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From "Magic Natan" <natan@lobotomize.it>
Date Mon, 9 Feb 2004 20:07:08 +0100
Subject RE: [hackmeeting] richiesta

[gi0]
>[...]
>di solito, quelli che autodefiniscono il proprio operato
>come super partes, sono quelli che sostengono di eseguire solo 
>degli ordini(o di essere garanti di uno status quo ben preciso)
>oppure di aver ricevuto il proprio ruolo/potere
>da strutture/entita' superiori e insindacabili,
>quindi, guardando bene, l'essere genericamente super-partes 
>significa nn prendere posizione o averne una ben camuffata.

Spiego meglio quella che secondo me è l'etica hacker applicata alla
politica; non intendevo in ogni caso dire che l'hacker non deve avere
un'opinione, o non deve combattere per esse.
Come dice giustamente [Elettrico] è naturale che la filosofia OpenSource
applicata alla politica sia eticamente opposta a quella di un regime
totalitario, ma perché sono l'applicazione di principi molto più
profondi applicati ora allo sviluppo di un software ora ad un sistema
sociale.
Non cadiamo però nel baratro delle considerazioni del tipo - per dirla
con un film di Nuti - "la mortadella è comunista, il salame fascista e
il prosciutto democristiano"...

Come dicevo in un altro thread il ruolo dell'hacker (informatico e non)
è molto più profondo del superficiale schieramento politico.
Considerato che non siamo - e mai saremo - nel migliore dei mondi
possibili, l'hacker deve avere una pulsione antagonista, come dice
giustamente nella sign [P@sKy], critica ed anticonformista, che da buon
betatester sappia mettere alla luce i bug della nostra società senza
farsi manipolare ed annebbiare da bandiere politicizzate e
strumentalizzate.

Tutto questo sempre secondo la mia modesta opinione ;)
Nat


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