ANCONA
ad Ancona lo sciopero del 9 è andato bene. Corteo di 150-200 persone circa (solo lavoratori senza studenti). Per la prima volta la maggioranza del corteo era USI ed area libertaria. Molte le riprese di telegiornali (rai 3 marche e locali) con bei servizi dove predominavano le nostre bandiere.Il resto era rappresentato dalla CUB, qualcosa come Cobas ed Unicobas e alcune decine dei centri sociali. Seguito e applaudito l'intervento dell'USI fatto in un sit-in davanti al rettorato (vertenza precari dell'università che non vengono stabilizzati). Oltre che sotto il rettorato il corteo si è portato sotto la sede della RAI (una nostra delegazione è andata dalla redazione del telegiornale a richiedere una corretta informazione delle nostre iniziative). Si è contestato anche sotto la sede degli ex-Diessini oggi PD. Astensioni dal lavoro a macchia di leopardo nella regione: scuola, poste, catasto, dogana, università, alcune fabbriche, qualcosa forse anche nella sanità. Federazione USI Marche
GENOVA
Un corteo di circa 1.500 persone ha animato la scadenza dello sciopero generale, percorrendo le vie centrali della città. Nel complesso una partecipazione superiore alle aspettative. Buona anche la presenza anarchica e libertaria: circa un centinaio di compagni suddivisi tra lo spezzone dell'U.S.I. Liguria (che è stata tra le organizzazioni promotrici della manifestazione) e un'altro spezzone raccolto dietro uno striscione che recitava "Lavorare stanca". Qualche considerazione sulla composizione del corteo: in grande maggioranza lavoratori e precari, poco visibile la partecipazione dei centri sociali, molto pochi gli studenti. Un corteo dunque prettamente "sindacale" con tutto ciò che questo significa, nel bene e nel male. Una conferma che i lavoratori hanno mal digerito l'ennesima stangata del governo Prodi e l'atteggiamento sempre più collaborativo dei sindacati di Stato (significativa, anche se non eclatante, la partecipazione di iscritti CGIL), una conferma però anche della difficoltà a costruire un vasto schieramento di opposizione sociale che superi i particolarismi e le contingenze (significativa la quasi totale assenza degli studenti medi che pur - non molto tempo fa - sono scesi in piazza in gran numero contro le politiche governative nella scuola). In definitiva questa giornata di lotta ha marcato un punto fermo da cui ripartire, rendendo esplicite sia le difficoltà del percorso che ci aspetta, sia le potenzialità che si aprono. Non è molto, ma è già qualcosa...
G.B.
MILANO