SOLO LE DONNE STESSE
POSSONO OTTENERE LA PROPRIA EMANCIPAZIONE!
LA
DICHIARAZIONE DI RAWA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE
DELLA DONNA NEL 2004
Durante il dominio medievale e tirannico dei talebani, i principali media internazionali e occidentali aprivano e chiudevano i loro servizi sul problema dell'oppressione femminile. Sembrava che gli Stati Uniti non avrebbero avuto alcun problema se ogni genere di torture e una lenta condanna a morte non fossero state inflitte con la forza alle donne e i talebani avessero dimostrato un po' di pietà! Ma quando gli Stati Uniti si sono fatti avanti per punire la loro progenie, la prima ed ultima parola riguardava le offese recate alle donne dai talebani -- persino i volantini che venivano gettati dagli aerei militari statunitensi sulle città contenevano fotografie che ritraevano la ferocia dei talebani contro le donne.
Dopo l'attacco statunitense e l'installazione del governo ad interim, questo sventolare del vessillo femminile è continuato in modo incessante: sono stati creati il Ministero delle Donne e altre commissioni varie e qualche donna è diventata, per così dire, un' "autorità". E adesso che sono passati due anni da questi eventi, chi si azzarderà a negare il fatto che le condizioni del 99% delle donne in Afganistan non hanno visto cambiamenti fondamentali? Non ci sono più i talebani che frustano le donne perché da sotto il burqa sbucano loro i capelli o i piedi. Ma come possono le donne uscire senza velo e condurre una vita normale senza il terrore dei signori della guerra che le molestano, le insultano e le violentano come un branco di cani da caccia?
A Herat, stretta nella lurida morsa dell'emiro terrorista Ismail Khan, grazie alla sensazione estrema di soffocamento e di terrore che là si avverte, in meno di un anno centinaia di ragazze e di donne si sono uccise dandosi fuoco per liberarsi da un'esistenza di miseria sotto il giogo di un regime corrotto e liberticida. I corpi bruciati di queste vittime innocenti hanno fatto annerire di vergogna i volti di Ismail Khan e dei suoi complici dell'Alleanza del Nord.
Nonostante le realtà spaventose descritte sopra, se parlare dell'Afganistan significa limitarsi a menzionare gli abusi compiuti sulle donne, questo equivale in effetti soltanto a gettare manciate di polvere negli occhi del mondo. Lasciando da parte le innumerevoli oppressioni contro le donne, anche gli uomini non sono liberi. Se i talebani non sono al potere, i loro fratelli della Jehad, l'Alleanza del Nord, hanno abbracciato il potere in questo paese. Pertanto, se tutte queste atrocità e questo disastro, cioè la presenza dei signori della guerra fondamentalisti, non vengono sradicati dall'Afganistan, non si possono risolvere problemi seri come la libertà e la prosperità delle donne e degli uomini, neppure creando ulteriori ministeri e commissioni per le donne.
La libertà di una nazione si può ottenere soltanto dall'interno -- e, allo stesso modo, la vera emancipazione delle donne può essere realizzata soltanto delle donne stesse. Se quella libertà viene concessa da altre persone, potrà in ogni momento essere ritirata e calpestata.
La natura sostanzialmente falsa della Loya Jirga costituzionale e della sua libertà di parola sono apparse chiaramente a tutto il popolo afgano e al mondo intero grazie ai meschini attacchi dei rappresentanti dell'assemblea, Sibghatullah Mojadadi, Sayyaf e di elementi delle forze di Fahim e Rabbani contro le delegate Malalai Joya e Anar Kali. Malalai Joya ha avuto il coraggio di chiamare i fondamentalisti "criminali", e ha chiesto per loro un processo internazionale e nazionale. Ma abbiamo visto che questi assassini traditori e i loro sicari presenti nella Jirga si sono offesi a tal punto che, secondo quanto confessa Sibghatullah Mojadadi, se non si fossero trattenuti chissà cosa avrebbero fatto a Malalai Joya. Il nostro popolo sa bene che 1992 il Primo Ministro pachistano, Nawaz Sharif, concesse 10 milioni di dollari per mettere in piedi il governo dei Mujahaddin e che Mojadidi distribuì questo denaro ai propri parenti. Il nostro popolo e il mondo sanno anche che Rabbani, Sayyaf, Mansour, Chakari e altri ancora sono simboli di sangue, tradimento e aggressione. Non si sono limitati a occupare la prima fila all'assemblea ancora una volta, ma, scegliendo per rappresentarla quest'uomo da 10 milioni di dollari, hanno assunto un atteggiamento e dichiarazioni tanto svergognate da atteggiarsi a celebrità della festa, invece di apparire come criminali che stavano infettando tutta la tenda. La villana prepotenza di Sayyaf ha dimostrato quanto la Loya Jirga e i suoi rappresentanti siano stati infettati dal germe del fondamentalismo. Cosa ci si poteva attendere da un'assemblea così infetta? Che approvasse una costituzione democratica in grado di garantire l'eliminazione del terrorismo dell'Alleanza del Nord, dei talebani, di Gulbuddin Hekmatyar e di Al Qaeda? E che cosa è successo? E' successo che ora abbiamo una costituzione che non contiene nulla a garanzia di un processo dei criminali signori della guerra, che permette un uso distorto della religione e che non ha abolito i vari crimini contro le donne nel nome della religione e della tradizione. La Costituzione è un pezzo di carta che legittima il regime tirannico dei signori della guerra.
E' del tutto naturale che la registrazione degli elettori, in particolare delle donne, per le prossime elezioni rischi di avere la più bassa cifra mai vista. Quale valore hanno le elezioni per gente disperata che non ha né pane né lavoro e che viene tormentata dai criminali fondamentalisti? La presenza di ogni donna e di ogni uomo nelle future assemblea ha un significato soltanto se essi rappresentano il popolo e, come Malalai Joya, sputano in faccia ai fondamentalisti nella loro gabbia con onore e coraggio. Altrimenti dovranno chiamarsi semplici tirapiedi dei fascisti religiosi e dei loro complici. Sarebbero assetati di potere e disposti al compromesso, e il popolo non potrebbe perdonarli.
L'esperienza dell'Iran ha reso chiaro che le forze democratiche non possono raggiungere i loro obiettivi nel quadro di un brutale regime religioso e nemmeno affidandosi a un cosiddetto regime "moderato". Il popolo e le forze democratiche in Iran hanno pagato a caro prezzo la loro partecipazione al gioco sanguinoso di un regime islamico. I sostenitori delle forze democratiche in Afganistan dovrebbero aver imparato abbastanza dall'esempio iraniano e non dovrebbero mai acconsentire a una tregua e neppure a trattare con questa o quella fazione fondamentalista. L'unico parametro per misurare la lealtà di un paese nei confronti della libertà è il grado di audacia, determinazione e onestà di una persona o di un gruppo nella lotta contro il fascismo religioso.
Ora spetta alle donne consapevoli che lavorano in mezzo a noi organizzare decine e centinaia di migliaia di donne che amano la libertà e creare un grande movimento contro il fondamentalismo e per la democrazia in tutto questo paese piagato dal terrorismo e dal fondamentalismo. Nell'organizzare un movimento così massiccio, possiamo giocare un ruolo efficace per l'emancipazione delle donne sulla base della libertà del paese. Adesso non dobbiamo più parlare di "maggioranza silenziosa", bensì di una maggioranza crescente, decisiva e aggressiva, ed è il momento di tradurre le nostre parole di solidarietà con la lotta di tutte le donne che amano la libertà nei posti più remoti del mondo in pratica concreta.
Mentre celebra la Giornata Internazionale della Donna insieme a tutte le donne che al mondo cercano giustizia, l'Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afgane (RAWA) manda un caloroso saluto a tutte le donne amanti della libertà imprigionate e torturate in Iran e in Turchia. È nostro augurio che le donne in Afganistan celebrino questa giornata libere dai ceppi del fondamentalismo e in cammino verso la democrazia e la prosperità.
Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (RAWA)
8 marzo 2004