IRAN: UNA PRIGIONE PER DONNE.
L'ASSOCIAZIONE DELLE DONNE DEMOCRATICHE IRANIANE IN ITALIA LANCIA UN APPELLO E CHIEDE A TUTTE LE DONNE ITALIANE DI SOTTOSCRIVERLO


marzo 2002, fonte AceA

 

Negli ultimi vent'anni i fondamentalisti che governano l'Iran hanno oppresso violentemente le donne. Nel 2001, con falsi pretesti, sono aumentate le pene disumane come la lapidazione, le esecuzioni capitali e le fustigazioni di donne in pubblico. I mullah al potere in Iran, negli ultimi 22 anni, hanno ucciso decine di migliaia di donne per motivi politici e ne hanno imprigionate e selvaggiamente torturate un numero ancora superiore. Una fatwa, editto religioso emesso da Khomeini, dichiara formalmente che "le donne membri e sostenitori dei Mojahedin, il maggior gruppo di opposizione ai mullah, sono campo aperto: cioè possono essere uccise, torturate, violentate e le loro proprietà confiscate". Questa fatwa è stata riaffermata dai successori di Khomeini e le giovani mojahedin sono state sistematicamente violentate dalle guardie della rivoluzione prima dell'esecuzione. In Dicembre, l'Assemblea Generale delle Nazioni unite ha condannato le violazioni dei diritti umani e l'aumento delle esecuzioni capitali in Iran.

Il Rappresentante speciale della Commissione per i Diritti umani delle Nazioni unite, nel suo rapporto all'Assemblea Generale, ha affermato che la Repubblica Islamica è "una prigione per le donne" ed ha aggiunto che "non c'è alcun cambiamento nella discriminazione legalizzata che le donne subiscono in ogni campo".
Contrariamente alla propaganda politica del regime clericale e di alcuni ambienti politici in Occidente, la situazione delle donne è peggiorata in ogni senso durante il regime di Khatami.

Nel Maggio 1997, durante un incontro con un gruppo di donne filogovernative, Khatami disse chiaramente: "Uno dei maggiori errori dell'Occidente è stato l'emancipazione delle donne che distrugge la famiglia... Stare a casa non significa essere emarginate... Non dobbiamo pensare che l'attività sociale significhi lavorare fuori casa. Badare alla casa è il compito più importante." Il 10 Settembre 2001 in un incontro simile, Khatami ha affermato: "Se impiegassimo le donne in alcuni settori, con la forza o seguendo la moda del momento, le priveremmo della possibilità di scelta ed eserciteremmo un'imposizione su di loro...".

In base alle leggi dei mullah, le donne sono private del diritto alla presidenza, alla magistratura e all'insegnamento in molti campi. Le statistiche ufficiali rivelano che in Iran le donne si suicidano quattro volte di più rispetto agli uomini. L'età media delle prostitute è passata dai 27 ai 20 anni, e il numero delle ragazze fuggite da casa è salito del 30% durante il periodo di Khatami. Le leggi del regime clericale fissano a 8 anni lunari e 9 mesi l'età minima legale per il matrimonio delle donne. Agli inizi del XXI secolo i governanti del regime clericale cercano di ricacciare le donne nel medio evo, temendo la loro diffusa partecipazione alle sommosse sociali, agli scioperi e alle proteste antigovernative. Nell'estate del 2001 le donne hanno avuto un ruolo preminente nelle cinque maggiori manifestazioni. Gridando "abbasso Khatami, abbasso Khomenei", hanno dato voce in tutto il mondo al loro odio per il regime misogino dei mullah. Il ruolo dirigente delle donne nella resistenza contro il regime medioevale in Iran, è un solido ostacolo contro il diffondersi della misoginia negli altri paesi islamici del Medio Oriente. Sotto la guida di Maryam Rajavi, una donna musulmana anti-fondamentalista, la resistenza iraniana ha tracciato una netta demarcazione fra l'Islam religione di pace, fratellanza e amicizia e il fondamentalismo e la misoginia.

Noi, firmatarie di questo Appello, condanniamo la politica oppressiva e misogina dei mullah al potere in Iran e dichiariamo il nostro appoggio alle donne iraniane in lotta per la libertà e l'eguaglianza, guidate da Maryam Rajavi, presidente eletta dalla Resistenza Iraniana.

Chiediamo, inoltre, alla Commissione delle Nazioni unite per i diritti umani di condannare fermamente ed inequivocabilmente, nella prossima sessione, le violazioni dei diritti umani in Iran ed in particolare dei diritti delle donne.

Inviare le adesioni a: Associazione delle donne democratiche Iraniane in Italia - Via delle Egadi, 15 Roma 00141,
Fax: 06.87.19.92.59
E-mail: donneiran@yahoo.it; womenscomitee@iranncr.org
(da www.womenews.net)