PROFUGHI KURDI DEPORTATI DALL'ITALIA CON LA BENEDIZIONE DEL CONSOLE TURCO
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO CON L'INVITO AD INVIARE FAX DI PROTESTA


agosto 2001, riceviamo e pubblichiamo da Dino Frisullo di Azad

 

Un gruppo di dieci cittadini turchi, presumibilmente kurdi, sono stati rimpatriati in blocco ieri sera dall'aeroporto Malpensa di Milano, dopo
essere stati visitati e riconosciuti dal "loro" console nel centro di detenzione di San Foca (Lecce).
Dell'episodio, che secondo gli operatori del centro leccese non sarebbe il primo di questo tipo dall'Italia, eravamo venuti a conoscenza attraverso la disperata telefonata di uno degli espellendi: la polizia di frontiera di Malpensa non ha neppure informato del provvedimento lo sportello aperto dal Cir (Consiglio italiano per i rifugiati) nello scalo milanese.
Ai parlamentari Giuliano Pisapia, Luigi Vinci e Giuseppe Di Lello i funzionari di Ps hanno risposto che nessuno degli espulsi si era dichiarato kurdo o aveva chiesto asilo. Al contrario, dell'autore della telefonata sappiamo per certo che è un kurdo di Nusaybin (Mardin), e diversi degli espulsi potrebbero essere fra coloro che si erano appellati alla magistratura, con il sostegno dell'Ics (Consorzio italiano di solidarietà, contro il rigetto dell'asilo da parte dell'apposita commissione ministeriale.
Inutile oggi la corsa contro il tempo di associazioni, legali e parlamentari, convinti (come noi) da un'erronea informazione di polizia che
il gruppo di kurdi fosse ancora fermo a Malpensa. Non è stato possibile neppure, finora, ottenere la lista degli espulsi per verificare la
legittimit dell'atto e per seguiire il loro destino in Turchia, dove le associazioni di tutela dei diritti umani turche e tedesche hanno documentato
che i deportati vengono incarcerati e spesso torturati per ritorsione.
Se questo fosse accertato per i dieci espulsi dall'Italia, i funzionari di Ps che hanno ordinato ed eseguito l'atto dovrebbero rispondere della
violazione del principio giuridico di "non refoulement" (divieto di espulsione in un paese in cui si rischino persecuzioni).
E' una coincidenza casuale ma sinistra che il primo segnale di allineamento dell'Italia alla prassi della deportazione, tipica della Germania e di altri paesi europei, giunga proprio all'indomani dell'assassinio di un richiedente asilo kurdo da parte di razzisti a Glasgow, in Scozia.
La rete di Azad chiede a tutti i democratici milanesi e pugliesi di manifestare presso lo scalo di Malpensa e dinanzi alla prefettura di Lecce
contro queste espulsioni collettive, specialmente verso uno stato che specula sull'esodo e ne perseguita due volte le vittime, e chiede a tutti di
inviare fax di protesta al ministro Scajola, al 06.485957.
Chiediamo anche all'Unhcr-Acnur di prendere posizione contro una procedura sommaria che rischia di estendersi, e che fra l'altro esporrebbe i profughi espulsi, se dovessero sfuggire alla galera turca e ritentare la via dell'esilio, al rischio paradossale di prigione in Italia una volta
approvato il ddl Bossi-Fini.