PROGETTO OSPEDALE MALALAI IN PAKISTAN
OFFRE GRATUITAMENTE ASSISTENZA MEDICA, FARMACI E VACCINAZIONI ALLE DONNE PROFUGHE E AI LORO BAMBINI


giugno 2005

 

Titolo del progetto

Ospedale Malalai

Localizzazione

Campo profughi Jalozai, Peshawar, Pakistan

Sintesi del progetto

Il progetto, che nasce dalle esigenze espresse direttamente dal partner locale, intende andare incontro all'urgente bisogno di assistenza medico-sanitaria delle donne e dei bambini afghani nella zona di Peshawar, città con alta densità di profughi afghani dove non esiste altra struttura medico-sanitaria in sostegno alla popolazione afghana presente nella zona e dove l'Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell'Afghanistan opera già sia in campo medico e sia scolastico.
Il progetto vuole fornire un supporto concreto alle strutture sanitarie di RAWA già esistenti a Peshawar sostenendo e implementando l'ospedale Malalai per donne e bambini aperto e gestito da RAWA dal 1992 e che potrebbe essere costretto a chiudere a causa delle gravi condizioni economiche dell'Associazione. Tale ospedale fornisce assistenza medica, farmaci e vaccinazioni gratuite e un'educazione alla salute di base e all'igiene e una corretta informazione sul controllo delle nascite a oltre 50 pazienti al giorni che arrivano da tutta la zona.
Nella struttura lavorano attualmente un medico di base, una ginecologa, un'infermiera, una farmacista, un assistente di laboratorio e il personale addetto alle pulizie, al trasporto e alla sorveglianza.
Il progetto intende garantire la permanenza di una struttura accessibile alle donne e ai bambini che vada incontro alle loro necessità medico-sanitarie e psicologiche, garantendo un servizio gratuito alla fascia più debole e bisognosa della popolazione afghana rifugiata.
Si vuole inoltre garantire il proseguimento dell'attività del team medico-sanitario mobile che si sposta per portare cure e vaccinazioni in quelle zone in cui la popolazione non ha possibilità di raggiungere l'ospedale.

Beneficiari del progetto

Diretti: 50 donne e bambini ogni giorno che godono del servizio medico-ospedalirero gratuito fornito dalla struttura

Indiretti: le famiglie dei pazienti e la comunità afghana che potrà contare su persone più sane dal punto di vista fisico e mentale.

 

Situazione dei beneficiari

Le famiglie dei beneficiari diretti sono economicamente dipendenti dagli aiuti irregolari dei comitati e sostenitori stranieri o dal reddito di gran lunga insufficiente dei membri maschili della famiglia. La situazione delle vedove che si trovano a dover sostenere l'intera famiglia è particolarmente preoccupante. Tutta la popolazione di rifugiati soffre di una situazione di gravissima privazione e povertà, ed è afflitta, oltre che dalla mancanza di cibo, acqua potabile, di lavoro e di alloggi adeguati, anche dalle malattie e dalla carenza delle condizioni igienico-sanitarie adeguate.
L'assenza di strutture sanitarie in Afghanistan e fra i profughi afghani in Pakistan fa sì che 87% della popolazione femminile afghana non ha accesso a cure medico e psicologiche e il 95 % delle donne soffre di problemi psicologici, soprattutto di depressione e labirintite.
I problemi di salute più diffusi tra le donne e i bambini rifugiati sono di natura ginecologica e problemi di dissenteria che possono essere facilmente curati con un adeguato intervento igienico-sanitario e una informazione appropriata.

 

Il contesto

Peshawar è una città povera al confine con l'Afghanistan che ospita circa un milione di profughi afghani, dove RAWA lavora da sempre a favore della popolazione organizzando corsi di alfabetizzazione per le donne, scuole per bambini e bambine, orfanotrofi, un ospedale e ambulatori medici. A parte i servizi che può offrire RAWA ­ insufficienti per il bisogno della popolazione - nel campo profughi Jalozai di Peshawar - che ospita circa 2000 famiglie di rifugiati - non vi sono né servizi sanitari o sociali di alcun genere.
La situazione economica della popolazione è assai misera, molte famiglie afghane hanno perso il rappresentante maschile che le sosteneva economicamente e non hanno più alcuna fonte di reddito. Anche il livello di istruzione è molto scarso ed anche per questo motivo è necessaria una accurata informazione sulle norme igienico-sanitarie di base che RAWA fornisce alla popolazione di rifugiati attraverso una attenta sensibilizzazione promossa nelle proprie strutture sanitarie.

 

Partner del progetto

Il progetto sarà realizzato in partenariato con RAWA, una delle organizzazioni locali indipendenti più attive ed affermate in campo sociale sia in Afghanistan, sia in Pakistan tra i rifugiati afghani. RAWA esiste dal 1977 ed è da sempre impegnata nell'affermazione della democrazia, e dei diritti umani, rivolgendo una particolare attenzione ai diritti delle donne, le principali vittime dei regimi fondamentalisti, cercando di coinvolgerne un numero sempre maggiore nella vita del paese. In Afghanistan l'Associazione è presente in quasi tutte le province e lavora organizzando scuole, corsi di alfabetizzazione e corsi di formazione professionale per donne e ragazze, progetti di micro-credito per le vedove, gestendo ambulatori medici, fornendo assistenza psicologica alle donne vittime di maltrattamenti domestici o traumatizzate dalla violenza della guerra e sostenendo economicamente le famiglie più bisognose.
In Pakistan, RAWA opera a Islamabad, Rawalpindi, Peshawar, e nei vicini campi profughi, organizzando scuole per bambine e bambini, corsi di alfabetizzazione per donne, orfanotrofi, ospedali e ambulatori che forniscono istruzione ed assistenza psicologica e medica gratuita ai profughi afghani, i quali non ricevono alcun tipo di appoggio da parte del governo locale.
Tutti i servizi forniti da RAWA sono interamente gratuiti per la popolazione.
RAWA interviene in un contesto di estrema povertà e di precarie condizioni igienico-sanitarie, cercando di garantire i diritti primari alla popolazione. Rappresenta spesso l'unica possibilità di accesso a strutture scolastiche ed ospedaliere per la popolazione e costituisce un importante elemento di coesione del tessuto sociale afghano grazie anche allo stretto rapporto mantenuto con la popolazione in Afghanistan e fuoriuscita in Pakistan.

Problemi sui quali il progetto si propone di intervenire

La popolazione afghana rifugiata di Peshawar vive in condizione di estrema povertà. Non ha possibilità di accesso ai servizi ospedalieri e medici locali a causa sia delle scarsissime risorse economiche sia della carenza delle strutture. La popolazione afghana ed in particolar modo quella femminile, soffre gravemente della mancanza di cure medico-sanitarie e delle scarsissime condizioni igieniche.
La maggioranza delle donne soffre di problemi ginecologici e intestinali e di diversi tipi di disturbi psico-somatici. I bambini soffrono perlopiù di disturbi intestinali.

Obiettivo generale del progetto

Il progetto si propone di sostenere l'ospedale Malalai già esistente per continuare a fornire alle donne e ai bambini adeguate cure medico-sanitarie e una sensibilizzazione sui temi dell'igiene e della salute di base. Il progetto intende inoltre contribuire a contrastare inoltre i gravi problemi di depressione delle donne afghane dovuti alla guerra e all'esilio. Rendendo accessibile le cure mediche e una corretta informazione alle donne, si intende fornire loro i mezzi per la cura di sé e dei propri figli e dare un contributo allo sviluppo sociale della comunità che potrà contare su nuove generazioni più sane e consapevoli.
Il progetto vuole, infine, contribuire a sostenere il lavoro svolto da RAWA nel promuovere la salute e una cultura di diritto alla salute, in vista della ricostruzione sociale dell'Afghanistan che potrà contare, un domani, su cittadini più sani e preparati.

Obiettivi specifici del progetto

1) Sostenere l'ospedale Malalai dove il personale medico di Rawa fornisce alle donne e ai bambini afghani rifugiati a Peshawar cure mediche gratuite.
2) Sostenere l'attività del team mobile che fornisce cure mediche e vaccinazioni alla popolazione rifugiata nelle zone limitrofe
3) Fornire a 50 pazienti giornalieri cure adeguate ai loro problemi di salute.
4) Disporre di uno spazio in cui promuovere una cultura della salute e dell'igiene di base.