MONTAGNE DI PACE
SOCIETA' CIVILE ED ISTITUZIONE
SI COLLEGANO AI LUOGHI DI CONFLITTO PER SOSTENERE PROGETTI DI
COOPERAZIONE COMUNITARIO. FRA QUESTI, UN CENTRO DI INFORMATICA
PER LE DONNE AFGHANE, VOLUTO DA RAWA
Il 20 novembre si è svolto a Trento, Palazzo Geremia, un primo incontro tra gli amministratori delle città italiane che hanno aderito al progetto "Montagne di Pace. Luoghi simbolici di una natura che non si rassegna alla guerra" e i rappresentanti delle comunità locali delle regioni o paesi coinvolti nell'itinerario che abbiamo immaginato a partire dal colle di Betlemme fino al Tibet, luoghi o realtà da risarcire o valorizzare attraverso un patto di amicizia e collaborazione.
Il progetto dei "Luoghi simbolici" intende creare, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e della società civile, un collegamento diretto con alcuni luoghi particolarmente significativi perché tragicamente toccati dalle guerre e dalla violenza nelle sue svariate forme, così da dar luogo a relazioni amichevoli e di cura dei luoghi stessi anche attivando eventuali progetti di cooperazione comunitaria.
Le diverse montagne che si vorrebbe idealmente unire nell'itinerario di pace - dalle Alpi all'Himalaya, passando attraverso la penisola balcanica, il Caucaso, l'Afghanistan e il Kashmir - sono state in passato o sono a tutt'oggi il teatro in cui la guerra e la pace hanno rispettivamente determinato, in frangenti temporali diversi, gli acuti più alti di tragicità e di sofferenza, ma anche di generosità ed impegno di molti. Volendo fare emergere le spinte positive verso culture rispettose dei diritti umani e della natura, si è pensato ad interventi finalizzati al risarcimento da parte delle comunità rivolto ai luoghi che dell'ambivalenza dei comportamenti umani, e della guerra in particolare, hanno subito le conseguenze: parchi naturali, fiumi, orti botanici, monumenti storici, creste delle montagne e ghiacciai divenuti accampamenti di soldati in conflitti senza fine, sorgenti d'acqua che da fonte di salute sono trasformate in fonte di pericolo per rifiuti ed inquinamento.
Nel definire i progetti che ogni città italiana cercherà di costruire con il proprio partner si tenterà di evidenziare le immagini, le storie di vita degli abitanti, gli oggetti che la montagna ha ospitato lungo i sentieri della storia. Ponti di amicizia che investono luoghi anche di uno stesso paese, come nel caso di quello che si andrà costruendo fra la città di Biella e l'antica città di Riace, in un rapporto che guarda alla storia delle attività umane (la lavorazione tessile) attraverso l'Ecomuseo di Biella ed il percorso di recupero avviato a Riace dell'antica lavorazione della ginestra.
Le collaborazioni individuate riguardano:- Trento - Betlemme/Gerusalemme;
- Belluno - Parco nazionale Velebit (Croazia);
- Biella Riace, Parco nazionale dell'Aspromonte
- Bolzano - Bihac, villaggio Martin Brod (Bosnia Erzegovina);
- Verona - Pec Peja, Val Rugova (Kossovo);
- Associazione Progetto Prijedor (20 Comuni, 2 comprensori e diverse associazioni della provincia di Trento) e Parco Adamello Brenta - Prijedor, Monte Kozara (Bosnia Erzegovina);
- Rovereto Centro di informatica per donne afghane nella provincia di Farah (Afghanistan)
- Forum trentino per la Pace - Siachen (Himalaya).Ai lavori di questa sessione di Montagne di Pace hanno partecipato le delegazioni di Pec/Peja, di Bihac, del Parco nazionale del Velebit, di Prijedor, dell'Afghanistan, mentre per le città italiane erano presenti rappresentanti di Biella, Verona, Bolzano, Rovereto e Trento.
Nei giorni della loro permanenza a Trento le delegazioni hanno partecipato a incontri bilaterali per la definizione operativa dei prossimi passaggi .
Come contributo alla discussione la città di Biella ha portato i contenuti di un progetto che si intitola "Abitanti". E' una proposta che guarda alla natura come ambiente e contesto in cui le genti vivono ed operano. Il progetto si prefigge di dar loro la parola. "La parola delle genti non può che essere parola di pace" ha ricordato Alberto Zola, Assessore alla cooperazione. Biella si ripropone di collegare la propria realtà ecomuseale con la città di Riace e il Parco dell'Aspromonte. In entrambi i luoghi gli abitanti hanno una loro specifica competenza territoriale, sono insieme produttori e consumatori con il dovere morale di farsi carico della convivenza uomo/uomo, uomo/natura.
La città di Verona, attraverso l'apporto delle proprie Associazioni e del CAI, nel condividere l'obiettivo di costruire una rete della pace, ha espresso la volontà di avviare un rapporto con la Val Rugova e con la città di Pec Peja, che pure già avviene attraverso l'operato di ONG su quel territorio.
La città di Bolzano ha annunciato l'attivazione di un rapporto con Bihac e con la realtà di Martin Brod (villaggio a 55 km, nei pressi delle prime cascate del fiume Una): della volontà di cooperazione tra le due municipalità si è parlato anche il giorno successivo (domenica) a Bolzano in fruttuoso incontro di conoscenza fra i rappresentati dei due Municipi, nel quale si sono definite le tappe di un percorso di amicizia e accordi per un prossimo viaggio a gennaio per visitare l'antica città bosniaca ed il villaggio di Martin Brod.
Per la città di Prijedor era presente una rappresentante dall'associazione ecologista Sanus che ha condiviso la proposta di restituire al Parco del Monte Kozara una funzione di pace dopo che questo è stato teatro di pagine importanti nella resistenza al nazifascismo (dal 1942 al 1944 vi morirono 37 mila persone) e dei più recenti atti di pulizia e di stupro etnici. Questo intervento, da definire nei diversi aspetti, rappresenta un possibile ambito di prosecuzione della collaborazione da anni ormai esistente fra la città di Prijedor e la comunità trentina, anche attraverso uno specifico coinvolgimento del Parco Adamello Brenta.
La città di Rovereto si propone un obiettivo molto ambizioso, verso una realtà in cui la guerra è ancora il presente, l'Afghanistan. Nel pomeriggio di sabato, nell'ambito di un incontro pubblico svoltosi presso l'auditorium della Fondazione Campana dei Caduti con una rappresentante dell'associazione delle donne afghane, si è concordato fra il Comune di Rovereto, le associazioni locali e l'associazione Rawa di realizzare un progetto per la realizzazione ed il sostegno di un Centro di informatica per donne afghane nella provincia di Farah.
Montagne di pace ha visto un ulteriore momento di definizione operativa domenica 21 con un incontro fra l'Amministrazione di Belluno e la delegazione del Parco Nazionale del Velebit. Belluno, nel quale si è concordato di avviare tre diversi livelli di contatto tra comune e comune (Belluno e Senj, dove ha la sede amministrativa la loro riserva), tra parco nazionale e parco nazionale (Dolomiti Bellunesi e Velebit) e infine tra il Giardino botanico del bellunese (che è gestito dal Corpo Forestale dello Stato) e l'orto botanico del Velebit, il cui ricordo nel libro di Lidia Campagnano ha ispirato la nascita di questo. In sintesi, quindi, ampia consonanza di intenti, con la volontà di verificare se tutte e sei le amministrazioni da coinvolgere (3 per Belluno: Comune, Parco e CFS; 3 per il Velebit) manifesteranno la stessa volontà.
Nel rapporto poi della città di Trento con Betlemme si vuole rinsaldare una storica relazione di solidarietà con la Palestina, per il sostegno di tutti i costruttori di pace che operano per ricostruire le condizioni di convivenza pacifica fra Palestina e Israele. Per questo Trento si attiverà per il rilancio dell'economia locale con un progetto di supporto all'attività di vinificazione, nel rimando ideale dell'antico "Vino di Cana".
All'incontro di Montagne di Pace era presente anche frei Dilson Batista Santiago, neo eletto sindaco della città di Itamaraju Bahia (Brasile) che ha ribadito l'importanza di intrecciare relazioni di scambio e di conoscenza durevoli quali occasioni di crescita reciproca fra città. Anche il suo intervento ha segnalato la valenza dei semi di pace all'interno degli scenari di guerra.
Questa rete di relazioni, pazientemente costruita nel corso del 2004, ora dovrà camminare con le proprie gambe, attraverso il coinvolgimento della società civile e delle amministrazioni locali con l'obiettivo di dar vita ad una relazione improntata sui concetti di prossimità e di reciprocità. Il che significa conoscenza, confronto e fantasia nel costruire le modalità di una relazione durevole nel tempo, proficua, capace di mettere in campo le energie vitali di ciascun territorio.
Nel frattempo il lavoro di tessitura della rete relazionale proseguirà con gli altri punti dell'itinerario e con le città e comunità locali che vorranno mettersi in rete.
Il prossimo appuntamento sarà in primavera, in occasione della nuova edizione del Filmfestival internazionale della Montagna, che si svolgerà a Trento dal 30 aprile all'8 maggio 2005.
Sarà un momento di verifica delle relazioni che si saranno costruite e, lo auspichiamo, di presentazione dei nuovi nodi della rete di Montagne di Pace.