Il 14 febbraio 2010 i lavoratori e le lavoratrici migranti e
italiani di Bologna si troveranno per dare vita a una Giornata senza
permesso. Quel giorno per noi la legge Bossi-Fini, il "Pacchetto
sicurezza", il razzismo istituzionale che siamo costretti a vivere ogni
giorno sulla nostra pelle non avranno alcun valore. Quel giorno saremo
uniti e con la festa, la musica, il ballo, con la presenza dei nostri
figli e delle nostre figlie daremo il segno chiaro che la nostra vita
non può e non vuole essere schiacciata nelle maglie dello
sfruttamento e del silenzio.
Quel giorno prenderemo la parola senza chiedere il permesso. Con i
lavoratori, le lavoratrici, i delegati sindacali di Bologna e della
provincia, le compagne e i compagni che a Brescia, Milano, Torino, nel
basso mantovano e tanti altri che nel resto d´Italia condividono
le nostre lotte di ogni giorno, noi diremo chiaramente che non
intendiamo accettare la violenza e il razzismo con i quali questo
governo sta rispondendo alla crisi. Di questo discuteremo nella tavola
rotonda e nell'assemblea che avrà luogo alle 15.30,
perché vogliamo che da lì parta un percorso nuovo, un
percorso di lotta e rivendicazione che vada al di là della
solidarietà e delle dichiarazioni di principio.
Sappiamo che la posta in gioco è alta. La deportazione di massa
che ha messo fine alle aggressioni ai migranti a Rosarno è solo
l´ultimo episodio di una violenza che noi tutti ogni giorno siamo
costretti a subire: la violenza dello sfruttamento sfrenato nel regime
del "contratto di soggiorno per lavoro" che ci rende la leva attraverso
la quale abbattere i diritti di tutti i lavoratori. Il 14 febbraio noi
vogliamo mettere al centro il lavoro migrante, per essere
all´altezza di ciò che accade in Italia come in tutta
Europa.
Grazie al primo marzo francese, sempre più sentiamo risuonare la
parola d´ordine dello sciopero del lavoro migrante. Da anni
sosteniamo che lo sciopero è il certificato di cittadinanza dei
migranti. Da anni diciamo che il riconoscimento dei diritti dei
migranti passa per la nostra capacità autonoma di sottrarci allo
sfruttamento e al razzismo quotidiani. Sappiamo che non è
facile. Sappiamo però che lo sciopero è una scommessa
politica sulla quale tutti i lavoratori, migranti e italiani, oggi
devono puntare.
Per questo, con il Coordinamento per lo sciopero del lavoro migrante in
Italia siamo parte della campagna generale che sta sostenendo la
necessità dello sciopero dei migranti anche in questo paese; e
guardiamo oltre il primo marzo. Il 14 febbraio vogliamo parlare anche
di una parola d´ordine che deve diventare realtà, per
essere la forza dell´antirazzismo di oggi.
Coordinamento migranti di Bologna e provincia