LE MUTILAZIONI SESSUALI FEMMINILI: TIPOLOGIA E CONSEGUENZE FISICHE
BRANI ANTOLOGICI DAL LIBRO "LA DONNA MUTILATA"


brani dal libro di Sirad Salad Hassan, Ed.Loggia de' Lanzi, Firenze, 1999

 

Tipologia delle mutilazioni


Si possono distinguere diversi tipi di mutilazione genitale:

1. Circoncisione, o taglio del prepuzio o cappuccio del clitoride, noto nei Paesi musulmani come sunna (tradizione).
2. Recensione, si intende il taglio del clitoride e di tutte o parte delle piccole labbra
3. Infibulazione, l'asportazione del clitoride, delle piccole labbra e almeno dei 2/3 anteriori e spesso della intera sezione mediale delle grandi labbra. I due lati della vulva vengono poi attaccati insieme con suture in seta o minugia, o con spine, occludendo così l'accesso vaginale, eccettuata una piccolissima apertura, garanti-ta dall'inserimento di sottili pezzetti di legno o da una cannuccia di giunco, per il passaggio dell'urina e del sangue mestruale.
4. Intermedio, la rimozione del clitoride e di alcune parti o di tutte le piccole labbra. Talvolta alcune porzioni delle grandi labbra vengono asportate e suturate.

Vi sono vari gradi, quindi, a seconda delle richieste dei parenti della bambina. L'età in cui si effettuano le mutilazioni varia da zona a zona, anche se contro tale pratica è prevista una specifica legislazione. L'età in cui viene praticata tale mutilazione varia da pochi giorni di vita (come avviene per esempio presso il gruppo ebreo dei Falas in Etiopia e i nomadi del Sudan), fino a circa sette anni (come avviene in Egitto e in diverse nazioni dell'Africa centrale) o fino all'adolescenza (tra gli Ibo della Nigeria per esempio, dove tali recisioni vengono fatte solo poco prima del matrimonio, ma solo prima del primo figlio tra gli Abo, nella Nigeria centro-occidentale).

Conseguenze fisiche

I rischi per la salute e le complicazioni dipendono dalla gravità della mutilazione, dalle condizioni igieniche, dall'abilità e dalla capacità dell'operatrice e dalla resistenza opposta dalla bambina. In ogni caso, immediate o a lungo termine, le complicazioni sono serie.

Complicazioni a breve termine
a) Le complicazioni a breve termine includono: emorragia per la recissione dell'arteria vulvare o dell'arteria dorsale del clitoride; shock post-operatorio (la morte può essere evitata solo se sono possibili trasfusioni di sangue e rianimazione d'emergenza). La scarsa abilità dell'operatrice o la attiva resistenza da parte della bambina possono produrre tagli ad altri organi: l'uretra, la vescica (complicata da ritenzione urinaria e un'infezione alla vescica), lo sfintere anale, le pareti vaginali o la ghiandola del Bardolini. Tutti gli strumenti usati raramente sono stati preventivamente sterilizzati, e così spesso vengono contratti il tetano (non di rado letale) e setticemia.

Complicazioni a lungo termine
b) Sono frequenti infezioni croniche dell'utero e della vagina, essendo la vagina divenuta, nel caso dell'infibulazione, un organo semi-ermetico. Talvolta un corpo estraneo di notevoli dimensioni si forma all'interno della vagina, come risultato dell'accumularsi delle secrezioni di muco. Formazioni di cicatrici cheloidi sulla ferita vulvare possono diventare di così vaste proporzioni da impedire la deambulazione. La crescita di cisti dermoidi grosse come un pompelmo non è rara. La formazione di fistole e prolassi (dovute all'ostruzione durante il travaglio di parto che porta ad una ernia della vagina e/ o dell'utero) è causa, con il passare degli anni, di incontinenza, tanto che molte donne mutilate emettono continuamente urina. Un'altra grave complicazione è la dismenorrea (mestruazioni estremamente dolorose), poiché il sangue mestruale non può fuoriuscire liberamente, e giovani ragazze che hanno subito l'infibulazione cercano di rimuovere i coagoli accumulati con le unghie, se l'apertura non è sufficientemente ampia.

Il risultato più straziante della recissione è lo svilupparsi di un neurinoma nel punto di sezione del nervo dorsale del clitoride, che rende tutta l'area genitale perennemente e insopportabilmente sensibile al tatto. Si possono anche sviluppare ascessi vulvari. Le donne che hanno subito mutilazioni - non c'è bisogno di dirlo -provano forti dolori durante il rapporto sessuale (dispaurenia) ed esse talvolta diventano sterili a causa delle infezioni croniche delle vie urogenitali.

Ulteriori complicazioni durante il parto sono inevitabili per quelle donne che hanno subito un'infibulazione, perché comporta sempre una lacerazione del tessuto cicatrizzato.

La vulva fortemente occlusa ha infatti perso la sua elasticità e, se non riaperta in tempo, fatalmente ostacola la fase espulsiva del parto.

La testa del bambino può essere fatta passare attraverso il perineo, che si lacera più facilmente del tessuto cicatrizzato dell'infibulazione, provocando così un'alta incidenza di lacerazioni perineali. Ci sono perdite di sangue importanti e il dolore può provocare inerzia uterina.

Il lungo e ostacolato travaglio può portare ad una morte del feto o può creare danni neurologici al bambino. A causa della profonda alterazione delle strutture anatomiche esterne, l'esecuzione della episiotomia chirurgica presenta un maggiore rischio di lesione di altre strutture vicine, la cervice dell'utero della madre o alcune parti del bambino, specialmente se l'operatrice lavora in fretta.

Vi è anche pericolo di infezione. La consuetudine richiede che dopo ogni parto la donna venga nuovamente infibulata, o ricucita, e ciò può accadere anche dodici volte o più.

Trasmissione dell'HIV e mutilazione genitale femminile.

Il fatto che la perdita di sangue e le ferite aperte aumentino la possibilità di infezioni ha portato alla preoccupazione che queste pratiche tradizionali che interessano donne e bambine, possano produrre maggiori rischi di infezioni. L'infibulazione danneggia gli organi genitali e la riapertura della vulva dopo il matrimonio li danneggia ulteriormente. Tutti e due questi momenti aumentano la possibilità di infezione ed anche la possibilità di infezione da HIV.

In alcuni casi, poiché l'infibulazione impedisce rapporti sessuali vaginali, vengono praticati, in alternativa, rapporti sessuali anali; di conseguenza, il risultante danneggiamento dei tessuti è una possibile via alla infezione da HIV. Nella pratica della mutilazione genitale femminile viene di solito impiegato un unico strumento per intervenire su più donne e questo produce un alto rischio di trasmissione di qualsiasi infezione e, conseguentemente, nel caso in cui sia presente l'infezione da HIV, il rischio di trasmissione di tale infezione è evidentemente molto alto.

 


La recensione della La donna mutilata, un'inchiesta sulla mutilazione genitale femminile in Italia