numero zero


Genova

Genova 2001. Gli 8 grandi della terra si riuniscono per decidere le sorti del pianeta.

Lo sfondo dell'incontro è una città militarizzata e blindatissima, isolata con muri e recinzioni, violentata nel suo intimo più profondo. Una città tesa, ossessionata da una campagna mass-mediatica preparatoria del vertice che si adeguava ai tempi e riproponeva, aggiornandolo, lo spauracchio del diavolo. Come nelle migliori tradizioni popolari. L'inferno, intanto, l'avevano costruito tutto intorno.

Demonizzazione del dissenso, dunque. Criminalizzazione del conflitto. Quello reale, ben inteso. I "buoni" non devono essere confusi con i "cattivi". I buoni. Quelli della contestazione concordata e concertata. Quelli del conflitto simulato, pronti per l'ennesimo spettacolo virtuale. Gli occhi del mondo come riflettori. E circa trecentomila partecipanti ignari. Tutto pronto dunque. Ognuno ai loro posti: la logica dei blocchi, le iniziative di piazza predefinite, il divieto di avvicinarsi alla zona rossa, gli annunci spettacolari di disobbedienza. Lo show abbia inizio.

20 luglio 2001. P.zza Alimonda. La mano assassina dello stato uccide Carlo Giuliani. Angoscia. Dolore. Disgusto, per come la figura di un giovane compagno è stata usata. Osannata o criminalizzata dalle parti opposte, a seconda dei casi. Strumentalizzata. Violentata. Disgusto, perché nonostante sia stata evidente sotto gli occhi di tutti la folle volontà omicida e non nuova da parte dello Stato (ricordiamo in precedenza i fatti di Napoli, i feriti, le torture in caserma ...) la lettura comoda e cieca che è stata fatta di quei giorni, non soltanto nell'immediato, da una buona parte di aree politiche, è stata la colpevolizzazione del diavolo cattivo, questa volta vestito di nero, che aveva rovinato la festa. E' dunque lui, soltanto lui, il responsabile delle cariche e dei pestaggi criminali. Lui, solo lui, colpevole della bieca violenza poliziesca nella caserma di via Bolzaneto. E infine ancora lui, unico colpevole del tragico blitz alla Diaz.

La colpa è dei cattivi, dunque. Come in ogni tradizione che si rispetti.
Carlo veniva ucciso altre due, tre ... mille volte.

Assurda cecità? Ad un anno di distanza, dopo l'assoluzione degli agenti indagati a Napoli, dopo l'incredibile - ma non inaspettata - ricostruzione della morte di Carlo (il proiettile deviato da un sasso) che ridimensiona la responsabilità dell'agente che ha sparato, dopo la scoperta della costruzione di prove false che hanno portato a giustificare il massacro famoso nella scuola Diaz ... invitiamo i/le compagne ad aprire gli occhi. Da più parti si invoca giustizia sia per morte di Carlo che, più in generale, per i fatti accaduti in quei giorni a Genova. A chi è rivolto questo appello? Allo stato che ha armato la mano che ha sparato a Carlo e nasconde e mistifica le prove? E a quale giustizia si fa riferimento? Quella delle aule di tribunali? Noi al diavolo non ci abbiamo mai creduto. Tantomeno crediamo a questa giustizia. Da subito non abbiamo avallato, anzi abbiamo rifiutato la criminalizzazione dei cattivi. Se ancora non abbiamo capito dove cercare i colpevoli vi indichiamo i posti giusti (forse per qualcuno scomodi), senza paure o reticenze. Senza timore di schierarsi. Noi non abbiamo niente da dividere, né eventualmente da cogestire, con i signori della guerra. Siamo contro la politica degli accordi, contro la logica dei finanziamenti e della politica concordata. E non siamo in vendita.

Antiistituzionali in quanto anticapitalisti. Bisogna saper distinguere causa ed effetto. Non si può da una parte lottare contro gli effetti del capitalismo (causa) e dall'altra non schierarsi apertamente contro le istituzioni borghesi che lo rappresentano. Il nemico non va cercato lontano. E' proprio qui, in casa nostra. Illuso chi pensa che possa esistere un capitalismo dal volto umano. Parliamo degli ingenui, ovviamente. Per gli scaltri, i furbi e politicanti vari parla invece la storia: non c'è nessuna possibilità di riformare le istituzioni. E ai patti scellerati con questo stato segue sempre un conto da pagare. Sempre più salato. Non lo dimentichiamo.

Vogliamo cercare i "cattivi" allora? E' facile. Sono i signori della guerra. Sono quelli che nella varie parti del mondo sfruttano uomini e donne in nome del dio profitto. Sono quelli che uccidono a Genova e in tante altre parti del mondo. Sono quelli che ogni giorno reprimono e incarcerano ogni forma di dissenso. Quelli che vengono assolti a Marghera. Quelli delle morti bianche sul lavoro. Sono quelli della precarizzazione del lavoro e della vita, della flessibilità delle prestazioni e delle coscienze che si inchinano agli ordini della proprietà privata. Quelli che rinchiudono nei centri di accoglienza e nelle carceri migliaia di proletari immigrati e non. Sono quelli infine che, nel nome di un liberismo sfrenato stanno cercando di abbattere ogni conquista sociale.

Sono quelli che tentano di cancellarci i sogni, presenti e futuri.

Ma fino a quando sussisterà una società divisa in classi, fino a che esisteranno sfruttati e sfruttatori, fino a quando non ci sarà un'equa redistribuzione delle ricchezze ... uno spettro continuerà ad aggirarsi ... e non solo per l'Europa.