscontrerebbero
nel medio/lungo periodo, cosa che i recenti test non possono
evidentemente rilevare. Non c'è da stupirsi quindi che le
compagnie farmaceutiche stiano vendendo questo "elisir" esclusivamente
dietro la copertura dei governi, evitando i rischi del mercato e
obbligando i vaccinati a firmare un documento che li solleva da
qualunque responsabilità, in caso di effetti collaterali.
Al di là di tutte le pesanti domande che rimarranno senza
risposta, alla fine di questo articolo, forse riuscite a dare un nuovo
significato all'influenza suina: gli influenzati siamo noi...
influenzati da un'informazione barbara e assolutamente di parte,
asservita a molti scopi eccetto quello di informare. E forse avete
anche capito chi sono i "suini".
FRANOM