Lo spazio dei flussi
un frammento, uno stub, una bozza per una discussione al SALE a Venezia
Un sistema di conoscenza è costituito da un flusso di informazioni all'interno di un insieme di tecnologie definito tra nodi, iperlink e menti. Le relazioni sono tra docente e ricercatori, critici e artisti, storici dell'Arte e nodi elettronici, nodi elettronici e database. Un dominio di informazioni di tale fatta, sia dal punto di vista contenutistico che tecnologico, può esser visto come un sistema non lineare ed è quindi soggetto alle regole del comportamento emergente. Per questo l'approccio concettuale e progettuale di un sistema di questo tipo deve considerare le proprietà dei flussi dell'informazione che lo percorrono per definire una progettazione.
Quindi le prime domande sono:
• Che cosa è uno Spazio dei Flussi in generale?
• In che modo si differenzia dallo spazio fisico, il tipo di geografia che noi abbiamo imparato a scuola?
• Come possiamo gestire questo spazio così diverso?
Che cosa è lo spazio dei Flussi? Alla base c'e' l'idea di Eraclito: panta rei-tutto scorre. Il filosofo greco nel Pery Fyseos definiva con questa frase una costante condizione della natura: tutto viene e tutto va, incessantemente. Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume, perchè solo apparentemente esso permane: in realtà l'acqua che lo costituisce non è mai la stessa. Nemmeno si può toccare due volte l'essenza di un concetto nel medesimo stato, perchè questa a causa della velocità del divenire delle sue relazioni con altri concetti, di piano inferiore, uguale o superiore, si raccoglie e si disperde; la sostanza di una cosa è ciò che sottostà ad essa, quello che concettualmente la lega alla percezione e all'esperienza del gruppo sociale, l'idea platonica che la rende percepibile e che, legata all'apparato di tutta la tecnologia culturale, è essa stessa inserita in un processo di continuo divenire. Tutta la realtà, dalla materia all'energia, all'informazione è un costante processo di trasformazione, è quindi un perenne processo di mutamento che diventa visibile solo quando si realizzano delle 'topiche', dei 'nodi' che entrando in relazione determinano una 'armonia dei contrari', la trasformazione incessante è paradossalmente una condizione della percezione poiché, passando di piano e di scala, la totalità dei fenomeni rimane uguale a sé stessa in una indissolubile unità, infatti, come sostiene Eraclito, a ben guardare ogni salita è anche una discesa. Questo continuo passaggio di piano è reso possibile dal Logos, dall'intelligenza razionale discorsiva, che è un codice, una tecnologia, che organizza attraverso un ritmo e delle relazioni, metaforiche e logiche, le 'topiche' e i 'nodi'.
Il concetto di 'Spazio dei Flussi' ha delle relazioni con il pensiero greco, ma esso si riferisce a delle specifiche condizioni storiche che sono divenute predominanti solo di recente, più o meno intorno alla metà degli anni settanta. Lo spazio dei Flussi nella definizione generale è quel particolare momento dell'azione umana nel quale le dimensioni del senso sono create da un movimento dinamico, piuttosto che da un oggetto statico. (Felix Stalder, confrontare con il suo PhD e http://felix.openflows.com/html/left.html)
I concetti operativi in questo contesto sono “movimento” e “azione umana”. Senza movimento, questo spazio cesserebbe di esistere e noi ricadremmo indietro nello spazio fisico dei luoghi, definito da oggetti solidi e materiali quali montagne, palazzi, biblioteche e libri. I due concetti sono correlati poiché il movimento si definisce attraverso l'azione umana e crea le condizioni per la nostra vita di tutti i giorni. In questo senso, le placche tettoniche, anche se esse si muovono, non sono parte dello spazio dei Flussi, poiché non appartengono all'azione umana e seguono una scala temporale differente da quella dell'uomo. Lo spazio dei Flussi è diventato interessante in questi ultimi anni poiché è lo spazio all'interno del quale il nostro mondo, nel modo che noi lo conosciamo, è modulato, processato, in-formato dal medium della modernità cioè l'elettricità; ma certamente ci sono sempre stati quegli spazi sociali che erano creati dalle interazioni tra le persone, e che attivavano le relazioni culturali tra le parole e le loro catene di significati e definivano il movimento sociale. Un esempio è il mercato, un altro è la politica, sistemi dinamici che si realizzano all'interno dell'azione sociale umana. Un esempio è la “via del sapere” medievale quando dopo l'anno 1000 con l'accresciuto potere delle città si formarono grandi scuole presso le cattedrali che divennero punti di riferimento culturale, elaborando pensieri originali. A queste scuole, che sfoceranno poi nelle Università, convenivano studenti da ogni parte del dominio come clerici vaganti e goliardi. Filosofia e teologia erano sempre le discipline più importanti alle quali si subordinavano le altre suddivise in trivio che comprendeva grammatica, retorica, dialettica e quadrivio che comprendeva aritmetica, geometria, astronomia, musica. La nascita di queste scuole era stata resa possibile dalla riapertura delle vie di comunicazione.
Lo spazio dei flussi, consiste di 4 elementi:
• il medium/a che veicola/no i flussi;
• le cose che fluiscono;
• il linguaggio che organizza le relazioni;
• i nodi tra cui i flussi circolano (un nodo è un tipo di interfaccia, e come tutte le interfacce, modifica profondamente quello che connette).
Pensando alla cultura nel medioevo il medium del sapere, sia come circolazione e organizzazione, era il libro manoscritto, il codice miniato. Siccome il codice manoscritto era un artefatto di lunga preparazione e molto costoso circolava in pochi esemplari tenuti attentamente nelle biblioteche delle abbazie. Le Biblioteche nacquero così come istituzioni che riunivano i codici miniati e un vero e proprio network di maestri e discepoli di un determinato studio (giurisprudenza, medicina, teologia, filosofia, ecc.). La condizione sine qua non era il “pellegrinaggio culturale” lungo le vie del sapere, da Bologna a Parigi fino a San Jacques de Compostelle. La tecnica d'insegnamento si basava sulla lectio, lettura e commento di un autore, seguita dalla questio, cioè discussione di un problema. Ma importante era anche la disputatio, che veniva programmata a scadenze regolari e che verteva su un argomento scelto dal maestro. Tutti i partecipanti proponevano soluzioni che poi il maestro accettava o rifiutava a seconda che coincidessero o no con la sua visione. La disputatio, in particolare, era seguita da studenti nomadici che potevano arrivare dai più lontani centri di studio. Lo studio del tema era sviluppato lungo il tragitto. E' questo un sistema paragonabile a un network, dove i nodi definiscono i flussi del sapere. I flussi sono generati dall'interazione di somiglianza e differenza tra i nodi cosicché le funzioni, valori e significati nello spazio dei flussi diventano relazionali e non assoluti, dinamici e non statici. Se un nodo funziona oppure no non è determinato dal nodo ma emerge dalla rete di cui il nodo è soltanto una parte. Come la rete cambia, ecco che le vecchie connessioni muoiono e se ne stabiliscono di nuove, i flussi si riorganizzano attraverso nuove connessioni, significati, funzionalità e cambiano i valori.
L'elemento finale nello spazio dei Flussi sono le grandi scuole medioevali organizzate presso le abbazie e le cattedrali, esse si liberarono a poco a poco del controllo dei vescovi e divennero indipendenti. Presero allora il nome di studia generalia o di universitates, cioè scuole aperte a tutti; nacquero a Padova, Parigi, Londra come un network in un sistema di flussi dinamici. I flussi vanno sempre da un nodo a un altro nodo. In un mondo con una sola università, il sapere diventa un mero artifizio retorico. I nodi forzano lo studio e il pensiero a trasformarsi in flusso. I nodi, come le Università dove i concetti, gli etimi, il sapere era trasmesso, certificato e ri-attualizzato, sono membrane che connettono vari flussi ad altri e i flussi ad altri nodi: un nodo è un tipo di interfaccia, e come tutte le interfacce, modifica profondamente quello che interfacciano. Ma a fronte delle similitudini, i flussi del sapere medievale sono differenti dagli odierni flussi dell'informazione. Perché nello spazio dei flussi medievali le distanze tra i centri del sapere erano relativamente stabili; era uno spazio di flussi statico rispetto al nostro basato sull'informazione digitale. Quello che era il “banco da studio” delle antiche e tradizionali università, accademie e centri ricerche come Padova, la Sorbona, il Bauhaus, il Centro di Biologia Marina Anton Dorn con l'arrivo delle tecnologie elettriche è andato via via incrociandosi con l'elettricità producendo l'ufficio gestionale. Oggi il nodo per eccellenza nel nostro spazio dei flussi è l'ufficio, o il tavolo di studio, il centro di controllo e comando dei flussi dei prodotti, delle persone e delle informazioni. Nell'artigianato preindustriale, i luoghi di produzione e gli uffici di gestione non erano decisamente separati; questa situazione si rivelò efficiente nella misura in cui i flussi erano piccoli e lenti. Quando il volume e la velocità della produzione così come la reattività del mercato aumentarono con l'arrivo del medium elettrico, questo modello entrò in crisi. Come diretta risposta alla crescita delle produzioni industriali e alla velocità del mercato negli ultimi 100 anni, l'ufficio diventa centrale nell'economia della produzione nella seconda parte del 19° secolo. I flussi e i nodi iniziarono a differenziarsi. L'ufficio rappresenta il tentativo di gestire i flussi accelerati dei prodotti delle fabbriche. Questi flussi tendono costantemente a andare fuori controllo, in over-produzione o extra-costi. Il mondo degli uffici introdusse un tema centrale della cultura dei flussi: il paradosso che la pratica del controllo deve coesistere con la condizione del fuori controllo. Entrambi non solo coesistono allo stesso tempo ma si influenzano a vicenda. Le due condizioni non sono in contraddizione ma rappresentano le due facce della stessa medaglia. Nel processo di differenziazione dei flussi e dei nodi, l'ufficio si separò dall'officina. Prima in una stanza separata poi in un diverso edificio. Nella fabbrica fordiana l'acciaio entrava a una estremità della fabbrica e usciva come macchina dalla parte opposta. Questo era un nodo in un mondo dove il flusso di informazioni circolavano attraverso il medium della carta.
Oggi questa informazione circola attraverso l'elettricità e i media digitali, i nodi e i flussi vengono spinti dalle tendenze del medium stesso a differenziarsi. Il volume della produzione e la velocità aumentano, e la produzione del sapere si è trasformata in un meccanismo estremamente complesso grazie alla possibilità di avere centri di produzione, elaborazione e certificazione sparsi nel mondo. Il punto importante oggi è che: come il volume e il ritmo dei flussi aumenta, i nodi e i flussi si differenziano sempre più mentre si stanno integrando sempre di più dal punto di vista funzionale.
Adesso possiamo entrare più specificatamente nella seconda questione: quali sono le differenze tra lo Spazio dei Flussi e lo 'spazio' per come lo conosciamo?
Lo spazio dei flussi è definito dal movimento che mette in contatto elementi distanti come le cose e le persone in una relazione che è caratterizzata da essere continua e in tempo reale. Parlando da un punto di vista storico questo è una novità. Ci sono sempre state culture che sono state costruite su grandi distanze. Ma oggi, esse interagiscono in tempo reale. Una delle conseguenze dell'essere digitali è quella che lo spazio può espandersi e contrarsi molto velocemente. Pensiamo alla breve vita che hanno oggi le discussioni accademiche che sono direttamente collegate alla velocità e al volume delle idee prodotte dagli ambienti di ricerca. Quello che è molto importante è che questi cambiamenti non sono solo cambiamenti quantitativi, cioè come volumi e velocità, ma sono anche dei cambiamenti qualitativi. Come i flussi cambiano il loro volume e la loro direzione, i nodi cambiano le loro caratteristiche. Questa è probabilmente la differenza più importante tra lo spazio dei luoghi e lo spazio dei flussi. Le caratteristiche di ogni elemento dipendono meno dalle loro qualità interne piuttosto che dalle loro relazioni reciproche. Queste relazioni sono create dai flussi. In altre parole, la funzione, il valore e il significato nello spazio dei flussi sono relazionali e non assoluti. Acquisire l'ultimo sistema specializzato non garantisce che un sistema così sofisticato venga compreso e adottato.
Se un nodo funziona o no, quindi, non è determinato all'interno del nodo, ma emerge dal network del quale il nodo è solo una piccola parte. Così come il network cambia, così le vecchie connessioni decadono e nuove si stabiliscono, così i flussi si riorganizzano attraverso altri nodi, significati, funzionalità, e valori.
Come possiamo gestire tutto cio?
La questione è: chi è noi? Nello Spazio dei Flussi elettrici le persone sono meno definite dalle loro caratteristiche interne e intrinseche e molto di più dalla loro posizione in relazione ad un altro, allora l'analisi e l'azione non può più essere focalizzata sul singolo elemento, la persona individuale, un prodotto o una compagnia. Noi dobbiamo spostare la nostra attenzione da “all'interno di…” al “nel mezzo di…”. Così come piuttosto che chiederci come sia fatta una cosa dobbiamo chiederci come si interfaccia alle altre.
Gli scienziati cibernetici utilizzano queste teorie per parlare di “forme tecnologiche di vita”, e non intendono nulla di simile alla vita artificiale, ma il concetto che se due persone sono ingaggiate in una conversazione e sviluppano una nuova idea, questa non proviene da uno o dall'altro, ma dall'associazione o dalle forme di significati che hanno generato. Quello che fluisce tra due “menti” è all'interno di una forma di vita. Associando i nodi di una rete al concetto di “forma di vita” l'enfasi viene messa nel fatto che queste associazioni sempre più sono permesse e sono influenzate, dalla tecnologia e in particolare dalle tecnologie dell'informazione. Poiché questa tecnologia fornisce il mezzo con cui le informazioni possono fluire tra i partecipanti. Di nuovo ci troviamo di fronte agli elementi che generano un sistema di flussi della conoscenza:
• il medium digitale di comunicazione;
• le cose che fluiscono;
• Il linguaggio usato;
• e i nodi creatisi nell'ibridazione tra le persone e la tecnologia.
Le caratteristiche di qualsiasi forma di vita tecnologica non sono riassunte semplicemente nelle loro qualità individuali, ma esse emergono dalla loro interazione. Esse seguono le regole del comportamento emergente. Mentre la vita diventa sempre più legata alla tecnologia la tecnologia assomiglia sempre di più alla vita e ai suoi modelli funzionali. Noi stiamo diventando sempre più simili a dei cyborg e la tecnologia è sempre più capace di riprodursi autonomamemente poiché si integra sempre più massicciamente, nei sistemi dell'informazione biologica. La tecnologia continuamente e in tempo reale si adatta alle persone (concetti) che continuamente e in tempo reale cercano sempre di costruire nuove tecnologie (significati). E le loro relazioni si evolvono attraverso costanti flussi di feedback che circolano esponenzialmente attraverso i nodi piuttosto che in un semplice meccanismo di causa ed effetto. Dal punto di vista della progettazione (intenzionalità) ciò crea un problema. Non possiamo progettare forme tecnologiche di pensiero, poiché esse sono sistemi emergenti. Quello che possiamo fare, è progettare alcuni singoli elementi, in particolare i nodi. Questi elementi, tuttavia, sono completati dagli elementi fuori del nostro controllo immediato. Questo ci fa introdurre il tema della coesistenza di un “Hyper controllo” e di un “Out of Control”1. Noi possiamo gestire solo in minima parte il processo (micro-management). Allo stesso tempo noi diventiamo sempre di più influenzati e dipendenti da, cose che sono fuori dal nostra portata individuale (significati/socialità). Gli effetti emergenti, che danno valore e significato al nostro agire individuale, sono sempre più difficili da dirigere. Questo non diminuisce l'importanza del design e della progettazione, ma ne cambia le caratteristiche. Come il significato e le funzionalità sono spostate dall'oggetto del design nelle relazioni create dai flussi, l'oggetto dì per sé stesso diventa incompleto. Non possiamo conoscere quale sia la funzionalità relazionale di un oggetto prima di inserirlo in una intersezione di flussi dell'informazione. E questo la fa assomigliare, (o essere?) a una sorta di vita propria.
I nodi hanno bisogno di essere generici in modo da poter assumere una loro propria specificità sotto la pressione di quelle tendenze peculiari che noi non possiamo interamente precedere. Inoltre in un ambiente altamente integrato, in un supporto fluido di dati digitali, il nostro intervento di progettazione e i nostri interventi direzionali e di gestione tra i larghi spazi dei flussi è in parte quello che genera l'incontrollabilità dell'intero ambiente. Impreviste conseguenze, filtrate attraverso l'intero network, presto o tardi torneranno indietro e riconfigureranno le relazioni dei nodi che noi avevamo appena cosi coscientemente progettate. Per tutto questo un sistema di conoscenza deve essere progettato come un sistema emergente che rispetta le teorie dei sistemi non lineari esattamente come la cultura e lo sviluppo della conoscenza.
Progettare innescando un sistema e gestendolo attraverso micro-interventi che, come nel caos, sono dei micro-attrattori che stressano il sistema per vedere che cosa succede alla Network society.
Le Accademie e i centri del sapere sorsero dapprima in Italia, poi in Francia e quindi in Inghilterra e poi via via negli altri Stati europei. Le Università più famose oltre a quelle di Bologna, Padova, Napoli e Pavia erano l'Università parigina della Sorbona e quelle inglesi di Oxford e di Cambridge, sorte tutte fra il XII e il XIII secolo. In tutte le università la lingua parlata e insegnata era il latino. Oggi la lingua franca dell'Accademia è l'Inglese, se non altro per il fatto che la rete è stata creata da una cultura anglosassone, quella americana, e gestita, almeno inizialmente, dalla National Science Foundation. E se nel medioevo interi gruppi di studenti si spostavano da una università all'altra per ascoltare le lezioni di rinomati professori. Oggi intere Accademie possono spostarsi nello spazio dei flussi digitali. E se allora i libri, molto costosi, erano rarissimi. Oggi i libri sono maggiormente accessibili e a disposizione di tutti spesso nella forma di paper riassunto digitale. E come gli allievi imparavano più che altro ascoltando la viva voce del professore e prendendo appunti, oggi nella Network Academy gli studenti saranno accompagnati dalla figura del Professore nel percorso della conoscenza ascoltando dalla viva voce dei maestri riconosciuti la lezione. Un'Accademia potrebbe configurarsi come network di pensatori e avere delle lezioni in forma di “Disputatio” direttamente con critici di qualsiasi campo attraverso le opportune tecnologie on line. Oggi un'Accademia potrebbe offrire un Network di lezioni piuttosto che una riproduzione delle lezioni. E questo potrebbe mutare dall'interno e in profondità la coscienza stessa della nostra cultura.
1. K. Kelly, Out of Control la nuova biologia delle macchine dei sistemi sociali e dell'economia globale, Ed. Italiana 1996 Prima Edizione Urra, Apogeo srl, Trad. Corrado Poggi, ISBN 88-7303-182-X.
francesco monico - venezia 2005 - venezia 2008