Malatesta
a Napoli
intervista
a cura di G.F.M.
da
A rivista anarchica, anno 33 n. 294, novembre 2003
Il 5, 6, 7 dicembre, a Napoli nel seicentesco Palazzo dello
Spagnuolo di via Vergini 19, i gruppi anarchici napoletani della
Federazione Anarchica Italiana, in collaborazione con la Fondazione
Morra, organizzano un Convegno sulla figura e la personalità di
Errico Malatesta, anarchico. Ne parliamo con uno dei promotori.
Perché un Convegno su Malatesta?
In quanto anarchici la personalità di Errico Malatesta e il suo
ruolo attivo in seno al movimento anarchico e proletario
internazionale, ci ha sempre suscitato interesse e curiosità per la
sua capacità di ricomporre la pratica della libertà con la
fermezza delle proprie idee, riuscendo in tal modo a relazionarsi
dialetticamente sia fra le diverse componenti libertarie ed
anarchiche, sia fra le avverse ed antagoniste forme
politico-organizzative del movimento rivoluzionario. Malatesta un
giorno ebbe a scrivere di essere «fermo e deciso in quello che
voglio, sempre dubbioso in quello che so», sottolineando in tal
modo quanto la sua determinazione lo conducesse ad accettare il
confronto aperto e schietto non per convincere ma per esser convinto
di quanto lui stesso sosteneva. Perciò la sua ferma determinazione
poteva indurlo ad abbracciare scelte strategiche diverse in ragione
delle differenti situazioni sociali, senza peraltro mai scivolare in
nessuna forma di opportunismo politico, convinto non solo che il
rapporto mezzi/fini dovesse essere identico, ma anche relativo alle
circostanze date.
Perché a Napoli?
L’anarchico di Santa Maria Capua Vetere rappresenta una figura
centrale nella storia del movimento anarchico italiano ed
internazionale, tanto da costringere chiunque a riconoscerla ed
apprezzarla in quanto strenuo difensore della libertà. Perfino i
suoi oppositori ed avversari, dopo averlo negato e taciuto per tanto
tempo, potrebbero ora rivendicarne chissà quale progenie al punto
da inventarsi qualche operazione di recupero «politically correct».
Com’è avvenuto qualche tempo fa con Proudhon e come qualcuno ha
tentato timidamente di fare anche con Malatesta, proprio nella sua
città; bisogna dire con scarso successo, perché «la nota persona»,
come veniva definito Malatesta nelle segnalazioni della questura, è
soggetto assolutamente irrecuperabile al sistema di dominio. Così,
in occasione dei 150 anni dalla sua nascita, abbiamo voluto noi
raccontare e capire Errico Malatesta. Qui, a Napoli. La sua terra
che, fin da giovane, lo vide fautore dell’internazionalismo e
della solidarietà rivoluzionaria fra tutti gli oppressi.
Ma che tipo di convegno sarà?
Un convegno «malatestiano», nei modi, nelle forme e nei
contenuti. Sarà aperto ai contributi di tutte le componenti del
movimento anarchico, così come sarà disposto al dialogo e alle
ragioni di chi vorrà conoscere e confrontarsi con un percorso
storico ed organizzativo che fin dalla Prima Internazionale ha
segnato una delle possibilità rivoluzionarie per trasformare questa
società gerarchica, autoritaria e repressiva. Un convegno che sarà
sicuramente uno studio del nostro passato di anarchici, di
organizzatori, di rivoluzionari. Ma uno studio del passato non per
coglierne semplicemente i dati di fatto, quanto la riapertura di
attuali possibili sviluppi. Il convegno sarà «aperto» nel senso
più ampio del termine, potranno parteciparvi tutti, assolutamente
tutti e chiunque, perché il patrimonio delle idee malatestiane non
può essere prerogativa e appannaggio dei soli anarchici. Le idee
malatestiane sono di una ricchezza e di una impellenza
entusiasmante. A partire da esse è possibile costruire una società
nuova, una organizzazione più giusta e più efficiente per
l’intera umanità ed è bene che le conoscano quante più persone
è possibile. D’altro canto, senza Malatesta non ci sarebbe stato
un movimento anarchico, ricco, variegato e, nonostante tutto, unito
come quello attuale. E‚ per questo che i relatori che abbiamo
contattato non rappresentano una tendenza all’interno del
movimento anarchico internazionale, né noi abbiamo mai pensato di
voler realizzare – con questo convegno su Malatesta – alcuna
sintesi. Semplicemente ci è parso utile un confronto aperto e
schietto con quanti vogliono esserlo con noi. Non per convincere, ma
per esser convinti delle nostre idee. Privilegiando, ovviamente,
tutti quegli elementi di aggregazione e compattezza del movimento,
come Errico Malatesta nella sua vita di militante anarchico ha
cercato di realizzare. E se ora ci troviamo qua a discuterne…beh,
lo dobbiamo anche a lui.
Tre giorni di incontri, dibattiti e quant’altro ancora?
Molti di noi fanno le cose solo se gli piace farle. Un convegno a
Napoli nei primi giorni di dicembre può essere una occasione
piacevolissima. Una delle nostre maggiori preoccupazioni è quella
dell’ospitalità verso i compagni esterni partecipanti; cercheremo
di fornire tutte le informazioni di cui disporremo sulle possibilità
di alloggio e sistemazione nei giorni del convegno, ma sarà
importante che chi ha intenzione di venire si prenoti per tempo.
Naturalmente dipende molto da noi fare in modo che il convegno sia
un evento gratificante. Ci saranno mostre d»arte, presentazioni di
libri, esposizioni di materiale storico, performance teatrali. Si
parlerà, naturalmente, di Malatesta, del movimento anarchico, dei
problemi del mondo del lavoro, del proletariato, della società. La
sede del convegno è accogliente, al primo piano di un palazzo
storico. Siamo ospiti della Fondazione Morra, dove ha sede anche
l’Istituto di Scienza della Comunicazione Visiva. L’iniziativa
più recente promossa da questa organizzazione è quella intitolata
«Labirinti dell’Immaginario» che ha visto coinvolto il Living
Theatre. Altre informazioni si possono trovare sul sito http://www.ecn.org/contropotere/convegno/.
Per realizzare tutto ciò in quanti siete? Ma, soprattutto:
chi siete? (che fate? Dove andate? – Un fiorino!)
Un po’ meno dei primi aderenti all’Associazione
Internazionale dei Lavoratori. Un po’ più di quanti siamo prima
del presente Convegno.
Il comitato organizzatore si pone come momento di aggregazione
dell’intero movimento anarchico napoletano. Vi fanno parte gruppi
e compagni di tutte le tendenze: varie individualità anarchiche, i
gruppi OACN, OAN, Comidad e la Federazione Anarchica Milanese
(tendenza «viro mare quant’è bello»). Il gruppo Louise Michel,
gruppo storico del movimento napoletano, vi partecipa già con
alcuni suoi militanti, ma, ripetutamente invitato, ci aspettiamo che
non faccia mancare la sua adesione ufficiale.
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