RAPITA, TORTURATA
E MINACCIATA DI MORTE DALLA POLIZIA TURCA
COMUNICATO
DEL CENTRO CURDO DI HUMAN RIGHTS E CENI, L'UFFICIO PER LA PACE
DELLE DONNE CURDE, SUL SEQUESTRO DELLA RAPPRESENTANTE DEHAP AFIFE
MINTAS
gennaio 2004, da UIKI,
Ufficio d'Informazione del Kurdistan. Traduzione a cura di Genoveffa
Corbo
L'attacco alla rappresentante DEHAP Afife Mintas segue quello subito da Gülbahar Gündüz.
La giornata internazionale contro la violenza alle donne, lo scorso 25 Novembre, è stata segnata da vari eventi in tutto il mondo. I partecipanti hanno ricordato le tre sorelle Mirabal della Repubblica Domenicana che furono torturate, violentate e uccise dalla polizia a causa delle loro attività politiche.
In Turchia esistono ancora episodi di violenza disumana come quella che hanno subito le sorelle Mirabal.
Il 9 Dicembre Afife Mintas fu spinta in un'auto e rapita da due persone non identificate a Diyarbakir. "Non potrai sfuggirci, lo sai, porterai il DEHAP (Partito della Gente Democratica) nella tomba con te" furono le minacce a lei rivolte. Durante il rapimento ha subito molteplici violenze sessuali, la gola le fu tagliata diverse volte, le fu puntata una pistola contro la bocca e fu minacciata di morte. Le chiesero di diventare un'informatrice e le fu dato tempo una settimana per accettare la proposta. Tre ore prima che fosse rapita suo fratello fu arrestato e interrogato su sua sorella.
Afife Mintas è un membro attivo della commissione femminile del partito DEHAP a Diyarbakir e una delle migliaia di donne in Turchia che si stanno impegnando all'interno di alcune organizzazioni per cambiare la situazione locale. E' una di quei milioni di donne in tutto il mondo che dicono "Un altro mondo è possibile".
E' curda e chiede diritti umani e diritti per le donne.
I rapitori non sono veramente ignoti. Le donne che prendono parte nella lotta sono pericolose per il sistema; lo stato Turco lo sa e si oppone con tutte le forze.Il caso di Gülbahar Gündüz è simile. Anche lei un membro della commissione femminile del DEHAP, rapita allo stesso modo, dalla polizia civile a Instambul il 14 Luglio di quest'anno, e torturata, umiliata, violentata e minacciata. Le fu chiesto "Perché voi donne siete nel fronte della campagna per un'amnestia generale? Credete che non vi possiamo fare niente in strada."
Il fatto che molte organizzazioni di donne abbiano protestato in risposta allo stupro di Gülbahar Gündüz significa che il messaggio dello stato non ha raggiunto l'obiettivo che si era proposto. La risposta unanime fu: "La repressione non ci spavanterà. La gente diventa umana grazie alla libertà, la vita è viva attraverso i valori morali".
Questo ultimo attacco mostra chiaramente che lo stato Turco teme le donne che si stanno emancipando. Teme le donne nello stesso modo in cui teme la pace. Vede nelle donne la resistenza e la strada verso la pace. Questo è il motivo per cui attacca in modi così crudeli e codardi. Con questo crimine sperano di spaventare coloro che lottano per i loro diritti. Ma come dimostra il caso di Gülbahar Gündüz le donne ricavano ancora più forza dai loro atti di resistenza.Chiamiamo alla lotta tutte le forze e le organizzazioni a favore della democrazia, e specialmente le organizzazioni delle donne, per offrire solidarietà vera. Dichiariamo la nostra solidarietà con Afife Mintas e Gülbahar Gündüz in ogni modo possible e chiediamo che le autorità politiche catturino i rapitori, perché gli attacchi ad Afife e Gülbahar sono attacchi a tutte noi.