ADIDAS IN INDONESIA: DONNA E SINDACALISTA, NGADINAH E' IN STATO DI ARRESTO CON ACCUSE GENERICHE
RICHIESTA DI AZIONE URGENTE IN SOCCORSO DELLA SEGRETARIA DEL SINDACATO INDIPENDENTE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DELLE CALZATURE SPORTIVE


maggio 2001, da Social information and legal guidance foundation, Indonesia. Traduzione di Ersilia Monti

 

 

ISTRUZIONI
Di seguito trovate: 1) Riepilogo del caso; 2) Sintesi in italiano dell'email/fax da inviare a Adidas e a PT Panarub; della lettera da inviare
al Ministero del lavoro indonesiano; dell'email di solidarieta' da inviare a Ngadinah; 3) Testi da inviare

1) IL CASO
Ngadinah Binti Abu Mawardi, segretaria del sindacato indipendente Perbupas (Associazione dei lavoratori delle calzature sportive) presso la Pt Panarub, un'azienda indonesiana che produce per Adidas, si trova dal 23 aprile scorso agli arresti nel carcere di Tangerang in attesa di giudizio con l'accusa, non meglio precisata, di aver commesso atti contrari all'ordine pubblico in occasione dello sciopero degli 8 mila lavoratori della Pt Panarub che, nel settembre dello scorso anno, chiedevano che le loro condizioni di lavoro fossero poste in regola con la legge indonesiana (aumento o introduzione di indennità salariali, rispetto delle maggiorazioni di legge per il lavoro straordinario). Con un accordo successivo, la direzione della fabbrica si impegnava a non licenziare o intimidire i lavoratori che avevano aderito allo sciopero. Il 20 aprile di quest'anno, Ngadinah viene convocata dalla polizia e tre giorni dopo arrestata su mandato del magistrato con l'accusa di avere commesso "atti offensivi" (untidak menyenangkan = "displeasing acts": e' la traduzione che mi pare piu' vicina per senso, n.d.t.) in occasione di quello sciopero. L'accusa si rifa' a un vecchio articolo della legge indonesiana che risale all'epoca della colonizzazione olandese e che e' stato impugnato frequentemente dai successivi governi nazionali per reprimere le manifestazioni di dissenso politico e sindacale in virtu' della sua estrema vaghezza. L'arresto segue di qualche giorno un'intervista televisiva in cui era stato chiesto a Ngadinah di raccontare la sua esperienza di lavoratrice per Adidas; di quell'intervista la sindacalista aveva dovuto rendere conto alla direzione della fabbrica. I colleghi che le fanno visita in carcere il 26 aprile riferiscono di averla trovata in uno stato di prostrazione psicologica dovuto anche alle cattive condizioni di detenzione.
In una lettera inviata al segretariato della Clean clothes campaign in risposta alle pressioni ricevute affinche' faccia chiarezza sull'accaduto,
Adidas esprime rammarico per l'arresto di Ngadinah ma dichiara di non poter intervenire in presenza di un atto della magistratura indonesiana, pur assicurando che continuera' a svolgere indagini sul caso. Nella replica stesa a nome della campagna da Tim Connor, coordinatore della NikeWatch Campaign, viene sottolineato come il caso di Ngadinah ponga questioni che attengono ai diritti umani universali. I motivi per cui la sindacalista si trova in stato di detenzione preventiva non sono affatto chiari. Il "Manuale per il giusto processo" di Amnesty international fa notare come "l'imputato di un reato penale in attesa di giudizio non dovrebbe di norma essere
trattenuto in condizioni di detenzione" e che "la presunzione di innocenza richiede che qualsiasi tipo di restrizione della liberta' personale debba essere limitato alle misure strettamente necessarie". Un provvedimento restrittivo e' giustificabile, in base a principi di diritto universalmente riconosciuti, "quando sussistano validi motivi per ritenere che l'imputato o l'indagato possa darsi alla fuga, condizionare i testimoni, o quando lo stesso ponga una chiara e seria minaccia ad altri che non possa essere contenuta da misure meno restrittive". Il caso di Ngadinah non rientra in nessuna di queste ipotesi. Un secondo aspetto rilevante e' la vaghezza del capo d'accusa. Sempre il manuale di Amnesty international sottolinea che "l'arresto o la detenzione che siano stati inflitti legittimamente possono tuttavia essere considerati arbitrari secondo parametri internazionali, quando, per esempio, la legge in base alla quale la persona e' posta in stato di detenzione sia vaga o generica". Non e' nota l'esistenza di una formulazione precisa dei reati che sono stati contestati a Ngadinah. La dichiarazione di Adidas su questo punto e' altrettanto vaga in quanto si limita a osservare che "c'era il sospetto che alcuni lavoratori avessero subito intimidazioni da parte dei promotori dello sciopero e che fossero stati commessi reati contro l'incolumita' delle persone e contro la proprieta'.". Sisbikum ha motivo di ritenere che ci sia stata collusione fra la PT Panarub e la polizia con lo scopo di sopprimere il sindacato indipendente; già in passato dirigenti dell'organizzazione sindacale erano stati licenziati dalla fabbrica.
Nella conferenza stampa tenuta a Jakarta il 10 maggio scorso, la confederazione dei sindacati indipendenti dell'Indonesia (GSBI) ha
dichiarato di voler portare il caso all'attenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro nel prossima sessione che si riunira' a Ginevra
nella meta' di giugno.
Quello di Ngadinah non e' l'unico caso che oppone la societa' civile e il sindacato al colosso tedesco delle calzature sportive: nel novembre scorso Adidas ha rifiutato di partecipare all'audizione del Parlamento europeo convocata per discutere degli standard sociali delle imprese europee che operano nei paesi in via di sviluppo; pochi giorni fa la Clean clothes campaign tedesca ha reso noto in una conferenza stampa che Adidas ha interrotto le trattative per l'attuazione di un progetto pilota congiunto finalizzato al monitoraggio degli standard sociali applicati dai fornitori della multinazionale in Centro America.
La Campagna, su richiesta di Sisbikum e del sindacato indonesiano, invita a scrivere a PT Panarub e ad Adidas-Salomon sollecitando una presa di posizione pubblica sul caso di Ngadinah, e al ministro del lavoro indonesiano sollecitando l'apertura di un'inchiesta e la consegna dei risultati al magistrato.

2) SINTESI IN ITALIANO DELL'EMAIL/FAX DA INVIARE A ADIDAS E PT PANARUB E AL MINISTERO DEL LAVORO INDONESIANO

Scrivo per esprimere la mia preoccupazione per l'arresto di Ngadinah Binti Abu Mawardi, segretaria del sindacato dei lavoratori delle calzature sportive della PT Panarub, che si trova in stato di custodia cautelare sulla base di capi di imputazione estremamente vaghi per i quali non esiste una formulazione precisa. Sisbikum ha motivo di ritenere che la direzione della fabbrica abbia esercitato pressioni sulla polizia con l'intenzione di sopprimere il sindacato di fabbrica, cosa che era gia' stata tentata in passato. Chiedo che Adidas e PT Panarub facciano una dichiarazione pubblica che sollecita le autorita' locali a: 1) uniformarsi alle procedure legali internazionali e a rilasciare Ngadinah nell'attesa del suo processo, 2) definire esattamente la natura dei reati di cui e' accusata. Pt Panarub deve inoltre chiarire pubblicamente se e' vero che la polizia e' intervenuta dietro sue pressioni.
Il messaggio al ministero del lavoro chiede invece che lo stesso avvii un'indagine sul caso e renda noti i risultati al magistrato.

3) TESTO DELL'EMAIL/FAX DA INVIARE A ADIDAS-SALOMON E PT PANARUB (quando inviate l'email ad Adidas inviatene copia a: Federation of Independent Trade Unions (GSBI) (gsbi@indosat.net.id)

ADIDAS SALOMON
Attention Mr. David Husselbee
(David.Husselbee@adidas.de)

PT PANARUB
Jl. Moh. Toha Km.1,
Tangerang (Indonesia)
Fax 0062-21-5524319

(data)

Dear Sirs,

As a labour rights supporter, I am writing to express my concern about the arrest and detention pending trial of Ngadinah Binti Abu Mawardi, the secretary of the Footwear Workers Association (Perbupas) at PT Panarub in Tangerang. The charge under which she has been imprisoned is extremely vague and no one has seen any detailed explanation of the criminal actions of which she is being accused. The Social Information and Legal Guidance Foundation (Sisbikum) believes that PT Panarub has put pressure on police on this matter with the intention of suppressing the independent union at the factory. The Executive Secretary of that organisation, Arist Merdeka Sirait, notes that the factory has fired board members of this organisation in the past.

The situation demands clear and firm public statements to the Indonesian press by both Adidas-Salomon and PT Panarub. These statements should call on local authorities to:

- operate according to internationally accepted legal standards and release Ngadinah pending her trial;
- detail the exact nature of the criminal actions of which she is being accused.

PT Panarub should also make a clear public statement clarifying whether or not the factory asked the police to conduct the investigation which has resulted in Ngadinah's arrest.

I understand that the conditions of Ngadinah's detention are poor and that she is suffering considerable trauma. Given this there is a need for urgent action on this matter.

Sincerely,
(nome, cognome, eventuale associazione di appartenenza)

 

TESTO DELLA LETTERA DA INVIARE AL MINISTERO DEL LAVORO INDONESIANO

MENTERI TENAGA KERJA DAN TRANSMIGRASI RI
(Manpower and Transmigration Minister)
Jl. Gatot Subroto Kav. 57
Jakarta (Indonesia)

(data)

Dear Sirs,

As a labour rights supporter, I am writing to express my concern about the arrest and detention pending trial of Ngadinah Binti Abu Mawardi, the secretary of the Footwear Workers Association (Perbupas) at PT Panarub in Tangerang. The charge under which she has been imprisoned is extremely vague and no one has seen any detailed explanation of the criminal actions of which she is being accused. The Social Information and Legal Guidance Foundation (Sisbikum) believes that PT Panarub has put pressure on police on this matter with the intention of suppressing the independent union at the factory. The Executive Secretary of that organisation, Arist Merdeka Sirait, notes that the factory has fired board members of this organisation in the past.

Ngadinah was arrested following a complaint by PT Panarub who told police that Ngadinah was the mastermind of massive strikes conducted by 8,000 workers at the company's compound in Tangerang between September, 8-11 last year. The striking workers demanded that PT Panarub abide by the Minister of manpower and transmigration's regulation on workers' rights, granting health, family and meal allowances for workers.

I call on you to start an investigation into the circumstances surrounding the case and submit the results of that investigation to the court.
I understand that the conditions of Ngadinah's detention are poor and that she is suffering considerable trauma. Given this there is a need for urgent action on this matter.

Sincerely,
(nome, cognome, eventuale associazione di appartenenza)

 

INVIATE PER FINIRE UN MESSAGGIO DI SOLIDARIETA' A NGADINAH
(gsbi@indosat.net.it) scrivendo nell'oggetto: "Solidarity for Ngadinah":

Un testo possibile:
Dear Ngadinah,
I know you are now in prison on unjust charges but I am on your side to see you free and back to your struggle for the rights of the Indonesian workers.
In solidarity
(nome)

 

 

Richiesta di azione urgente pervenuta da Social information and legal guidance foundation (SISBIKUM), Indonesia;
email: sisbikum@pacific.net.id
Coordina il caso Tim Connor, The NikeWatch Campaign, Australia