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I padri dell'antipsichiatria
 

L'antipsichiatria non ha padri.
Al contrario, a sentire le dichiarazioni di tutti coloro che sono stati considerati negli anni 'antipsichiatri', si potrebbe argomentare che non sia mai esistito un movimento o una teoria antipsichiatrica.
David Cooper, a cui si deve il termine, se ne dissociò presto, così come fece Ronald Laing, Thomas Szasz e, in Italia, Franco Basaglia e gli psichiatri democratici. Nessuno di loro è mai stato antipsichiatra, nessuno di loro è padre di alcunché.
Se si esclude il caso dell'esperienza italiana di Basaglia che, senza alcun dubbio, non ha niente a che vedere con un processo di superamento della psichiatria, ma ne rappresenta esclusivamente un ammodernamento e un aggiustamento alle attuali esigenze del sistema sociale, negli altri casi il rifiuto dell'etichetta "antipsichiatria" coincide con la consapevolezza che essa non è una teoria, né un'ideologia, né tanto meno una scuola di pensiero a cui aderire.
A nostro modo di vedere l'antipsichiatria è una pratica istintiva e primordiale, non specialistica e diffusa, che coinvolge tutti coloro che credono che questo è solo uno dei mondi possibili e il proprio solo uno dei modi possibili di esistere. Tutti coloro che difendono la verità delle proprie e altrui percezioni e il proprio e altrui diritto di comunicarle e realizzarle… Non ha fatto bene al movimento antipsichiatrico l'identificazione coi suoi padri. Sia per questo misconoscimento precoce di paternità, sia perché ciò ha significato spesso l'idea che l'antipsichiatria non sia altro che una pratica specialistica di 'cura' alternativa alla psichiatria tradizionale.
In realtà l'antipsichiatria è molto più vicina alla mistica, all'antropologia, all'etica, all'emozione, di quanto non lo sia alla psichiatria, alla psicologia o al cervello umano. L'anti, così come noi lo intendiamo, non sta per contro ma per prima di. L'antipsichiatria è ciò che sta prima della formulazione del giudizio psichiatrico, prima che esso scaraventi noi e le nostre esperienze in un mondo separato e incomprensibile, prima che qualcuno chiami i vigili urbani o trasformi in maniera irreversibile la nostra chimica.
Per questo forse ognuno è padre del suo percorso antipsichiatrico e gli altri possono essere compagni di strada, testimoni, alleati… ma non padri, detentori del sapere, tecnici dell'antipsichiatria.
Ciò che nasce in termini di conoscenza, relazione, emozione da questo incontro con la follia liberata non è patrimonio dell'antipsichiatria, ma patrimonio individuale e collettivo di chi vi è coinvolto. I cosiddetti 'padri' dell'antipsichiatria sono alcuni fra gli uomini e le donne che si sono confrontati con le esperienze extraordinarie in maniera anti/psichiatrica (per quanto ciò sia umanamente possibile). Non è forse importante come essi stessi si siano autodefiniti, ma piuttosto quello che hanno fatto.
L'antipsichiatria ha però centinaia di migliaia di altri padri sconosciuti che lottano ogni giorno per la loro sopravvivenza negli infiniti luoghi di sterminio psichiatrico. Questo sito e l'esperienza di cui è frutto, deve alla loro passione e alla loro irragionevolezza tutta la sua forza, la sua determinazione e la sua voglia di continuare.

Aspettiamo messaggi e esperienze per riscrivere questa storia dal loro punto di vista.

R.D. Laing - David Cooper - Thomas Szasz - Peter Breggin 

Giorgio Antonucci - Giuseppe Bucalo