A una settimana dall'anniversario dell'assassinio di Alexis
Grigoropulos, il quindicenne ucciso a sangue freddo da un poliziotto a
colpi di pistola il 6 dicembre 2008, la rivolta continua e infiamma
sempre più, a diversi livelli, il tessuto sociale della
società greca.
Varie proteste sono state messe in atto in tutta la Grecia e continuano tutt'ora.
Più di 300 tra scuole ed atenei sono stati occupati dagli
studenti in tutto il paese, mentre innumerevoli manifestazioni e
presidi hanno avuto luogo nelle città principali.
La stretta repressiva non si è fatta attendere, con centinaia di
fermi e decine di arresti. La polizia ha anche infranto la prerogativa
di zona franca delle università, entrando con la forza in
diversi atenei e compiendo diversi arresti.
Il centro sociale anarchico Resalto, situato nella parte ovest di
Atene, è stato sgomberato brutalmente il 5 dicembre e 22
compagni sono stati fermati. È stata indetta quindi un'assemblea
popolare nella sede del consiglio di quartiere Keratsini dove, di
lì a poco, la polizia ha fatto irruzione fermando 41 persone.
Successivamente, la giunta di quartiere, in una delibera, ha condannato
la violenza poliziesca e denunciato gli arresti come persecuzione
politica, sottolineando come il Resalto svolga un'importante funzione
per il quartiere in termini di attività culturali, artistiche,
sociali. Anche l'Associazione Avvocati di Keratsini si è unita
nel denunciare il clima di repressione politica messa in atto dallo
stato.
Una repressione che ha visto come esecutori non solo la polizia, ma
anche i fascisti con aggressioni e intimidazioni. Tutti i fermati del
Resalto e della sede del consiglio di quartiere sono stati in seguito
rilasciati, ma multati per decine di migliaia di euro. Per questo
motivo è in corso una raccolta fondi internazionale per aiutare
i compagni: a questo link potrete trovare informazioni specifiche
(http://www.occupiedlondon.org/blog/2009/12/11/155-urgent-financial-appeal-by-the-resalto-solidarity-fund/).
L'8 e il 9 dicembre diverse manifestazioni si sono tenute per le strade
di Atene e di Salonicco, denunciando il forte clima repressivo in atto
nel paese (si parla di circa 800 arresti). A Mitilene, nelle isole di
Lesbo, sono state occupate 4 emittenti radio da dove sono stati
trasmessi diversi comunicati richiedenti l'immediato rilascio di tutti
i compagni arrestati. A ovest del Pireo, a Koridalos, un corteo di
studenti medi ha sfilato nei pressi della locale prigione chiedendo il
rilascio dei compagni detenuti e si sono avuti alcuni scontri con la
polizia.
A seguito delle dichiarazioni del rettore della Scuola di Legge di
Atene di voler restringere l'accesso alla sede ai soli studenti, questi
ultimi hanno occupato.
Tra il 9 e il 10 dicembre, altri 17 atenei hanno occupato mentre
innumerevoli sono le occupazioni (nell'ordine delle centinaia) di
scuole superiori. Diverse manifestazioni si sono tenute in molte
città greche, organizzate da studenti medi ed universitari.
Ma non sono solo gli studenti ad essere in rivolta. Anche i lavoratori,
in tutta la Grecia, sono in lotta: gli operatori ecologici di Atene
continuano il loro sciopero mentre i lavoratori della centrale
elettrica di Ptolemaida, una delle più grandi del paese, hanno
occupato e minacciano un blackout se entro il 16 dicembre, data dello
sciopero generale, non verranno accettate le loro istanze.
Mentre lo stato è economicamente al collasso – le stime
internazionali dicono che il debito pubblico, in base all'economia del
paese, non è sanabile neppure a lungo termine – possiamo
osservare come siano state messe in atto spontaneamente differenti
forme di resistenza alla repressione e di risposta alla crisi
attraverso l'autorganizzazione e la solidarietà tra lavoratori e
studenti.
Ulteriori aggiornamenti verranno con l'anno nuovo, nel frattempo
è possibile consultare (in inglese) le fonti riportate di
seguito.
La solidarietà è la nostra arma.
Jacopo
Fonti:
http://www.occupiedlondon.org/blog/
http://libcom.org/news/marches-against-repression-greece-08122009
http://anarxiko-resalto.blogspot.com/