SOLIDARIETA' CON LE DONNE IRANIANE
APPELLO CONTRO LA LAPIDAZIONE E LE LEGGI MISOGENE


marzo 2003, dall'Associazione delle Donne Democratiche Iraniane in Italia

 

Nel 2002 in Iran, nel mezzo della negoziazione tra l'UE e il regime iraniano, sono state impiccate in pubblico 474 persone, secondo le fonti dello stesso regime.
L'anno scorso, per la prima volta, è stata impiccata in pubblico una donna e lo "spettacolo" è stato trasmesso in TV.
Il regime iraniano ha lapidato almeno tre donne e ne ha condannato 4 alla lapidazione.
La forte violazione dei diritti umani in Iran continua, nonostante il "dialogo".
La stampa ufficiale del regime, dall'inizio del 2003, riporta la notizia dell'incremento delle lapidazioni, delle amputazioni degli arti e di altre pene disumane.
Le discriminanti leggi contro le donne sono regolarmente applicate.
Il regime iraniano rifiuta l'adesione alla Convenzione contro le Discriminazioni. Secondo la legge dello stato teocratico la testimonianza di una donna vale la metà di quella dell'uomo.
Nelle manifestazioni del mese di dicembre sono state arrestate centinaia di persone e di loro tutt'ora non si hanno notizie. Il corpo di una studentessa, Leila Noorgostari, è stato abbandonato per strada privo di vita.
La voce sull'eliminazione della lapidazione è stata data solo per ingannare la Comunità Internazionale. Il 28 dicembre un'autorità del Consiglio della Sorveglianza del regime ha solennemente dichiarato: "La lapidazione non può essere sostituita con un'altra pena e la sua applicazione è indipendente dal tempo e dal luogo". Il procuratore capo della regione Fars, Hossein Ali Amiri, a tal proposito, ha affermato: "Fin'ora non abbiamo ricevuto alcuna circolare di abolizione della lapidazione". (Notizia della BBC del 27/12/2002).
Una deputata della fazione khatamista, Elahe Kulai, sul giornale Khorasan del 7 dicembre, ha dichiarato: "Questa è proprio una bugia, non c'è stata nessuna mozione in Parlamento per l'eliminazione della lapidazione".
L'esperienza degli ultimi 5 anni dimostra che puntare sul riformismo di Khatami è una mera illusione. Khatami è una parte inseparabile dello stesso regime. Egli né vuole, né può fare riforme.
Gli iraniani con le loro numerose manifestazioni hanno espresso la volontà di un cambiamento radicale e desiderano un governo democratico e secolare in Iran.
In questa situazione, ignorare le richieste degli iraniani e puntare sul regime a qualsiasi titolo e con ogni alibi, è irrazionale e non aiuta la gente ad ottenere le sue rivendicazioni.
Le donne iraniane, negli ultimi 4 anni, hanno affrontato coraggiosamente questa situazione. La loro leadership nell'opposizione democratica ha costruito una demarcazione netta tra l'Islam e la misoginia, sfidando il regime dei mullah sul piano culturale, religioso e politico.
Noi condanniamo gli atti criminali del regime iraniano contro le donne ed esprimiamo la solidarietà verso le nostre amiche che nella Resistenza, sotto la leadership di Maryam Rajavi, lottano per la libertà e per l'uguaglianza.
Accogliamo l'appello delle donne della Resistenza per l'eliminazione della lapidazione.
Chiediamo all'UE di porre fine alla sua politica di compiacimento verso il regime dell'Iran e di condannare fermamente la forte discriminazione contro le donne in Iran, nella prossima seduta della Commissione dei Diritti Umani.

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Si prega di inviare l'Appello firmato a uno dei seguenti indirizzi:
Associazione delle Donne Democratiche Iraniane in Italia
Via delle Egadi,15-00141-Roma Fax:06.700 54 05
E-Mail: donneiran@yahoo.it