gennaio 2000
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Appello
per gli imputati delle cariche a Principe Quello che
segue è il testo di un appello a favore degli imputati
per le cariche alla stazione Principe di Genova di sabato
29 gennaio 2000. Gli imputati sono complessivamente 53 ed
i reati contestati sono 4, resistenza all'arresto,
lesioni, non ottemperanza ad un ordine di pubblica
sicurezza e travisamento del volto, più numerosi
aggravanti. Chiediamo a tutti, associazioni, partiti,
circoli e singoli cittadini di sottoscrivere questo
appello facendo pervenire l'adesione all'indirizzo e-mail
cszapata@tin.it oppure
contattando il centro ligure di documentazione per la
pace di P.zza Palermo 1.
TOLLERANZA,
CONOSCENZA E COMPRENSIONE:
LA VITTORIA DELLA CITTA'
Il
dibattito di questi giorni sui fatti accaduti il 29
gennaio alla stazione Principe ha spinto molta gente a
schierarsi per opinione o per convenienza a favore o
contro i soggetti coinvolti nello scontro. Poche,
purtroppo, si sono dimostrate le persone veramente
intenzionate a capirne a fondo i motivi.
Le denunce anche pesanti degli ultimi giorni hanno invece
dimostrato con certezza che dobbiamo tutti fare ancora
molta strada per costruire in questa città un clima di
vero dialogo e di confronto civile.
Ecco perché siamo qui ad affermare che, per non cadere
in vicoli autoritari rischiosi per tutti, deve essere la
città nel suo complesso a ritrovare se stessa, la sua
voglia di discutere, di confrontarsi e quindi... a
vincere.
VINCERE
- la pigrizia che inchioda l'informazione a realtà
virtuali ingigantite da abili demagoghi che con parole ad
effetto alimentano intolleranza e divisioni tra i
cittadini,
- la visione limitata in cui si ognuno é immerso per
allargare lo sguardo alla complessità esistente, a tutte
le situazioni di sofferenza economica, morale e
culturale, a tutte le situazioni di disagio avvertite e
mai comprese del tutto da gran parte della "gente
comune",
- le convenienze proprie di singoli e di gruppi che
limitano quelle iniziative che per oggettiva validità di
contenuto vanno al di la' di specifici interessi e di
interessi di immagine,
- l'intolleranza di chi trasforma le legittime differenze
di opinione in odi personali o, ancor peggio, in
ghettizzazione di singoli o di gruppi,
- la violenza, da qualunque parte essa provenga, che
rende impraticabile la libertà di espressione
individuale e di gruppo, in un ordinato andamento della
vita cittadina,
- l'isolamento che ci lascia soli con le nostre
convinzioni, senza metterci in gioco in maniera
propositiva, e senza partecipare alla diffusione e alla
difesa delle nostre opinioni con l'autorevolezza che
deriva dalla conoscenza e dalla consapevolezza della
realtà senza mai confondere autorevolezza con
autoritarismo.
Noi
crediamo che le idee, tutte le idee, possano crescere
solo nel dialogo e le diversità, che sono una ricchezza
per tutta la collettività, trovino valore solo
nell'incontro e non nel rifiuto e nel contrasto violento.
Genova sarà nel prossimo futuro sede di importanti
appuntamenti che vedranno i cittadini schierarsi su
diverse opinioni. E' importante che queste opinioni
possano essere comunicate e confrontate tra di loro in
modo comprensibile e propositivo.
Un indicatore importante del clima che caratterizzerà
Genova in questi mesi che ci separano dall'incontro dei G8
programmato per il giugno del 2001, sarà dato dal
seguito che avranno le denunce delle oltre quaranta
persone segnalate per i fatti di Principe dello scorso 29
gennaio. Noi chiediamo a quanti hanno compreso la
sproporzione dell'intervento della polizia rispetto ad un
gruppo di persone in atteggiamento assolutamente non
aggressivo, di esprimere la loro solidarietà in ogni
fase del procedimento giudiziario.
Noi crediamo che in una città democratica debba essere
possibile manifestare consenso o dissenso in maniera
pacifica senza per questo essere oggetto di violenza. Non
accettiamo che si vogliano confondere i problemi di
ordine pubblico con i disagi che inevitabilmente
qualsiasi manifestazione comporta.
Crediamo che tutte le forze incaricate di mantenere
l'ordine pubblico, debbano poter espletare la loro
funzione senza essere oggetto di "ghettizzazione"
contando per questo su guide altamente responsabili che
non considerano chi manifesta un "nemico da
combattere" ma un cittadino che esprime il suo
assenso o dissenso su fatti che riguardano tutti.
Chiediamo infine che ciascuno, assumendosi le proprie
responsabilità, prenda le distanze da chi, in qualsiasi
contesto, viola le regole democratiche della non-violenza.
CENTRO
LIGURE DI DOCUMENTAZIONE PER LA PACE
Hanno
finora aderito:
Legambiente regionale, Mani Tese, Monica Lanfranco della
rivista Marea, Associazione Internazionale Città Aperta,
Don Andrea Gallo e la Comunità di San Benedetto al
Porto, Democratici di Sinistra Genova,
Rifondazione Comunista Genova, Altro Polo -
Sinistra Verde, Antonio Bruno (Vice Presidente del
Consiglio Comunale di Genova), Elio Rosati (presidente
Arci Liguria), Paola Brogi, Roberto Delogu (Gruppo
Rifondazione Comunista Comune di Genova), Lucia Deleo,
Gigi Eusebi, Pina Mazzarino, Maria Ghilardi, Luca
Perazzone, Marco Delle Rose, Pierluigi Scotto (Legambiente
- Circolo Centro), Raffaele Mastrolonardo, Marco
Bellicano, Corrado Maria Bendinelli, Circolo Arci "Mascherona
16, Marco Menichetti, Fabio Marraffa, Anna
Bertonasco, Enrico Gabrielli, Costanza Perrotta (ManiTese
Genova), Avv. Alessandro Bontà, Fabio Giunti
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