RICONGIUNGIMENTO
FAMIGLIARE DEGLI STRANIERI: IL PARLAMENTO EUROPEO DEVE OPPORSI
ALL'ENTRATA IN VIGORE DI UNA DIRETTIVA CONTRARIA AI DIRITTI FONDAMENTALI
SI
RICHIEDE L'ANNULLAMENTO DELLA DIRETTIVA DEL CONSIGLIO EUROPEO
ottobre 2003, dal Coordinamento
Europeo per il Diritto degli Stranieri a vivere in Famiglia
Varie ONG europee (tra cui il Coordinamento europeo) hanno fatto appello al Parlamento europeo perché chieda l'annullamento, davanti alla Corte di Giustizia delle Comunità europee, della direttiva relativa al ricongiungimento famigliare degli stranieri appena adottato dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (GUCE 03.10.03, L. 251, p.12).
Una prima versione di questa direttiva, proposta dalla Commissione europea il 1 dicembre 1999 (COM (1999) 638 finale) e approvata dalla maggior parte delle ONG, era stata oggetto di un avviso favorevole del Parlamento europeo. Garantiva il rispetto del diritto degli stranieri a vivere in famiglia e si inscriveva nello spirito degli orientamenti definiti al vertice di Tampere del 1999: "L'Unione europea deve assicurare un trattamento equo ai cittadini dei paesi terzi che risiedono sul territorio degli Stati membri. Una politica più energica in materia di integrazione dovrebbe avere come ambizione quella di offrire loro diritti e obblighi paragonabili a quelli dei cittadini dell'Unione europea" (Punto 18 delle conclusioni del Consiglio europeo).
Da allora, la direttiva è stata progressivamente svuotata di contenuto: la terza versione proposta dalla Commissione (COM (2002) 225 finale, 2 maggio 2002) rimette in causa il principio del diritto al ricongiungimento famigliare e viola un certo numero di diritti fondamentali garantiti soprattutto dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalla Convenzione internazionale relativa ai diritti del bambino. Nel nuovo avviso espresso nel mese di aprile 2003 (Parlamento europeo A5-0086/2003, PE 319.245), il Parlamento europeo ha chiesto che i dispositivi più sfavorevoli agli stranieri siano corretti nel testo. Ma la direttiva era già stata oggetto di un accordo politico dei Quindici a partire già dal mese di febbraio 2003 (Consiglio " Giustizia e Affari interni ", 27-28 Febbraio 2003) e i capi di Stato e di governo non hanno tenuto conto delle raccomandazioni del Parlamento.
Varie ONG rappresentative hanno espresso, da parte loro, vive critiche sul testo (Caritas Europa, COMECE, Churches' Commission for Migrants in Europe, International Catholic Migration Commission, Jesuit Refugee, Quaker Council for European Affairs : " The new directive on family reunification : right for families to live together or right for EU member states to derogate from human rights ? ", il 4 mars 2003 ; Coordinamento europeo per il diritto degli stranieri a vivere in famiglia : " Ricongiungimento famigliare : contro il diritto a vivere in famiglia ", il 9 marzo 2003). Oggi fanno appello alla responsabilità del Parlamento europeo.
Il Parlamento europeo ha la possibilità di ricorrere in appello alla Corte di Giustizia delle Comunità, qualora ritenga che un testo adottato dal Consiglio sia contrario ai principi difesi dal Trattato sull'Unione europea. E' quanto succede oggi. Per questo il Parlamento deve chiedere l'annullamento, entro due mesi a partire dalla pubblicazione ufficiale, di questa direttiva del Consiglio che non ha approvato: a questo scopo il Coordinamento europeo ha rivolto un'argomentazione al Presidente e ai membri della commissione giuridica del parlamento. Chiede loro di fare tutto il possibile per opporsi alla sua applicazione che rischia di destabilizzare in modo grave le famiglie immigrate nell'Unione europea e di compromettere gli obiettivi di Tampere a proposito dell'integrazione dei migranti.
Coordinamento europeo per i diritti degli stranieri a vivere in famiglia
L'iniziativa è sostenuta dalle seguenti organizzazioni europee :
Africa Faith and Justice Network (AEFJN) - Bruxelles
Caritas Europe Bruxelles
Churches' Commission for Migrants in Europe (CCME) Bruxelles
December 18 Bruxelles
European Network Against Racism (ENAR) - Bruxelles
Inoltre fino ad oggi circa 90 associazioni nazionali e locali della maggior parte dei 15 paesi dell'Unione sostengono questa iniziativa.
Per ottenere il testo integrale dell'argomentazione o qualunque altra informazione complementare, si prega di contattare:
Claudia Cortés Diaz
Riccardo Zoggia Gisti: charles@gisti.org coordeurop.campagne@libero.it
Tel.: 0033 (0)1 43 14 84 83
00 39 010 2530050 (Informazioni in inglese)
00 33 (1) 43 14 84 83 (Informazioni in spagnolo e francese)