LIBERTA' PER LEYLA ZANA, LIBERTA' PER IL POPOLO CURDO
CAMPAGNA PER LA SCARCERAZIONE DI LEYLA ZANA PROMOSSA DALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE PUNTO ROSSO, IN PARTICOLARE DAL GRUPPO DI DONNE DELL'ASSOCIAZIONE COORDINATO DA SILVANA BARBIERI


dicembre 2001, da Punto Rosso

 

Care amiche, cari amici,

come certamente ricorderete un anno fa la nostra Associazione promosse un appello per la liberazione di Leyla Zana, e con esso, inoltre, iniziava una campagna di iniziative.
Abbiamo a Vostra disposizione, su richiesta, gli atti della manifestazione pubblica da noi promossa lo scorso gennaio a Milano, appunto come sviluppo della campagna.

Ora nuovamente torniamo a Voi per rendervi edotti di nuove iniziative, essenzialmente di pressione sul Governo turco, e anche per chiedervi un contributo ad esse.

A luglio la Corte di Giustizia di Strasburgo ha condannato la Turchia proprio in ordine al processo a Leyla Zana,e ad altri tre parlamentari di origine curda, ravvisandone l'illegittimità sotto ogni profilo, a partire dalla composizione del Tribunale per finire alle condizioni nelle quali ha potuto esercitarsi la difesa.

Mi sono perciò recata questo novembre ad Ankara per capire meglio, attraverso discussioni con il rappresentante legale di Leyla Zana Avvocato Yusuf Alatas e con i due organismi per i diritti umani più impegnati sul terreno della tutela dei diritti culturali dei curdi, la Federazione per i Diritti Umani (TIHV) e l'Associazione per i Diritti Umani (IHD), il nuovo quadro che la sentenza ha creato e in quale modo fosse più opportuno agire in questo quadro.

Il colloquio con l'Avvocato Alatas è stato lungo. Egli ha intanto molto insistito sul cambiamento in meglio di condizioni giuridiche nelle quali collocare la richiesta di una sollecita liberazione di Leyla Zana, e degli altri parlamentari in carcere. La sentenza della Corte di Giustizia di Strasburgo non solo condanna la Turchia al pagamento dei danni ma la impegna ad una sollecita revisione del processo, e questo sulla scia di un'interpretazione dello Statuto del Consiglio d'Europa alla quale la Corte annette obbligatorietà per gli stati membri, ed esattamente di quella norma che impegna gli stati membri a collocare, nella misura del possibile, quanti siano stati danneggiati da sentenze ingiuste nelle condizioni precedenti al danno.

Allo stato la Turchia si è ad oggi solo impegnata a pagare i danni: non si è invece espressa sulla questione, ben più sostanziale, di una revisione, in un modo qualsiasi, del caso Leyla Zana e dei suoi colleghi, ovviamente per le implicazioni politiche che ciò avrebbe.

L'Avvocato Alatas pertanto ritiene che chiunque oggi intenda sollecitare la liberazione di Leyla Zana è da tutto ciò che dovrebbe partire: per l'efficacia di un'argomentazione quale quella dell'obbligo da parte della Turchia di conformarsi alle norme e alle sentenze di organismi dei quali la Turchia è partecipe. Occorrerebbe anche evitare atteggiamenti che potrebbero fornire agli interlocutori turchi pretesti per fargli rinviare alle calende greche la revisione del caso Leyla Zana ecc. Inoltre l'Avvocato Alatas chiede che le iniziative di pressione sulle Autorità turche per la liberazione di Leyla Zana abbiano un carattere il più possibile trasversale agli schieramenti politici: sempre perché la pressione riesca ad essere efficace.

A loro volta gli organismi per i diritti umani TIHV e IHD hanno confermato, in buona sostanza, il ragionamento dell'Avvocato Alatas.

Dunque è soprattutto per questo che Vi scriviamo: per chiedervi di aiutarci nella costruzione di iniziative nei consigli regionali, provinciali e comunali, sostanzialmente sulla linea di questo ragionamento.

A questo proposito Vi mando in allegato anche una bozza di possibili ordini del giorno, appunto da proporre nelle sedi consiliari, e inoltre gli indirizzi dei luoghi istituzionali della Turchia ai quali gli ordini del giorno potrebbero opportunamente essere inviati.

Vi informo infine di come il 15 gennaio prossimo, con ogni probabilità, ci sarà in Parlamento Europeo un'iniziativa per la liberazione di Leyla Zana gestita da deputati di vario orientamento politico, alla quale saranno presenti il Dr. Alatas, rappresentanti di TIHV e IHD, funzionari e giudici della Corte di Giustizia di Strasburgo, e forse anche il rapporteur all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa sull'applicazione delle sentenze di questa Corte.

In conclusione penso che non sia impossibile, anche se sarà faticoso e tormentato, ottenere il risultato. Non sarà facile per la Turchia eludere una sentenza che ha dietro di sé la firma della Turchia ai trattati che a questa sentenza hanno condotto. Bisogna però proseguire nella nostra azione con la stessa intelligente duttilità e con la stessa tenacia che ad Ankara ho visto animare la battaglia difficilissima dei democratici turchi e curdi.

Silvana Barbieri

Milano, 28 novembre 2001