IL MANIFESTO DELLE DONNE
BOBIGNY IN PAROLE-CHIAVE. IL RUOLO DELLA RETE ITALIANA


dicembre 2003, di Valeria Savoca

Le parole chiave per esprimere le proposte delle donne nella giornata di ieri a Bobigny potrebbero essere queste: pace, diritti, lotta contro la violenza e la discriminazione.
La rete italiana Parigi_ Diverse ha avuto un ruolo non secondario nelle discussioni europee, in particolare sulle questioni della pace e della guerra sono state accolte tutte le proposte italiane: Europa disarmata, maggiore badget di spesa allo Stato Sociale e alle politiche della previdenza e dell'assistenza, nessuna spesa di guerra; inserimento nella Costituzione europea di un articolo che riprenda i contenuti del nostro articolo 11, "L'Europa rifiuta la guerra come mezzo di risoluzione di controversie internazionali..."; ritiro immediato di tutti i militari europei attualmente impegnati in luoghi di guerra fuori e dentro l'Europa. La toccante testimonianza delle donne, accomunate dai disastri dei loro paesi, più facile preda di governi repressivi e violenze di ogni genere: palestinesi e israeliane,russe e cecene, turche e curde, mette in mostra il danno implicito nella creazione di muri, sia che siano fatti di ferro e cemento, sia che si tratti dei muri interiorizzati che dividono popoli in lotta per lo sfruttamento delle risorse di uno stesso territorio, o per assicurare il monopolio di quello sfruttamento all'uno o all'altro potentato economico. Infatti il diritto alla pace che le donne rivendicano è strettamente legato al diritto alla sopravvivenza, al lavoro e alla pari dignità in esso di uomini e donne; non c'é diritto che non pretenda di denunciare discriminazioni e ineguaglianze.
Quali le ineguaglianze denunciate dalle donne? Nel salario, ad esempio, dove a uguale lavoro non equivale uguale retribuzione; ma cio' che danneggia di più la capacità contrattuale delle donne nel mercato è il lavoro di cura, la cui rasponsabilità va condivisa oltre che divisa tra uomini e donne, per consentire alle donne una vita lavorativa e sociale che ne assicuri l'autodeterminazione economica, importante fondamento per l'autodeterminazione sul proprio corpo e sulle proprie scelte riproduttive e di orientamento sessuale. Queste ultime due questioni, l'utodeterminazione sul proprio corpo e sulle scelte sessuali e riproduttive, sono state trattate nell'atelier "Diritti sessuali e riproduttivi", dove purtroppo la relatrice italiana, Monia Dragoni, dell'Arcilesbica, non é stata ascoltata, pur essendo presentata come relatrice dell'atelier. Sembra infatti che le lesbiche francesi non condividano alcune posizioni delle femministe italiane circa i diritti riproduttivi di gay e lesbiche, e tuttavia sarebbe stato più utile al dibattito, oltre che più corretto, che le posizioni presenti nei movimenti europei fossero state presentate con pari dignità. Un problema simile é sorto rispetto alla presentazione delle posizioni emerse nell'atelier sulla violenza circa la prostituzione, che é stata considerata, infatti, solo come prostituzione coatta, non come scelta possibile, e come tale il manifesto delle donne ne chiede la soppressione, mentre molte organizzazioni femministe italiane, anche in Parigi_Diverse, ed europee, ne considerano realisticamente la possibilità come scelta determinata dall'esistenza di un mercato, e propongono di lavorare di più sulla prevenzione e sulla formazione di donne e uomini, soprattutto degli uomini, dato che si tratta di un problema squisitamente maschile, che riguarda la sessualità degli uomini alienati dalla società in cui vivono a tal punto da pensare di poter soddisfare il loro bisogno di piacere e di affetto comprandone le prestazioni, uomini che non capiscono che l'amore non è prestazione.
La rivendicazione dunque dell'autodeterminazione in ogni ambito, del lavoro, del corpo e i diritti di cittadinanza sessuati, comportano l'estensione della legislazione sull'aborto e le TRA, assisiti e gratuiti, con l'ammissione ai tavoli delle trattative su tutto ciò che riguarda le donne, delle associazioni e delle reti delle donne, come partner con diritto di veto per ogni tipo di proposta legislativa. L'empowerment delle donne richiede questo passaggio, tra gli altri, come la condivisione del lavoro di cura, per consentire alle donne l'accesso alla partecipazione diretta nei luoghi del potere istituzionale, non c'è potere senza empowerment, in caso diverso, la presenza delle donne nelle istituzioni si riduce a pura testimonianza, quando non è semplice manovalanza per dinamiche al servizio del potere gerarchico maschile, espressione di interessi economici e militari, quelli che le donne di Bobigny dichiarano di voler abbattere.