maggio 1999




I lavoratori e le lavoratrici dell'areoporto di Genova, riuniti in assemblea generale, ribadiscono la necessità che il mondo del lavoro tutto, chieda l'immediata cessazione dei bombardamenti e delle violenze etniche nei balcani.

Da olre 60 giorni una "guerra umanitaria" sta devastando quell'area, inasprendo i conflitti etnici già esistenti all'interno della federazione jugoslava; questa guerra, oltre a rispondere alle smanie neo-imperiali di USA e Gran Bretania e ridimensionare l'Europa ad un ruolo subalterno, di fatto ha azzerato l'espressione del dissenso interno alla Serbia giocando a favore della follia nazionalista di Milisevic e dell'UCK, accellerando la pulizia etnica operata dalle truppe militari e paramilitari in Kosovo, aggiungendo atrocità alle atrocità, profughi ai profughi.

Questa guerra "intelligente" sta dimostrandosi giorno dopo giorno per quello che è: agli obiettivi militari si sostituiscono sempre più quelli "strategici" (ponti, fabbriche, ferrovie...) e civili (ospedali, colonne di profughi,bambini, ambasciate...).

I lavoratori e le lavoratrici dell'areoporto di Genova vogliono contribuire a dar voce e visibilità al generale bisogno di pace e di convivenza democratica esprimendo profonda solidarietà verso tutte le popolazioni, le emarginazioni, verso chi vede negati i più elementri diritti.

Quindi oggi il nostro pensiero è rivolto alle popolazioni Albanesi del Kosovo, alle popolazioni colpite dai bombardamenti, ai lavoratori serbi, come al popolo irakeno colpito dalle bombe e da un embargo economico inaccettabile o a quello Kurdo dimenticato ed umiliato, sottoposto ad una pulizia etnica ugualmente brutale tanto quella che contestiamo a Milosevic.

I lavoratori e le lavoratrici dell'areoporto di Genova, riuniti in assemblea generale, manifestano la contingente necessità di ripudiare la guerra in qualunque forma essa si sviluppi e chiedono al governo italiano il rispetto dell'articolo 11 della carta costituzionale.

I lavoratori e le lavoratrici dell'areoporto di Genova chiedono alle organizzazioni sindacali nazionali, territoriali e di categoria di adoperarsi per indire, promuovere ed organizzare uno SCIOPERO GENERALE che chieda:

* L'immediata cessazione dei bombardamenti per trovare, atraverso il negoziato, soluzioni diplomatiche per il ritorno alla pace.
* Il rifiuto di qualsiasi imposizione fiscale tesa a coprire i costi di questa guerra
* Il riconoscimento effettivo del ruolo dell'ONU come organizzazione al di sopra di ogni interesse nazionale per giungere ad una conferenza di pace nei balcani che riesca ad assicurare convivenza tra etnie e culture diverse, ponendo fine alle persecuzioni ed ai massacri, isolando e neutralizzando i regimi nazionalisti, dittatoriali e razzisti.
* Attraverso il governo italiano che tutti gli stati dell'unione europea si facciano carico della tragedia umanitaria creata nei balcani.

I lavoratori e le lavoratrici dell'areoporto di Genova, esprimendo una vera solidarietà verso tutte le popolazioni colpite dal conflitto ed in contrappoasizione alle logiche di guerra proclamano per il giorno 31-5-1999 (nel rispetto della legge 146) dalle ore 11.00 alle ore 12.00 un'ora di sciopero.

Le RSU dell'areoporto di Genova si faranno carico di raccogliere fondi che verranno pariteticamente versati all'ICS (centro italiano di solidarietà) per i profughi del Kosovo ed ai lavoratori serbi "disoccupati" dai bombardamenti.

Cerchiamo, attraverso queste iniziative, di sentirci un po' meno complici in queste ennesima follia di fine secolo, per noi, per quelli che verranno e ci chiederanno dove eravamo e cosa facevamo mentre si consumava questo dramma.

Genova, 21-5-1999

L'ASSEMBLEA GENERALE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DELL'AREOPORTO DI GENOVA

Info 0338.8445184


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