NUOVA CONDANNA DI
LEYLA ZANA: UNA SENTENZA DA ANNULLARE
RISOLUZIONE
APPROVATA DAL PARLAMENTO EUROPEO SULL'ESITO DEL PROCESSO CONTRO
LEYLA ZANA ED ALTRI AD ANKARA
maggio 2004
Risoluzione presentata a norma dell'articolo 37, paragrafo 4, del regolamento da Richard A. Balfe e Arie M. Oostlander, a nome del gruppo PPE-DE, Hannes Swoboda e Ozan Ceyhun, a nome del gruppo PSE, Andrew Nicholas Duff, a nome del gruppo ELDR, Joost Lagendijk, Daniel Marc Cohn-Bendit e Nelly Maes, a nome del gruppo Verts/ALE, Luigi Vinci e Feleknas Uca, a nome del gruppo GUE/NGL
Il Parlamento europeo,
viste la sue precedenti risoluzioni sui diritti dell'uomo in Turchia,
vista in particolare la sua risoluzione del 1° aprile 2004 sui progressi compiuti dalla Turchia sulla via dell'adesione ("Relazione Oostlander"),
visto l'articolo 37, paragrafo 4, del suo regolamento,
A. ricordando che nel 1994 gli onn. Leyla Zana, Hatip Dicle, Orhan Dogan e Selim Sadak, parlamentari del DEP, erano stati condannati a 15 anni di reclusione a causa delle loro attività politiche a favore dei diritti fondamentali della popolazione curda,
B. considerando che la on. Leyla Zana è laureata del Premio Sakharov 1995 del Parlamento europeo;
C. ricordando che nella sua sentenza del 17 luglio 2001 la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo aveva constatato la mancanza di indipendenza e di imparzialità della Corte di Sicurezza dello Stato di Ankara, la violazione dei diritti della difesa nonché la presenza di giudici militari, il che aveva indotto le autorità turche ad intentare un nuovo processo contro "Leyla Zana ed altri",
D. ricordando che la Turchia si è dotata di una nuova legislazione che consente la riapertura dei processi dichiarati "iniqui" dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo e che un nuovo processo contro "Leyla Zana ed altri" si è aperto il 28 marzo 2003,
1. condanna la decisione della Corte di Sicurezza dello Stato di Ankara di riconfermare la sentenza del 1994 a 15 anni di detenzione contro Leyla Zana, Hatip Dicle, Orhan Dogan e Selim Sadak, nuova sentenza contraria alle indicazioni fornite dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo;
2. ritiene che questa nuova condanna sia in totale contraddizione con la riforma giuridica avviata dal governo turco, la cui attuazione sarà seguita strettamente dal Parlamento, anche nel corso del periodo precedente il dicembre 2004;
3. deplora che il "processo Zana" venga utilizzato da coloro che desiderano impedire il processo di riforma in Turchia,
4. sottolinea che tale procedimento simboleggia il divario esistente tra l'ordinamento giudiziario turco e quello dell'UE;
5. denuncia le violazioni dei diritti della difesa contestuali allo svolgimento del nuovo processo contro Leyla Zana ed altri, segnatamente la presenza del procuratore in tutte le sedi in cui i giudici sono stati chiamati a prendere decisioni sugli accusati, il mancato riconoscimento del diritto alla scarcerazione degli accusati ai sensi della sentenza del 17 luglio 2001 della CEDU di Strasburgo nonché l'impossibilità per la difesa di verificare la veridicità delle accuse del procuratore;
6. chiede l'immediata abolizione delle Corti di Sicurezza dello Stato e invita le autorità turche a promuovere iniziative concrete e urgenti in materia;
7. auspica che la Corte di Cassazione turca proceda all'annullamento della sentenza contro Leyla Zana e gli altri tre ex-parlamentari turchi di origine curda;
8. chiede alle autorità turche di applicare un'amnistia per tutti i condannati per reati di opinione;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al governo ed al parlamento di Turchia.