Fa freddo venerdì mattina davanti al Tribunale di Vallo della
Lucania, ma una cinquantina di cittadini non demordono, sono lì
in attesa che inizino gli interrogatori dei 19 indagati (medici e
infermieri del reparto di psichiatria dell'ospedale San Luca di Vallo
della Lucania) per la morte di Francesco Mastrogiovanni, deceduto dopo
essere rimasto per 90 ore, legato mani e piedi, ad un letto d'ospedale.
Nel gruppo dei manifestanti c'è anche Caterina, sorella del
maestro, che dichiara ai microfoni di una emittente locale: "Gli
interrogatori sono stati rimandati, ma la nostra azione
continuerà fino a quando questa giustizia non l'avremo ottenuta,
i colpevoli si devono vergognare, devono pagare ed essere allontanati".
Non c'è disperazione nel gruppo di amici e parenti del "maestro
più alto del mondo" anche se questo terribile omicidio non ha
avuto la risonanza nazionale del caso Cucchi. Giuseppe Tarallo,
già presidente del parco nazionale del Cilento e del vallo di
Diano, non nasconde la sua amarezza per i silenzi delle istituzioni
locali e nazionali. "Chiediamo verità e giustizia per Franco. Il
senso del nostro sit-in è questo, cioè pretendere che
cose del genere non accadano mai più. Vogliamo che la
partecipazione ai funerali di migliaia di persone non si trasformi
nell'indifferenza, come spesso capita". Quando verrà reso
pubblico il filmato dell'agonia di Mastrogiovanni come reagirà
l'Italia dei video hard e dei sollazzi dei cocainomani di corte?
Angelo Pagliaro