Il pensiero
unico
di Ignacio Ramonet
Invischiati. Cresce, nelle attuali democrazie, il numero dei
cittadini liberi che si sentono invischiati, impaniati da una
specie di dottrina gelatinosa che insensibilmente avviluppa
qualsiasi ragionamento ribelle, lo inibisce, lo confonde, lo
paralizza fino a soffocarlo: il pensiero unico, il solo
autorizzato da un'invisibile e onnipresente polizia
dell'opinione. Dopo la caduta del muro di Berlino, il crollo dei
regimi comunisti e la demoralizzazione del socialismo, il nuovo
Vangelo ha raggiunto un tale grado di arroganza, di boria e di
insolenza che di fronte a un simile furore ideologico non è
esagerato parlare di dogmatismo moderno .
Che cos'è il pensiero unico? E' la trasposizione in termini
ideologici, che si pretendono universali, degli interessi di un
insieme di forze economiche, e specificamente di quelle del
capitale internazionale; ed è stato, per così dire, formulato e
definito fin dal 1944 in occasione degli accordi di Bretton
Woods. Le sue principali fonti sono le grandi istituzioni
economiche e monetarie la Banca mondiale, il Fondo monetario
internazionale, l'Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico, l'Accordo generale sulle tariffe doganali e
sul commercio, la Commissione europea, le banche centrali ecc.
che attraverso i loro finanziamenti arruolano al servizio delle
loro idee, sull'intero pianeta, numerosi centri di ricerca,
università e fondazioni, chiamate ad affinare e a diffondere la
buona parola.
Questo discorso anonimo viene ripreso e riprodotto dai
principali organi di informazione economica e in particolare
dalle bibbie degli investitori e degli agenti di borsa The
Wall Street Journal, Financial Times, The Economist, Far Eastern
Economic Review, les Echos, l'Agenzia Reuter ecc. in buona
parte di proprietà dei grandi gruppi industriali e finanziari. E
infine, un po' dovunque, docenti di economia, giornalisti,
saggisti, uomini politici si richiamano ai principali
comandamenti di queste nuove tavole della legge, e attraverso i
grandi mezzi di comunicazione di massa li ripetono a sazietà,
ben sapendo che nelle nostre società mediatizzate la ripetizione
equivale alla dimostrazione.
Il fondamento del pensiero unico è il concetto del primato
dell'economia sulla politica, tanto più forte in quanto un
marxista distratto non lo contesterebbe. E' in base a questo
principio, ad esempio, che nel 1994 si è potuto procedere senza
alcuna opposizione di rilievo a rendere indipendente uno
strumento importantissimo nelle mani dell'esecutivo quale la
Banca di Francia, che è stata così posta, come si è detto, al
riparo dalle vicende aleatorie della politica. La Banca di
Francia è indipendente, apolitica e al disopra delle parti,
afferma infatti il suo governatore, Jean-Claude Trichet, il
quale tuttavia aggiunge: Noi chiediamo la riduzione del deficit
pubblico (e) perseguiamo una strategia di stabilità monetaria
(1). Come se questi due obiettivi non fossero politici!
All'economia si riserva il posto di comando in nome di un
realismo e di un pragmatismo di cui Alain Minc ha dato la
seguente formulazione: Il capitalismo non può crollare, è lo
stato naturale della società. La democrazia non è lo stato
naturale della società. Il mercato lo è. (2) Un'economia
ovviamente sbarazzata dall'ostacolo del sociale, considerato
come una sorta di patetica ganga la cui pesantezza sarebbe causa
di regresso e di crisi.
Gli altri concetti chiave del pensiero unico sono ben noti. Il
mercato, idolo la cui mano invisibile corregge le asperità e le
disfunzioni del capitalismo, e in particolare i mercati
finanziari i cui segnali orientano e determinano il movimento
generale dell'economia; la concorrenza e la competitività che
stimolano e dinamizzano le imprese, conducendole a una
permanente e benefica modernizzazione; il libero scambio
illimitato, fattore di sviluppo ininterrotto del commercio e
quindi delle società la mondializzazione sia della produzione
manifatturiera che dei flussi finanziari; la divisione
internazionale del lavoro che modera le rivendicazioni
sindacali e abbassa il costo del lavoro; la moneta forte,
fattore di stabilità la deregulation, la privatizzazione, la
liberalizzazione, ecc. Sempre meno Stato, un arbitrato
costante in favore dei redditi da capitale e a scapito di quelli
da lavoro. E l'indifferenza nei riguardi dei costi ecologici.
La ripetizione incessante di questo catechismo attraverso tutti
i media (3) e da parte di quasi tutti gli uomini politici di
destra e di sinistra (4) gli conferisce una tale forza di
intimidazione da soffocare qualsiasi tentativo di riflessione
libera, e rende assai difficile la resistenza contro questo
nuovo oscurantismo (5).
Si è quasi portati a pensare che i 17,4 milioni di disoccupati
europei, il disastro urbano, la precarizzazione generale, la
corruzione, la tensione nelle periferie delle città, il
saccheggio ecologico, il ritorno dei razzismi, degli
integralismi e degli estremismi religiosi, la marea degli
esclusi non siano altro che miraggi, colpevoli allucinazioni in
grave discordanza con questo migliore dei mondi, edificato dal
pensiero unico per le nostre coscienze anestetizzate.
note:
torna al testo (1) Le Monde, 17 dicembre 1994
torna al testo (2) Cambio 16, Madrid, 5 dicembre 1994
torna al testo (3) Testimonianza esemplare di questo pensiero dominante: La
France de l'an 2000, rapport au premier ministre, Edizioni Odile
Jacob, Parigi 1994.
torna al testo (4) E' ben nota la celebre risposta di Dominique Strauss-Kahn,
ministro socialista dell'industria alla domanda: Cosa
cambierebbe se vincesse la destra? Nulla. La sua politica
economica non differirebbe molto dalla nostra. The Wall Street
Journal Europe, 18 marzo 1993.
torna al testo (5) Sarà per questo che vari intellettuali, tra cui Guy Debord,
hanno preferito il suicidio in queste ultime settimane?
Articolo tratto da Le Monde Diplomatique del GENNAIO-1995, inserto mensile de il manifesto
Altre informazioni su come il pensiero diventa unico