L'ULIVO E' IL SIMBOLO
DI VITA PER I PALESTINESI
UN
APPELLO PER CHIEDERE LA SOSPENSIONE DELL'ACCORDO DI ASSOCIAZIONE
UE-ISRAELE COME PRESSIONE PER IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE
novembre 2002, da Luisa Morgantini,
europarlamentare e donna in nero
Questa lettera indirizzata al Ministro degli Esteri Silvio Berlusconi, è una lettera che le associazioni belghe hanno scritto al proprio Ministro degli Affari Esteri.
La lettera è stata inviata ufficialmente come donne in nero e come associazione per la pace.
Vi invito a farla vostra e a mandarla al Ministro degli Esteri. Vi invito a inondare Berlusconi con questo appello, per dimostrare che siamo in tanti a richiedere il rispetto del diritto internazionale.Potete inviarla via posta normale a:
Egr. Sig. Silvio BERLUSCONI
Ministro degli Affari Esteri
Piazzale della Farnesina, 1
Romavia fax allo:
06.36912006via e-mail a:
relazioni.pubblico@esteri.it
Egregio Ministro,
L'ulivo è per i Palestinesi quello che è il riso per i Vietnamiti. Anzi di più, l'ulivo è il simbolo di vita ed incarna l'attaccamento viscerale dei Palestinesi al suolo ancestrale.
Le centinaia di migliaia d'oliveti distrutti, le terre confiscate dall'esercito e i dai coloni israeliani, l'estensione degli insediamenti delle nuove colonie, costituiscono, per i contadini palestinesi, una perdita di 10 milioni di dollari, a decorrere da settembre 2002 .
Lunedì', 21 ottobre, l'esercito israeliano ha lanciato un nuovo ordine militare che proibisce ai Palestinesi, in tutta la Cisgiordania, di raccogliere le loro olive ed annuncia che l'esercito rinforzerà le truppe e gli interventi al fine di rafforzare lo spiegamento militare nelle città e nei villaggi palestinesi.
E' chiaro che ciò' significa che l'esercito israeliano dà licenza di uccidere le famiglie e i contadini palestinesi che raccoglieranno le loro olive, in un momento vitale, atteso tutto l'anno. Quest'ordine è in manifesta contraddizione con la Quarta Convenzione di Ginevra, che obbliga la potenza occupante a proteggere le popolazioni civili dei territori sotto controllo.
La minaccia è concreta e non mette solo in pericolo le vite delle famiglie e dei contadini palestinesi, lasciandoli in balia dei coloni - che hanno moltiplicato nelle ultime settimane le aggressioni, gli incendi delle terre agricole, arrivando persino al furto dei raccolti - ma contribuisce ad aggravare la situazione già disastrosa dell'economia palestinese.
Martedì' 22 ottobre, il ministero israeliano delle infrastrutture ha ordinato la proibizione della perforazione dei pozzi in Cisgiordania e il congelamento delle concessioni, ai contadini palestinesi, dei permessi alla perforazione. Questa situazione produce effetti disastrosi per l'agricoltura palestinese.
Queste nuove violazioni del diritto e delle convenzioni internazionali sono contrarie alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n° 1435, adottata il 24 settembre 2002, e avvengono proprio nel momento in cui gli Stati Uniti fanno pressione su Israele per l'alleggerimento delle sofferenze del popolo palestinese.
Signor Ministro,
Nel corso di questi ultimi dodici mesi, oltre settecento cittadini italiani (tra cui parlamentari, consiglieri, registi, sindacalisti, rappresentanti delle ONG e d'associazioni) si sono recati in Palestina come osservatori civili. Molti sono stati arbitrariamente respinti dall'autorità israeliana; quelli che sono potuti entrare hanno costatato e riferito le gravi e costanti violazioni dei diritti umani, gli arresti arbitrari, gli assassini dei civili palestinesi, in particolare di donne e bambini e le distruzioni sistematiche dei beni. Il governo di Sharon, l'esercito israeliano e la milizia dei coloni israeliani, nei territori palestinesi riconosciuti, agiscono in tutta impunità poiché beneficiano di una mancanza totale di sanzioni da parte degli Stati membri del Consiglio di Sicurezza.
Israele che ha firmato l'accordo d'associazione con l'UE, Stato aderente alle convenzioni di Ginevra, è tenuto a rispettare i diritti umani ed anche a proteggere le popolazioni civili dei territori palestinesi occupati.
Le rivolgiamo un urgente appello affinché Lei prenda ufficialmente posizione, chiedendo, in nome dell'Italia, la sospensione dell'accordo d'associazione UE-Israele fintanto che questo Stato non metterà fine all'occupazione del territorio palestinese riconosciuto
La sollecitiamo a prendere contatto, con l'urgenza richiesta dalla situazione, con il Governo svizzero, guardiano delle convenzioni di Ginevra affinché si riuniscano, a breve termine, le alte parti contraenti firmatarie delle convenzioni di Ginevra.Le chiediamo, inoltre, che l'Italia si faccia promotrice, il più presto possibile, di un'iniziativa congiunta con altri paesi europei per l'invio di una forza d'interposizione che assicuri la protezione delle popolazioni civili.
Certi di una Sua risposta, Le porgiamo
Distinti saluti