"L'invito a produrre, a consumare, ad organizzare fallisce oramai nell'impresa di recuperare la passione del creare, nella quale si dissolverà ormai la coscienza delle costrizioni
La spontaneità è il modo d'essere della creatività, non una condizione isolata, ma l'esperienza immediata della soggettività. La spontaneità concretizza la passione creativa, abbozza la sua realizzazione pratica [·].
é un condensato di possibili, un moltiplicatore di conoscenze e di efficacia, il modo d'impiego dell'intelligenza; il suo criterio proprio".
R. V.
Il percorso intrapreso con l'organizzazione dei due Workshop sulla narrazione territoriale ha come scopo il proporre pratiche di reazione all'incessante pressione che la società dei consumi esercita sugli individui più o meno consapevoli. Pressione che si manifesta territorialmente attraverso segnali impercettibili, lente mutazione delle relazioni sociali ed interpersonali, mitizzazione degli oggetti simbolo, negazione di momenti realizzativi/creativi, ancoraggio ad un perpetuo meccanismo di ripetizioni di gesti, di modifica dei desideri, di dirottamento dei bisogni. L'obiettivo è la omologazione consumatrice, uno stravolgimento dell'immaginario affiancato ad una sostituzione della natura.
Una delle spie rivelatrici delle modifiche di un processo di trasformazione macchinica degli uomini e delle donne si manifesta attraverso l'avvenuta disponibilità tecnologica di massa. Congegni di registrazione e riproduzione sono oramai accessibili a chiunque, singoli o associati. Da originari strumenti di estensione di alcuni sensi umani sono diventati oggetti/servizio capaci di creare e perpetuare la rappresentazione del mondo contemporaneo, hanno vinto su ogni diacronia autorappresentativa. Hanno fornito la capacità immediata di immaginare e rappresentare artificialmente il singolo ed il plurale.
Non si è diffuso un sapere (i dettagli di funzionamento, le regole di sistema, la gestione di un marchingegno) si è semplificata una procedura, la si è resa massificata. Partecipare per registrare e riprodurre, elaborare, poter definire contorni precisi alle situazioni, dare volti a voci·Glasnost.
Semplificando si è messa in moto una reazione a catena.
La produzione materiale di immagini si è diffusa ed individualizzata·chi riprende non interpreta più il mondo lo registra. Il tramonto dell'oggettività. Non più realtà ma rappresentazione·che banalità.
Macchine magiche diventate beni di consumo, regali di compleanno, segni d'identità, professioni, nuovi lavori: produzione dell'immateriale.
Il materiale si produce, l'immateriale si crea. Così ogni creatività, ogni sensibilità decade. Agire tramite macchine di riproduzione e registrazione diventa uno stare al mondo peculiare di con/testi psicosociali. Caratterizza l'identità individuale. Diffonde stili di vita e di consumo, integra e disintegra figure sociali, oggettivizza ogni movimento, ogni voce.
Ad una produzione seriale di prodotti e contenuti immateriali, al dissolvimento dell'atto del creare, si risponde talvolta, attraverso la sperimentazione di metodi e pratiche animate dalla curiosità verso i prestigiatori, un'attenzione alle cose minime, una ricerca dell'irraprensentabile e si scontrano con il conflitto tra sentirsi agenti di consumo e pionieri della memoria. Gli ostacoli posti dagli oggetti in termini di innovazione e continuo aggiornamento, una sorta di appetito tecnologico permanente, senza testare, sforzare, tendere, tecniche già efficaci. Rincorrere l'innovazione come azione rivoluzionaria è un suicidio tentacolare.
Zone di resistenza e creazione persistono in una loro attività di decodificazione e valorizzazione delle tracce umane residue.
Lo scopo degli incontri è stato approfondire l'uso, territorializzare la diffusione, comparare gli effetti delocalizzati , di Zone differenti di resistenza. Domandarsi e riflettere sulla realizzazione di una narrazione territoriale significa infatti escogitare pratiche di fuga dagli obblighi della rappresentazione·attraverso un uso diverso delle cineprese e delle videocamere, attraverso lo sviluppo di pratiche legate all'audioattivismo, lo sfuggire alla dittatura delle immagini potrebbe svelare il plagio, raccogliere e conservare sedimenti di umanità, di desiderio, di rabbia· |