Da ALTER EGO - Droga e cervello,
Università degli Studi di Cassino.
Cap. III FARMACOLOGIA DELLE DROGHE
LA CANAPA INDIANA
Effetti
Gli effetti della canapa sono estremamente variabili. Essi sono diversi
da individuo ad individuo in quanto dipendono dalla qualità e dalla
quantità della dose, dalla via d'assunzione, dal contesto in cui
la droga viene assunta, dalle aspettative, e dalla base biologica individuale
su cui si va ad esercitare l'azione psicotropa della sostanza.
Esiste comunque una serie di effetti più caratteristici e ricorrenti
così descrivibile:
senso di distacco dal mondo, benessere, euforia; sedazione e sonnolenza;
distorsione del senso del tempo, dello spazio e della visione; occasionalmente,
illusioni ed allucinazioni.
L'uso della canapa sembra portare ad una diminuzione delle prestazioni
psicofisiche, dell'attenzione, dei tempi di reazione, nella coordinazione
motoria, nella percezione.
Pare dimostrato che l'abuso di canapa non provochi dipendenza fisica.
Negli abituali consumatori può presentarsi invece una forma di dipendenza
psicologica, indotta sia dal piacere che essi riferiscono di provare attraverso
la sostanza, sia - forse soprattutto - da fattori d'ordine sociale, come
i condizionamenti del gruppo di cui essi fanno parte e il desiderio dell'aggregazione
ottenuta col "rituale" dell'assunzione collettiva di canapa.
Meccanismi d'azione e tossicità
I meccanismi d'azione della canapa sono in gran parte sconosciuti e
sembrano dipendere da processi biochimici che alterano la fluidità
della mambrana cellulare dei neuroni. Recettori per i principi psicoattivi
della canapa sono stati localizzati a livello di una struttura del sistema
limbico, l'ippocampo, che possiede un ruolo importante nei processi d'apprendimento
e memorizzazione.
L'uso della canapa provoca cambiamenti strutturali e funzionali nell'ippocampo
e ciò potrebbe spiegare il calo del rendimento nei tests cognitivi
(sull'apprendimento e sulla memoria) che si riscontra mediamente nei consumatori
di marijuana e hashish.
Questo effetto tipico si amplifica nei casi di assunzione di elevate
dosi di canapa fino a giungere al quadro clinico di una sindrome, che è
stata chiamata "disintegrazione temporale", i cui sintomi sono la tendenza
a confondere passato, presente e futuro, spersonalizzazione, senso di irrealtà.
I consumatori cronici di marijuana inoltre esibiscono una perdita d'interesse
e motivazioni verso le cose ed una generale apatia, presentano quella che
è stata definita "sindrome amotivazionale".
Dato che la canapa viene comunemente fumata, le affezioni più
comuni tra i suoi consumatori sono quelle delle vie respiratorie (dovute
alla presenza del tabacco negli spinelli, n.d.r.). Comuni sono la tosse
e le bronchiti croniche e una diminuzione della capacità ventilatoria.
L'uso di canapa può aggravare le malattie dell'apparato cardiocircolatorio
e alterare le funzioni del sistema endocrino, soprattutto quelle che regolano
le funzioni sessuali. Controversi sono i dati sugli effetti immunodepressivi
della canapa. La diminuzione della resistenza alle malattie conseguente
all'uso della canapa non è certa. |