LE MADRI DELLA PACE KURDE E IL PROGETTO DI UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE DELLE DONNE A INSTAMBUL
LA RIVOLUZIONE CULTURALE DEL MOVIMENTO PASSA ATTRAVERSO LE DONNE


dicembre 2002 dalle Donne in Nero


Muyesser Gunes, 49 anni, del quartiere curdo Gazi di Istanbul, madre di due figli uccisi in guerra, è giornalista e fa parte del movimento delle Madri per la pace in Turchia, del quale ne dirige la rivista mensile.
il movimento nasce nel 1996 come Madri del sabato che manifestavano in piazza Galatasaray (tra il '96 e il '97).
Rapidamente le Madri della Pace hanno assunto un radicamento nazionale, in parallelo con il lancio dell'iniziativa di pace da parte del Pkk e del movimento kurdo nel suo insieme, con il passaggio drammatico degli scioperi della fame di massa attaccati dalla polizia e dai Lupi grigi nelle sedi dell'Hadep durante la presenza di Ocalan in Italia.
Nel '99, dopo l'autoconsegna di Ocalan, con la scelta di abbandonare le armi e di avviare un processo di pacificazione, le madri della pace, dei detenuti, dei guerriglieri, dei soldati, dei morti senza autori, dei rifugiati si sono incontrate ed unite assieme.
Nel 2000 furono protagoniste di una Marcia per la pace da venti città kurde e turche fino alle porte di Ankara, dove furono fermate dall'esercito.
Alle iniziative per un dialogo di pace in Turchia hanno affiancato negli ultimi mesi quella per una soluzione pacifica delle contraddizioni interkurde, con la delegazione che si è recata a Suleymanye per incontrare Jalal Talabani e mediare nel conflitto fra le milizie del Puk e il Pkk. Al ritorno in Turchia la delegazione fu arrestata, le donne furono sottoposte a tortura e processate, ma il Tribunale per la sicurezza dello Stato di Diyarbakir le ha assolte dall'accusa di "sostegno al terrorismo".
Il movimento è composto in grande maggioranza da donne kurde, ma anche alcune pacifiste turche collaborano stabilmente con loro.
"Vogliamo costruire un futuro di pace e libertà per le future generazioni", affermano in un recente appello, in cui precisano le loro richieste: apertura di un dialogo di pace, amnistia generale per i prigionieri politici, abolizione della pena di morte, delle leggi di emergenza, scioglimento delle formazioni paramilitari dei "guardiani di villaggio", diritto al ritorno dei profughi e alla ricostruzione, istruzione nella lingua madre, e un nuovo patto costituzionale di cittadinanza che garantisca pluralismo culturale e piena libertà di espressione e di pensiero.
Tutte hanno subito l'effetto del militarismo, la violenza della guerra nelle loro vite, nelle loro case.
Dopo l'arresto di Ocalan hanno vissuto un periodo di terrore e di razzismo, ma nonostante questo, hanno cercato di mediare, spingendo al dialogo tutti i gruppi politici.
Oggi le "Madri della pace" aprono tutte le manifestazioni kurde, dando espressione anche al protagonismo delle donne, vera "rivoluzione culturale" che segna da più di quindici anni l'insorgenza kurda in Turchia.
Loro è il progetto per una conferenza internazionale delle donne a Istanbul. Vorrebbero invitare le donne di Israele, Palestina, le donne basche, le madri di plaza de Majo, la rete internazionale delle Donne in Nero e in particolare le donne dei Balcani, le donne afghane e altre, per costruire assieme percorsi di pace.