DEMOCRAZIA, DIRITTI
UMANI, LIBERTA' DI PENSIERO ANCORA PROIBITI IN TURCHIA
SOTTO
CUSTODIA I PARTECIPANTI AL FESTIVAL CULTURALE KURDO DI GERMANIA
ottobre 2003, Dall'associazione
Punto Rosso
I presidenti dei due principali partiti filo-kurdi di Turchia sono stati posti sotto custodia dalla polizia per aver preso parte al Festival Kurdo che si è tenuto il 13 settembre scorso in Germania, con la partecipazione di circa centomila persone.
Tuncer Bakirhan presidente di DEHAP, successore di HADEP, che alle scorse elezioni ha preso circa due milioni di voti, senza avere rappresentanti in Parlamento a causa delle leggi elettorali anti-democratiche, appartenente alla storia dei partiti kurdi come il DEP di Leyla Zana e dei suoi compagni, da nove anni in prigione. Insieme a lui, si trova in stato di fermo anche Ahmet Turan Demir, a capo del nuovo nato Ozgur Toplum Parti (Partito per la libertà sociale). Con loro, fra i quindici fermati complessivamente, ci sono alcuni artisti, fra questi il cantante turco: Haluk Levent e i suoi due chitarristi. La storia si ripete, ma niente è ancora cambiato in Turchia.
Ricordiamo che il Festival per la libertà e la pace in Kurdistan e per un Medioriente democratico, al quale, fino ad oggi, ogni anno, migliaia di persone hanno partecipato, è un evento pubblico di forte richiamo fra i kurdi d'Europa, ma la posizione delle autorità turche è di opposizione a tali eventi, come ulteriore prova che, la mentalità turca di distruzione ed eliminazione del movimento kurdo e di ogni forma di democrazia avanzata dalle opposizioni, ancora si impone brutalmente.
Chiamiamo l'opinione pubblica e le organizzazioni della società civile italiana a sostenerci nella lotta per i diritti umani e la democrazia, visto che niente sta cambiando e l'opinione pubblica e i democratici di Turchia si battono contro ogni violazione per ottenere libertà e diritti, altrimenti negati e continuamente disattesi.
Tuncer Bakirhan e Ahmet Turan Demir, sono i rappresentanti legali dei kurdi, lavorano soltanto per la pace e la democrazia in Turchia, è volontà e determinazione delle autorità turche, non permettergli di battersi per la lotta democratica e per i diritti.
È nell'interesse del Parlamento europeo e italiano protestare contro ciò presso il governo turco e le sue rappresentanze diplomatiche di Roma e Bruxelles. Non è questa la Turchia che può entrare in Europa. Sono, invece, queste le prove che le "riforme democratiche" in Turchia sono soltanto fumo negli occhi.Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia
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