Umanità Nova, n.44 del 13 dicembre 2009, anno 89

informAzione


Torino. Nuova occupazione. È nata Cà Neira

Chiamparino e la sua gang -always on the move - vuole sgomberare tutti, ma la Torino Bugianén, quella che lotta e resiste, non ci sta.
Da questa mattina a Torino c'è un nuovo posto occupato. Si chiama Cà Neira.
Ci trovate in via Zandonai angolo Corso Taranto in Barriera di Milano.
Via Zandonai è una parallela di corso Giulio Cesare vicino a piazza Derna.
Veniteci a trovare.
In zona passano:
tram 4 e bus 50 - 2 - 57 - 27 - 51 - 46
Lettera ai vicini (dagli occupanti di Ca' Neira)
Salve,
siamo i vostri nuovi vicini di casa.
Da molti anni lo spazio che ospitava le vecchie aule di via Zandonai era vuoto, abbandonato. Da oggi è tornato a vivere. Non l'abbiamo comprato e non l'abbiamo affittato, l'abbiamo semplicemente occupato. Già occupato. E sin dalle prime ore del mattino abbiamo cominciato a pulirlo e metterlo in ordine perché diventi un posto aperto e vivo.
A Torino da ormai molte settimane il sindaco e la sua giunta assieme a Lega e fascisti chiedono a gran voce che la polizia sgomberi tutti i posti occupati, cancellando esperienze di autogestione che hanno segnato la nostra città per decenni.
Dicono che le case e i posti occupati siano focolaio di violenza, sovversione, disprezzo per le istituzioni, disobbedienza alle leggi.
Noi pensiamo che in un paese dove ci sono leggi che permettono che i bambini muoiano annegati nel Mediterraneo, l'amore per le leggi sia una questione di parte. E noi stiamo dalla parte dei bambini. Anche se sono nati in Africa e non parlano una parola d'italiano.
L'Italia è in guerra: il parlamento mette i militari nelle nostre strade e manda truppe ad ammazzare  in Afganistan - solo ieri altri mille. Per noi la violenza è quella di chi bombarda, tortura, stupra. Noi pensiamo che il rispetto per le istituzioni sia una questione di parte. E noi stiamo dalla parte delle popolazioni vittime di guerre. Perché siamo senzapatria e disertori. Da sempre.
Viviamo in una città dove tanti, troppi, fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, perché il lavoro non c'è e quello che c'è è pericoloso, malpagato, precario. Le leggi sul lavoro ci hanno resi schiavi e ricattabili, alla mercè di padroni che ogni giorno lucrano sulla nostra vita. Noi pensiamo che il rispetto per un ordine fatto di fatica, morte e sfruttamento sia una questione di parte. E noi stiamo dalla parte di chi lotta per un mondo senza servi né padroni.
In questa città e ogni dove nel nostro paese molti non possono permettersi una casa decente, un luogo dove vivere con decoro mentre i soliti ricchi&potenti vivono nel lusso di ville e palazzi. Tanti preferiscono far marcire le case, lasciandole vuote. La legge stabilisce che la proprietà è sacra. Noi pensiamo che - di fronte al lusso e alle case abbandonate – il rispetto della proprietà sia una questione di parte. E noi stiamo dalla parte di chi vuole un mondo dove tutti abbiano una casa.
Siamo i vostri nuovi vicini. Quelli di Cà Neira. Non abbiate timore. Non siamo qui per turbare i vostri sonni, ma solo quelli di una giunta che si è schierata dalla parte dei potenti contro la povera gente.
Alcuni di noi abitano da anni in questo quartiere e vogliamo che Cà Neira ne diventi parte, un posto che tutti possano frequentare volentieri.
Veniteci a trovare. La porta è aperta. Saremo felici di conoscervi e di scambiare due chiacchiere. Non vogliamo arrecarvi disturbo: se per caso succedesse non fatevi problemi a bussare alla porta.
Sui giornali avrete letto che siamo gente strana, con strane abitudini.
Scoprirete che siamo gente che lavora e studia. Alcuni sono pensionati, altri hanno figli che vanno a scuola, altri sono ragazzi appena affacciati alla vita.
Certo qualcosa di strano, almeno di questi tempi, l'abbiamo. Un insopprimibile amore per la libertà, l'uguaglianza, le relazioni solidali.
Benvenuti a Cà Neira!
Iniziative del fine settimana e succesive:
Venerdì 11 dicembre dalle ore 20 cena benefit per il Cast - Collettivo Anarchico Studenti Torino
Martedì 15 dicembre dalle 21 La criminalità del potere. Stragi di Stato tra ieri e oggi.
Introduce la serata Simone Bisacca
Venerdì 18 dicembre dalle 20 Cena antinatalizia ed esposizione spettacolare di pres-empio autogestito – ognuno porti la sua statuetta. Benefit antirepressione.

Per contatti e informazioni:
 FAI Torino
 - fai_to@inrete.it
 - 338 6594361


Parma. Nuova occupazione nel quartiere San Leonardo. Nasce la Società di Riappropriazione Urbana (SRU)

Sabato mattina verso le otto una sessantina di persone ha ridato vita ad un complesso edificato abbandonato - che comprende due appartamenti e due magazzini - in via Guastalla 3 nel cuore del quartiere San Leonardo, inaugurando con quest'azione di restituzione la Società di Riappropriazione Urbana, un nuovo soggetto che si pone in forte contrapposizione alla speculazione edilizia, alla rendita immobiliare e alla destrutturazione selvaggia e violenta di spazio pubblico che soprattutto in questo quartiere, nella parte Nord della città, sta avanzando sempre più velocemente. Nello stesso tempo si oppone alle campagne razziste contro gli immigrati – che stanno subendo un salto di 'qualità' - giustificate con la propagandata esigenza della sicurezza e di argine al 'degrado'. In questa zona sono attive ben tre Stu (Società di Trasformazione Urbanistica): Stu Pasubio, Stu Stazione e ad Ovest Stu Authority, i soggetti scientificamente modellati sulle esigenze dei palazzinari che ne trarranno enormi introiti con l'obiettivo, nemmeno tanto mascherato, di espellere gli abitanti più poveri, che non saranno più in grado di pagare l'affitto in seguito all'aumento del valore immobiliare delle case dovuto agli interventi di abbattimento e costruzione di nuovi edifici vetrinizzati e di lusso. I 'faraonici' cantieri sono all'opera e possono andare avanti a ritmi vertiginosi solo grazie all'estremo sfruttamento del lavoro degli stessi abitanti più poveri, soprattutto immigrati. Lo spazio restituito, ex sede di uno scatolificio, è destinato – come tanti in questa zona - ad essere demolito per permetterne l'uso residenziale con alloggi che non saranno accessibili agli abitanti. Da subito l'edificio di via Guastalla 3 ha avuto nuovi abitanti, alcuni lavoratori tunisini che vivevano in uno stabile fatiscente e alcuni studenti che soffrono, come altri, il problema dell'accesso all'abitazione. In questi primi giorni lo stabile è stato recuperato attraverso diversi interventi come la pulitura degli spazi – i due appartamenti sono già agibili – l'allestimento della cucina, il ripristino di alcuni servizi resi inutilizzabili dallo stato di abbandono della struttura (porte aperte, vetri rotti, polvere, ammassi di vecchi oggetti). I progetti previsti sono tanti, dal doposcuola rivolto ai ragazzi delle elementari, delle medie e delle superiori (già avviato) alla biblioteca/infoshop, ad una serie di attività sportive gratuite a antirazziste con l'obiettivo di creare una serie di attività gratuite, autogestite, orizzontali e costruite insieme agli abitanti del quartiere e della città. Dopo l'assemblea pubblica di domenica sono previsti diversi incontri nei prossimi giorni, come un'assemblea fissa sulle discriminazioni di genere e: al momento in cui scriviamo non c'è stato nessuna minaccia di sgombero. La SRU è composta da diversi collettivi della città e da singole individualità che lavorano insieme ed in modo egualitario su un progetto creato con la condivisione di tutte/i.  Gli anarchici hanno condiviso il percorso comune portando il proprio contributo di analisi, azione e proposta concreta. Per seguire le vicende del nuovo spazio consultare il sito www.parmantifascista.org

Gruppo Cieri / Fai (Christian)

Perugia. Da Casa Rossa di ritorno dalla Manifestazione di Terni: "non si deve morire di lavoro"

Siamo da poco tornati da Terni.
In 500, in corteo, abbiamo attraversato le vie della città, operai delle acciaierie e tanti giovani. Partiti da Viale Brin, di fronte alla portineria della Thyssen Krupp, abbiamo raggiunto Piazza Valnerina, Piazza Tacito e attraversato il Corso fino a Piazza del Popolo. Un corteo che nessuno avrebbe voluto fare, per denunciare l'ennesima morte sul lavoro all'interno di uno degli stabilimenti della multinazionale tedesca dell'acciaio. A morire un giovane operaio di Terni, Diego 31 anni. Uno come i tanti che questa sera hanno partecipato a una manifestazione per lunghi tratti silenziosa; silenzio interrotto dagli applausi, rivolti ai quei negozianti che mentre passava il corteo chiudevano le saracinesche in segno di solidarietà. Praticamente tutti i negozi della via principale di Terni durante la manifestazione sono rimasti chiusi. Un solo slogan che di tanto in tanto tornava a rompere il silenzio: "non si deve morire di lavoro". Un grido affinché di lavoro non si debba più morire, perché chi può e deve, faccia la propria parte per impedire che ogni giorno 4 operai in qualche parte d'Italia continuino a morire.

Aurelio Fabiani

Perugia. Respingiamo con forza l'ennesima provocazione e montatura antianarchica!

L'edizione serale del TG3 Umbria del 3 dicembre 2009 ha rese note le minacce al Sindaco d'Assisi, alla sua famiglia e all'arma dei Carabinieri arrivate questa mattina  assieme a 2 proiettili calibro 9 di una pistola semiautomatica alla redazione del Corriere dell'Umbria.
Come mittenti questa lettera minatoria aveva "Rinascita Brigate Rosse" e la sigla "Coop-FAI", quest'ultima già nota in Umbria per precedenti minacce inviate alla presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Sempre il servizio giornalistico del TG3 Umbria parlava di alleanze tra "Nuove" B.R. e la cellula anarcoinsurrezionalista.
Che gli anarchici, di qualsiasi tendenza siano, si mettano a resuscitare le BR non solo è assurdo, ma è anche offensivo.
Offensivo nei confronti degli anarchici morti in Russia, Ucraina, Messico, Cuba, Cina, Spagna e tanti altri paesi nella lotta per la libertà e contro ogni oppressione, per prima quella di stampo lenista.
Lenin infatti fu il primo a portare avanti lo sterminio sistematico degli anarchici, suo continuatore nell'opera fu Stalin e i suoi tirapiedi.
In Italia negli anni della grande repressione seguita al periodo di lotte sociali degli anni '70 gli anarchici incarcerati subirono aggressioni da parte dei leninisti delle B.R. anch'essi prigionieri.
È assurdo pensare che gli anarchici si mettano a resuscitare un loro mortale nemico!!!
Che gli anarchici si mettano a minacciare la parentela di un sindaco è assurdo!!!
Le minacce a sindaci e carabinieri sono spacconate che non ci appartengono.
Tuttavia non è la 1° volta che si assiste a provocazioni del genere: il 23 ottobre 2007, a Spoleto, con uno smisurato spiegamento di mezzi militari e mediatici, furono tratte in arresto 5 persone, accusate di "associazione sovversiva con finalità di terrorismo denominata Coop-FAI (contro ogni ordine politico - Federazione anarchica Informale)": un reato previsto dall'articolo 270-bis del codice penale, introdotto dal Governo Berlusconi dopo l'11 settembre, estensione dell'articolo 270, risalente al Codice Rocco fascista, che consente gravissime restrizioni della libertà personale.
Incaricato dal GIP N. F. Restivo, conduceva l'operazione il generale Ganzer, vice-comandante dei Reparti Operazioni Speciali del Corpo dei Carabinieri, lo stesso che deve rispondere al Tribunale di Milano di accuse quali "associazione criminale", " traffico di stupefacenti", "abuso e peculato" (Carlo Bovini in "REPUBBLICA" del 22 ottobre 2003).
Contraddizioni della magistratura che non stupiscono noi anarchici.
Negli oltre 2 anni trascorsi da quei fatti e durante il processo tuttora in corso a Terni, le accuse ai cinque spoletini si sono sempre più rivelate per quello che erano: un teorema accusatorio costruito sul nulla. Non manca l'ombra della provocazione, come la rivendicazione di un presunto tentativo d'attentato avvenuto il 4 marzo 2007 con tanto d'indirizzo del mittente: quello della sede del WWF spoletino abitualmente frequentato da Michele, accusato d'essere il capo dei "terroristi" della presunta "coop-fai" !!!
Ancor prima l'allora ministro agli interni Scajola parlava dei Nuclei territoriali antimperialisti con la funzione di cerniera tra le B.R. e gli anarchici, citando rapporti dei Servizi Segreti!! Ma cosa sono i Nuclei territoriali antimperialisti? Una serie di attentati dimostrativi (auto incendiate, bombe carta, e cose del genere) compiuti a partire dal 1996 furono rivendicati con questa sigla, 29
persone indagate nel corso degli anni, con perquisizioni e sputtanamenti a mezzo stampa. Tutto questo sino all'arresto di Luca Razza: un ex-giornalista di destra di 38 anni (allora), nel 1998 candidato alle amministrative del comune di Udine nella lista d "SOS Italia", piccolo movimento filo-Haider. E i documenti degli NTA? Copia-e-incolla da articoli di giornale e vecchie "risoluzioni strategiche" delle BR
trovate sul web. Razza avrebbe anche rivendicato azioni non compiute da lui, ad esempio facendo una telefonata dopo l'omicidio Biagi, lo avrebbero aiutato due amici suoi. Razza prese anche l'elenco delle targhe delle 21 auto parcheggiate nel cortile interno della caserma dei carabinieri di Conegliano, ma perché?
A fine Ottobre 2007 Razza viene condannato a 3 anni di carcere, poca cosa rispetto alla gravità dei fatti secondo il Codice Penale.
Qualcuno pesca nel torbido? A noi pare di si!
Infatti che prezzo stiamo pagando, in Umbria e nell'Italia tutta, per la retorica della "sicurezza" sotto cui passano, con accordi bipartitici le cosiddette "leggi antiterrorismo" (che colpiscono in realtà il dissenso e l'informazione critica), i provvedimenti per l'espulsione di immigrati o la nuova legge sulle droghe che consente di accusare di spaccio e condannare ad anni di galera chi possiede, per proprio consumo, 15 o 20 grammi d'erba? A cosa conduce questo clima di
brutale repressione? Chi controlla i controllori?
Non meno di altre regioni, l'Umbria benpensante, dove se si parla di camorra o traffico illecito di rifiuti tossici si pensa a Napoli e alla Campania, mai alle mafie velate di casa nostra, sta diventando, oggi, da un lato, territorio di insediamento stabile per emergenti cosche della malavita organizzata, dall'altro, teatro di
sperimentazione per l'applicazione di nuove misure repressive rivolte a colpire chiunque critichi pubblicamente le istituzioni e gli interessi che esse coprono e tutelano. A dare fastidio, negli ultimi anni, sul territorio regionale, sono state soprattutto le lotte ambientaliste, che hanno visto gli anarchici tra i protagonisti, ree di attirare l'attenzione sulle gravi responsabilità politiche di personaggi di primo piano delle istituzioni locali, intorno a cui ruotano enormi interessi economici, come la presidente della Regione M. R. Lorenzetti, l'assessore all'ambiente Monelli e l'ex sindaco di Orvieto Cimicchi, o l'ex sindaco di Terni Raffaelli e la sua giunta.
Mentre inchieste e scandali vengono a turno strumentalizzati dalle coalizioni di destra, di centro e di sinistra per attaccare le parti avverse proliferano, a livello locale e nazionale, le lobby trasversali politico-affaristiche tra i due schieramenti.
Un tipico esempio di meccanismo a scatole cinesi, di "pluralismo" degli affari in territorio umbro, è offerto dal caso della Coop Consumatori CENTRO ITALIA, di cui è stato sino a poco fa presidente Giorgio Raggi, esponente di spicco del partito democratico, la quale ha acquisito azioni del Monte dei Paschi di Siena, proprietario di consistenti pacchetti di quote azionarie FININVEST (Berlusca!), e ha inglobato anche la Banca Popolare di Spoleto, che a sua volta ha in appalto le tasse comunali del municipio di Perugia.
Ecco, noi anarchici riteniamo che i veri mittenti di queste lettere siano da cercarsi nel sottobosco politico affaristico malavitoso che s'è creato in questi ultimi anni in Umbria (per esempio a Orvieto è sotto processo l'intera giunta Regionale per associazione a delinquere di stampo camorristico, un processo riguardante lo
smaltimento illegale di rifiuti tossici).
 
3 dicembre 2009
Circolo Anarchico Umbro Sana Utopia

Calabria. Forum ambientalista delle associazioni movimenti e comitati

Lamezia Terme, 6 dicembre 2009 – Basta con l'abbandono progressivo dell'intero territorio calabrese contaminato da ogni sorta di materiale tossico-nocivo e radioattivo. Basta con una politica della gestione dei rifiuti che si è ridotta esclusivamente a gestire  discariche disseminate per l'intera Calabria in attesa della loro saturazione. Basta ancora alla mercificazione dei beni comuni e a una progressiva cementificazione dei territori per realizzare opere spesso dispendiose e poco utili per un sviluppo reale delle Calabria. Oltre duecento persone a rappresentare 80 associazioni sparse sul territorio calabrese si sono confrontate per l'intera giornata oggi a Lamezia Terme nei locali del centro Agroalimentare ed hanno rivendicato una reale attenzione sui tanti drammi che interessano la nostra regione. Ad iniziare dalle emergenze che caratterizzano la città di Crotone il cui territorio è stato letteralmente violentato nel corso degli anni. Una consapevolezza che ha già portato in piazza nella città pitagorica migliaia di cittadini il 3 ottobre. E che ha spinto il Forum a formulare una richiesta ben precisa: "Dovrà essere lo Stato a pagare la bonifica". Battaglie ambientali che sono state il cuore delle rivendicazioni che hanno portato il 24 ottobre ad Amantea oltre 30 mila persone giunte da tutta la Calabria. Per questo il Forum ha deciso di promuovere nuove iniziative per tenere alta l'attenzione sulle problematiche ambientali. Tra tutte la stesura di un libro bianco sui danni arrecati ai territori ed ai cittadini calabresi e l'istituzione di un coordinamento permanente tra tutti i movimenti impegnati nella difesa della Calabria. "Vi è la necessità – hanno dichiarato gli organizzatori - di acquisire, per avviare poi una piattaforma rivendicativa consapevole, quante più informazioni possibili sulle problematiche ambientali legate ai territori interessati dalla contaminazione di rifiuti tossico-nocivi e radioattivi. Per questo occorre dotarsi fin da subito di tutti gli strumenti necessari ad approfondire indagini ambientali, epidemiologiche e  tossicologiche. Ma non solo. Occorre anche verificare le eventuali responsabilità civili, penali politiche ed amministrative per i disastrosi danni arrecati alla Calabria e alla salute dei suoi cittadini". Sul tema della gestione delle risorse naturali a partire dall'acqua il Forum delle associazioni ha ribadito "la necessità di mantenere la gestione pubblica e renderla partecipata. "Obiettivo ancora possibile – sostengono i partecipanti al Forum – se, all'interno dei propri statuti, i Consigli comunali dichiarano che l'acqua è un diritto umano inalienabile ed un bene privo di rilevanza economica". Sulla nave dei veleni la posizione resta netta. "Non ci convincono affatto – dichiarano – le rassicurazioni offerte dal Governo che servono solo a diminuire l'attenzione su una questione che è reale e che interessa non solo la Calabria. Per questo sono stati già avviati contatti con altre realtà territoriali anche internazionali che registrano lo stesso dramma". Il no al ponte sullo stretto di Messina, resta tra le battaglie principali del Forum che verrà ribadito con la partecipazione massiccia alla manifestazione del 19 dicembre prossimo a Villa San Giovanni. "Il nostro impegno – affermano a questo proposito – resta pieno nel difendere ad oltranza tutti i beni comuni del nostro territorio ad iniziare dall'area dello stretto che verrebbe devastato con la realizzazione del ponte".

Oreste

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