SIERRA LEONE: STUPRO E ALTRE FORME DI VIOLENZA SESSUALE CONTRO BAMBINE E DONNE
UN RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL


marzo 2001

 

Mariatu (un nome fittizio), che ora ha 16 anni, è stata rapita nel villaggio di Mamamah, a circa 40 chilometri da Freetown, quando le forze ribelli si sono ritirate dalla capitale nel gennaio 1999. Entrambi i suoi genitori sono stati assassinati dalle forze ribelli durante l'attacco del villaggio. Mariatu ha subito ripetutamente stupro di gruppo da parte dei ribelli. Se avesse cercato di sottrarsi allo stupro, le si sarebbe negato il cibo e sarebbe stata picchiata. E' stata costretta a seguire le forze ribelli dapprima a Lunsar e poi a Makeni, nella Provincia del Nord, ed è stata, alla fine, costretta a diventare " la moglie" di uno dei ribelli.Molte altre ragazze hanno subito la stessa sorte. Quando è rimasta incinta, è stata riconsegnata alla sua famiglia ed abbandonata. Nel maggio 2000, poco dopo il rilascio, il suo villaggio è stato attaccato di nuovo dalle forze ribelli ed è stata costretta a sfollare con sua nonna. E' arrivata a piedi a Waterloo e poi ad un campo di sfollati ad est di Freetown. Ora è al sesto mese di gravidanza.

 

Stupro e altre forme di violenza sessuale durante i conflitti armati interni.
Rapimento, stupro e schiavitù sessuale di bambine e donne sono stati gli aspetti più ripugnanti e dolorosi del conflitto armato interno che da nove anni insanguina la Sierra Leone. Lo stupro e le altre forme di violenza sessuale commesse da funzionari del governo e dai gruppi armati d'opposizione non sono altro che atti di tortura. Il termine schiavitù sessuale fa riferimento alle situazioni in cui bambine e donne sono costrette al " matrimonio", alla servitù domestica o ad altre forme di lavoro forzato che coinvolge in definitive l'attività sessuale, incluso lo stupro da parte dei rapitori.
Lo stupro, la schiavitù sessuale e le altre forme di violenza contro bambine e donne compiute dalle forze ribelli sono state sistematiche e diffuse. La violenza sessuale è stata rivolta a donne di tutte le età, comprese, spesso, ragazze molto giovani. Quasi tutte le migliaia di bambine e donne rapite dalle forze ribelli sono state stuprate e costrette alla schiavitù sessuale.
Indagini promosse dal Fondo delle Nazioni Unite per i fanciulli (UNICEF) hanno mostrato che il 75 % delle bambine e giovani donne rapite avevano subito abusi sessuali; altre stime calcolano che esse siano il 90%. In alcuni casi le bambine e le donne sono state costrette ad avere rapporti sessuali o " essere moglie" di un solo combattente. In altri casi subiscono abusi da molti combattenti.
Al di là della brutalità e del trauma dello stupro in sé, che causa spesso danni psicologici per tutta la vita alle vittime, l'abuso sessuale può avere come conseguenza, gravi ferite fisiche, gravidanze forzate, malattie ed anche la morte. Tutte le vittime di stupro e altre forme di violenza sessuale soffrono di traumi psicologici e quasi tutte necessitano di trattamenti medici per le ferite subite durante quei durissimi momenti. Molte delle bambine e donne rapite dalle forze ribelli sono rimaste incinte ed hanno partorito.
Spesso le vittime di stupri hanno sofferto ulteriori brutalità, come l'inserimento di oggetti all'interno della vagina. A una ragazza di 14 anni è stata conficcato un coltello nella vagina per essersi rifiutata di avere rapporti sessuali con un combattente che l'aveva rapita. Ad un'altra donna sono stati inseriti piccoli carboni ardenti nella vagina. Una ragazza di 16 anni è stata ferita così gravemente, dopo essere stata ripetutamente stuprata, che, dopo essere riuscita a scappare, è stata sottoposta ad isterectomia. Le percosse sono pratica comune e molte delle vittime che sono state, in seguito rilasciate, erano coperte di lividi.Molte hanno contratto malattie sessualmente trasmissibili e un alto numero di esse è probabile abbia contatto il virus HIV/AIDS. Ci sono casi di decessi fra le vittime di stupri per AIDS. Quelle che hanno passato mesi od anni nei boschi, dopo essere state prese dalle forze dei ribelli, soffrono anche di tubercolosi, malnutrizione, malaria, infezioni dermatologiche e intestinali e malattie respiratorie.
Il terrore che le forze ribelli incutono sui civili ha anche comportato che gli uomini fossero costretti a stuprare membri della propria famiglia sotto la minaccia di essere mutilati col taglio delle mani o delle braccia. Bambine e donne sono state stuprate di fronte ai loro mariti o agli altri componenti della famiglia.
Dopo che le forze ribelli, la maggioranza dei membri del Consiglio Rivoluzionario delle Forze Armate (AFRC), ma anche membri del Fronte Unito Rivoluzionario (RUF), hanno attaccato la capitale, Freetown, il 6 gennaio 1999, molti residenti hanno riferito lo stupro di gruppi di bambine e donne, avvenuti anche in luoghi pubblici come Kroo Town Road nel centro di Freetown e Kissy ad est. Un'alta incidenza di stupri è stata rilevata nel campo di sfollati Clay Factory di Freetown. Un poliziotto è stato testimone dello stupro di una delle sue tre figlie prima che fossero rapite dalle forze ribelli. Una ragazza di 11 anni, rapita a Freetown nel gennaio 1999, era fra i 40 ostaggi civili liberati nell'agosto 1999 nella regione di Occra Hills, a 60 chilometri a est di Freetown. Ella ha descritto di essere stata strappata da casa sua e poi di essere stata raggiunta da altre ragazze quando le forze ribelli rastrellavano casa per casa. Le bambine che non erano state selezionate per essere " mogli" di un comandante ribelle venivano ripetutamente violentate da un numero indefinito di altri combattenti.
Bambine e donne venivano riunite in differenti aree della città e costrette a presentarsi ogni notte ai combattenti ribelli. L'8 gennaio 1999 nella zona di Cline Town ad est di Freetown un comandante dei ribelli ordinò che tutte le ragazze vergini si presentassero per una verifica fisica ad opera di una collega donna. A quelle ritenute vergini, perdippiù dai 12 ai 15 anni, fu ordinato di presentarsi ogni notte al comandante dei ribelli o altri combattenti che le stuprarono o altrimenti le aggredirono.Alcune delle bambine furono, in seguito, rapite quando le forze ribelli furono costrette a ritirarsi da Freetown. Come per il caso dello stupro, costringere bambine e donne al c.d. " test di verginità" equivale alla tortura o a un trattamento inumano, crudele e degradante ed è specificamente proibito dal diritto umanitario internazionale.
Si riferisce che più di 4,000 fanciulli siano scomparsi dopo un'incursione dei ribelli a Freetown nel gennaio 1999. Sebbene l'articolo XXI dell'accordo di pace siglato dal governo della Sierra Leone e dal RUF il 7 luglio a Lomé, Togo, prevedesse il rilascio di tutti gli ostaggi civili, quasi 2,000 fanciulli, che si ritiene fossero stati rapiti, mancano all'appello dall'inizio dell'anno; il 60% di loro era di sesso femminile. L'UNICEF, la sezione che si occupa di diritti umani in seno alle Nazioni Unite nelle operazioni di peace­keeping in Sierra Leone e le Agenzie che si occupano di protezione dei fanciulli, che stanno cercando di assicurare il rilascio dei civili trattenuti dalle forze ribelli, hanno trovato particolari difficoltà nell'ottenere il rilascio di bambine e giovani donne.
Le bambine e le giovani donne rapite dalle forze ribelli sono state stuprate come se questa fosse una cosa scontata: molte sono state minacciate che sarebbero state uccise, se avessero provato a sottrarsi allo stupro.Una vittima di stupro ha riferito una frase dettale da un combattente, testualmente: "Tu non capisci. Questa è la ragione per cui noi veniamo a prendervi. Se non vieni a letto con me, ti ammazzo."
La crisi dei diritti umani continua.
Dopo la firma del 7 luglio 1999 dell'accordo di pace fra il governo della Sierra Leone e il RUF, l'escalation degli abusi dei diritti umani contro civili, incluso stupro e altre forme di violenza sessuale, è diminuita in modo significativo. Da ottobre 1999, però, la precedente forma degli abusi dei diritti umani è di nuovo emersa. Le forze ribelli che erano già state disarmate e smobilitate hanno continuato a rapire, stuprare e abusare sessualmente di un gran numero di bambine e donne. Il 1° febbraio 2000 la sezione che si occupa di diritti umani in seno alla Missione delle Nazioni Unite in Sierra Leone (UNAMSIL), che ha visitato Port Loko e Kabala nella Provincia del Nord, ha riferito che le molestie e i rapimenti di civili, stupri ed altre forme di violenza sessuale, il saccheggio di villaggi e l'incendio delle case avvengono quasi tutti i giorni nell'area attorno a Port Loko. Sia a Port Loko che a Kabala, la maggiorparte delle bambine e donne che erano state rapite dalle forze ribelli e che poi erano arrivate al campo sfollati avevano subito stupri e altre forme di violenza sessuale. Questi abusi erano stati perpetrati dalle forze ribelli del RUF, dell'AFRC e da ex soldati dell'esercito della Sierra Leone. Secondo gli operatori sanitari, le gravidanze risultanti dagli stupri erano così frequenti che " non possono essere contate". Essi hanno anche detto che le bambine e le donne si sentivano spesso costrette a sposare i loro rapitori o di vivere come " mogli" per paura dell'emarginazione che all'interno della proprio gruppo sociale è riservata a chi subisce stupro e rimane incinta.
All'inizio del maggio 2000, la Sierra Leone è stata gettata in un'ulteriore crisi dopo che le forze ribelli avevano catturato 500 componenti della forza di peace-keeping dell' UNAMSIL. Le ostilità fra i ribelli e quelle governative, incluso l'esercito della Sierra Leone, le Forze della Difesa Civili e l' AFRC, ora alleate al governo, ripresero. L'insicurezza e i combattimenti hanno ulteriormente aggravato gli episodi di stupro.
Nell'area attorno a Masiaka, a metà maggio, le forze ribelli stuprarono e rapirono bambine e donne. Fra le vittime, una donna di vent'anni, con un bimbo di cinque mesi, che è stata rapita dopo che le forze ribelli hanno preso il controllo di Masiaka. Quando fu rapita, le vennero strappati i vestiti e fu violentata da sette combattenti. Portata al campo dei ribelli, fu ripetutamente violentata da molti combattenti ribelli e costretta a portare i viveri, cucinare e tagliare la legna.
Molti casi di stupro ­ incluso lo stupro di gruppo di ragazze molto giovani- è stato anche riferito a Makeni, che rimane sotto il controllo delle forze ribelli, e in altre città, come Lunsar, dove le forze alleate al governo hanno riguadagnato il controllo per poi perderlo di nuovo a favore delle forze ribelli. Fra quelle che sono ritenute essere state violentate a Makeni c'è una giovane studentessa di 14 anni che è stata violentata di fronte ai suoi genitori nella loro casa di Makeni il 1° maggio 2000. Il giorno seguente, il 2 maggio, due donne sono ritenute essere state violentate dopo il saccheggio della loro casa. Nel villaggio di Mayaki nel Kambia District, si dice che le forze ribelli abbiano violentato molte donne il 24 maggio 2000 quando hanno attaccato il villaggio e ucciso il bestiame. Le bambine e le donne, in quelle zone del paese, ancora controllato dalle forze ribelli, rischiano lo stupro e il rapimento.
Durante il giugno 2000 una delegazione di Amnesty International in Sierra Leone ha incontrato numerose donne che erano state violentate nella Provincia del Nord durante le settimane precedenti. "E' successo lo scorso venerdì in maggio quando abbiamo cercato di scappare. Mia sorella stava cercando di fuggire col suo bambino, quando membri del RUF ci hanno catturato. Il bambino è stato portato da un'altra parte. Poi i combattenti del RUF hanno violentato mia sorella. Mio marito voleva prendere il bambino, ma è stato picchiato senza pietà, ed è svenuto. Ho cercato di prendere il bambino. Mio marito è stato, in seguito, ucciso.
Mia sorella è morta più tardi, lo stesso giorno."
Una donna di 19 anni di Magburaka, vicino a Makeni, che è stato attaccato il 26 maggio 2000.
"Siamo scappati da un villaggio chiamato Makoth; ci siamo nascosti nella boscaglia con i nostri bambini. Siamo poi stati circondate dai miliziani del RUF che hanno preso mio marito e gli hanno legato i polsi dietro le braccia. Gli hanno chiesto di scegliere chi dovesse morire; la scelta era fra me e lui. Lui chiese che mi venisse risparmiata la vita. Quindi lo hanno legato ad un albero e hanno cercato di tagliargli la gola; poiché l'operazione riusciva loro difficile lo hanno freddato con un colpo di pistola. Stava ancora allattando, ma cinque membri del RUF mi hanno violentata. Sto ancora sanguinando."
Una donna di 29 anni che scappava da Makeni il 30 maggio 2000.
"I ribelli della RUF vestiti con uniformi dell' UNAMSIL sono entrati nella nostra casa. Ero molto felice che ci avessero liberati, non sapendo che essi erano ribelli. Mi hanno chiesto di avere rapporti sessuali con loro; quando ho rifiutato mi hanno colpito con le loro pistole. I miei bambini hanno cercato di scappare. Tre di loro mi hanno violentata; il quarto gli ha ordinato di smetterla. Dopo lo stupro, hanno saccheggiato la mia casa. Sono scappata senza niente addosso per trovare un qualche rifugio."
Una donna di 45 anni che è stata aggredita dalle milizie della RUF nella propria abitazione a Lunsar.

Prevenire gli stupri e le altre forme di violenza sessuale.

Tutti i combattenti in Sierra Leone, sia appartenenti alle forze ribelli sia alle forze alleate al governo, devono essere istruiti esplicitamente da coloro che esercitano il controllo sulle gerarchie di comando, affinché siano rispettate le leggi umanitarie e che si ponga immediatamente fine agli stupri e alle altre forme di violenza sessuale. Tutti i rapporti di stupri e di altre forme di violenza sessuale devono essere esaminati ed indagati, e i sospetti perpetratori di tali offese devono essere perseguiti. Ogni combattente, sospettato di aver commesso stupro o altre forme di violenza sessuale, deve essere immediatamente rimosso dal servizio attivo e da quelle situazioni dove esiste la possibilità che si ripetino gli stessi abusi.

La forza di pace dell'UNAMSIL ha il mandato di proteggere i civili sotto imminente minaccia di violenza fisica, nei limiti delle sue facoltà e delle sue zone di dispiegamento. L'UNAMSIL deve comunque avere un chiaro mandato per proteggere i diritti umani di tutti i civili indefinitamente nel tempo, comprese le ragazze e le donne in rischio di sequestro, stupro e altre forme di violenza sessuale da parte delle forze ribelli, e per far questo deve realizzare un approccio determinato e attivo per proteggere i civili. Questo dovrebbe includere, il più possibile, l'estensione delle zone di competenza dell'UNAMSIL e delle sue truppe, in particolare in quelle zone della Provincia Settentrionale dove gli abusi contro i civili stanno continuando, effettuando ogni tentativo possibile per difendere i civili dagli attacchi delle forze ribelli.

Assicurare alla giustizia i responsabili degli abusi ai diritti umani.

È comunemente accettato che, secondo le consuetudinarie leggi internazionali, gli stupri commessi dai membri dei gruppi governativi o dei gruppi armati d'opposizione, durante un conflitto armato, sia internazionale sia non internazionale, di fatto costituiscono reato di tortura. Lo stupro e le altre forme di violenza sessuale, perpetrati dai combattenti durante lo svolgimento di entrambe i tipi di conflitto, sono ora considerati come crimini di guerra, come recentemente stabilito nello Statuto Internazionale di Roma del Tribunale Penale Internazionale che la Sierra Leone ha firmato il 17 ottobre 1998 e che intende ratificare al più presto. Quando lo stupro è commesso in larga scala o su basi sistematiche oppure, come previsto dallo Statuto di Roma, è commesso come parte di un diffuso o sistematico attacco diretto contro ogni popolazione civile, questo è da considerarsi come crimine contro l'umanità: di conseguenza, esso è soggetto alla giurisdizione universale.

Oltre a violare la legge umanitaria internazionale, e in modo evidente l'articolo 3 della Convenzione di Ginevra del 1949, lo stupro è un crimine anche secondo la legislazione nazionale della Sierra Leone: il Decreto per la Protezione delle Ragazze e delle Donne del 1960 e anche il Decreto per la Prevenzione delle Crudeltà Contro i Bambini.

Gli abusi ai diritti umani delle donne in situazioni di conflitto armato sono contrari ai fondamentali principi delle leggi sui diritti umani internazionali e umanitarie. Tutti gli abusi di questo tipo, compreso lo stupro e la schiavitù sessuale, richiedono una risposta efficace. In Sierra Leone il modo sistematico con cui lo stupro e le altre forme di violenza sessuale sono state perpetrate in modo così intenso, senza essere punite, indicano una deliberata strategia nell'uso dello stupro e delle altre forme di violenza sessuale contro le donne e le ragazze, come arma di guerra e per instaurare un regime di terrore.

L'impunità di cui hanno goduto i perpetratori degli abusi ai diritti umani durante il conflitto armato interno, è stata ulteriormente rafforzata dal trattato di pace firmato nel luglio del 1999, il quale prevede un'amnistia generale per tutti gli atti commessi nell'ambito del conflitto. Di conseguenza, sono compresi nell'amnistia anche i gravi abusi ai diritti umani che hanno caratterizzato il conflitto, comprese le sistematiche violenze sessuali contro le ragazze e contro le donne2. Amnesty International ritiene che l'amnistia prevista dal trattato di pace viola i principi fondamentali dei diritti umani, assicurando l'impunità ai perpetratori dei gravi abusi ai diritti umani e non prevedendo alcun deterrente contro ulteriori abusi.

Le NU hanno espresso la sconfessione ai trattati di pace che prevedono l'amnistia per i crimini di genocidio, contro l'umanità, crimini di guerra e altre serie violazioni ai diritti umani e alle leggi umanitarie. Non ci può essere amnistia per le gravi violazioni alle leggi internazionali umanitarie e per i diritti umani, e per gli abusi ai diritti umani, tali da essere considerati crimini contro l'umanità. Il dovere di perseguire o di ottenere l'estradizione delle persone responsabili di crimini contro l'umanità e di gravi violazioni ai diritti umani, come le esecuzioni extragiudiziali, le 'scomparse' forzate, le torture e le violenze contro le donne, fa sì che quelle amnistie nazionali e quei perdoni che impediscono l'emersione della verità e delle responsabilità di tali violazioni, siano incompatibili con i diritti delle vittime e con il dovere di assicurare alla giustizia responsabili degli abusi.

Inoltre le violazioni ai diritti umani commesse dalla data della firma del trattato di pace in poi, non sono coperti dall'amnistia. I ribelli combattenti responsabili dei continui abusi, compresi il sequestro e lo stupro di ragazze e di donne, devono essere identificati e assicurati alla giustizia.

Assistenza alle vittime di stupri e di altre forme di violenza sessuale.

Le conseguenze psicologiche e sociali di queste campagne sistematiche di stupro, e di altre forme di violenza sessuale, in Sierra Leone, sono enormi, e necessitano di essere affrontate urgentemente. Un'organizzazione umanitaria non governativa, Médecins Sans Frontières (Medicina Senza Frontiere, MSF), attiva in Sierra Leone, ha rilevato nel gennaio del 2000 che le conseguenze psicologiche e sociali del conflitto, sulla salute mentale dei civili, sono state troppo spesso trascurate.3

In seguito alle incursioni delle forze ribelli a Freetown nel gennaio del 1999, un'organizzazione non governativa, il Forum per gli Educatori delle Donne Africane (FAWE), sezione Sierra Leone, con il sostegno di altre associazioni nazionali ed internazionali, ha sviluppato un programma per aiutare le vittime di stupro e di altre forme di violenza sessuale, fornendo cure mediche e consulti. Fra il marzo 1999 e il febbraio 2000, più di 2000 ragazze e donne sequestrate, per la maggior parte a Freetown e nella Zona Occidentale, sono state curate: più di 1900 di loro erano state stuprate. A molte di loro sono state trasmesse malattie per via sessuale, e molte altre sono rimaste incinte: l'80 per cento di queste donne incinte hanno un'età tra i 14 e i 18 anni. La FAWE ha anche aperto un centro per le donne e le ragazze che hanno partorito in conseguenza di uno stupro, e le ha addestrate nelle operazioni di sartoria, *tie-dying* e *soap-making*, affinché siano in grado, in futuro, di guadagnarsi la vita. Nel marzo 2000 ci sono state più di 100 ragazze e donne con neonati e bambini piccoli nel centro della FAWE di Freetown.

È necessario,comunque, molto più di questo per assistere le vittime di stupri e di altre forme di violenza sessuale. Fuori di Freetown, questo tipo di assistenza è scarso o totalmente assente.

In seguito alla firma del trattato di pace, è iniziato un processo di disarmo, smobilitazione e reintegrazione. Questo processo ha comunque sofferto di gravi ritardi, e dalla metà di aprile solo la meta di circa 45000 combattenti sono stati disarmati e smobilitati. Quando nel marzo 2000 una delegazione di Amnesty International ha visitato la Sierra Leone, ha rilevato che il processo di disarmo, smobilitazione e reintegrazione degli ex combattenti, è sembrato spesso insufficiente a garantire reali opportunità a quelle ragazze e donne che sono state sequestrate dalle forze ribelli ed obbligate a diventare le loro partner sessuali, affinché fossero liberate da quegli ex combattenti che sarebbero stati disarmati e smobilitati. Il Quarto Rapporto del Segretario Generale delle NU dell'UNAMSIL del 19 maggio 2000 ha accertato la "necessità di proteggere coloro che sono sottomesse dagli ex combattenti, la maggior parte dei quali donne e bambini" e che "la maggior parte delle "mogli" dei combattenti che sono state, nei fatti, sequestrate, hanno affermato, nelle interviste effettuate in assenza dei loro "mariti", di non essere state libere di esprimere il loro desiderio di ritornare alle famiglie originarie".

La crisi corrente in Sierra Leone ha interrotto il processo di disarmo, smobilitazione e reintegrazione degli ex combattenti. Quando questo riprenderà, ci sarà bisogno di azioni efficaci affinché le ragazze e le donne, molte di queste incinte o con bambini piccoli, abbiano la piena libertà di poter lasciare, se lo desiderano, gli ex combattenti. Questo richiede: primo, la possibilità di manifestare in forma privata al personale delle NU il desiderio di lasciare gli uomini che le hanno sequestrate e violentate; secondo, aiutarle a ricevere le necessarie cure mediche e psicologiche; terzo, aiutarle a ritornare alle loro famiglie, quando possibile, o di dar loro la possibilità di rifarsi una vita con i loro figli.

È necessaria un'assistenza urgente ed efficace da parte della comunità internazionale, affinché siano soddisfatti i bisogni delle ragazze e delle donne vittime di stupro e di altre forme di violenza sessuale. Nell'aprile 2000, l'Ambasciatore degli Stati Uniti in Sierra Leone, Joseph H. Melmose Jr., ha affermato che "i casi di sequestri di bambini e di donne vittime di violenza mirata al sesso femminile, sono troppo numerosi, e noi non abbiamo ancora un quadro preciso di come molti di questi siano veramente avvenuti. Ciò che è chiaro è che queste vittime, e le ingiurie da loro subite, sia fisiche sia psicologiche, non devono essere ignorate. Se queste ferite non saranno curate, vi saranno ripercussioni sulle future generazioni di cittadini della Sierra Leone e sul successo del processo di pace".

Raccomandazioni ai leader del RUF:

- prendere tutte le misure per proteggere le ragazze e le donne dagli stupri e dalle altre forme di violenza sessuale, compresa l'educazione ai combattenti del RUF affinché rispettino le leggi umanitarie e non perpetrino più lo stupro e le altre forme di violenza sessuale;
- attestare pubblicamente che lo stupro perpetrato durante un conflitto armato costituisce un crimine di guerra e che può essere considerato, sotto certe circostanze, un crimine contro l'umanità;
- rimuovere immediatamente ogni combattente sospettato di aver commesso stupri o altre forme di violenza sessuale, dalle situazioni in cui siano possibili ulteriori stupri;
- ordinare l'immediato rilascio di tutte le ragazze, donne e altri civili catturati che sono rimasti detenuti, e assicurare che non si verifichino ulteriori sequestri.

Raccomandazioni al governo della Sierra Leone e ai leader dell'Esercito della Sierra Leone, al Consiglio delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR) e alle Forze di Difesa Civile (FDC):

- istruire tutti i combattenti delle forze alleate al governo di non commettere stupri e altre forme di violenza sessuale;
- riaffermare che lo stupro perpetrato durante un conflitto armato costituisce un crimine di guerra e che può essere considerato, sotto certe circostanze, crimine contro l'umanità;
- affermare che chiunque commette tali crimini sarà assicurato alla giustizia;
- indagare su tutti i rapporti di stupro e di altre forme di violenza sessuale.

Raccomandazioni alle missioni delle NU in Sierra Leone (UNAMSIL):

- assicurare che le forze di pace delle NU adempiano il loro mandato di proteggere i civili dalle violenze fisiche, comprese le ragazze e le donne a rischio di sequestro, stupro e altre forme di violenza sessuale, incoraggiando un più attivo e determinato approccio alla protezione dei civili, e fornendo tutto l'addestramento e il supporto logistico necessario;
- assicurare che tutte le truppe dispiegate dall'UNAMSIL siano opportunamente addestrate riguardo alle leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani, e che le perizie sulle violenze contro le donne, inclusi i crimini generalizzati contro il sesso femminile, siano effettuate tramite l'UNAMSIL;
- assicurare che i casi di stupro e di altre forme di violenza sessuale continuino ad essere monitorare e registrate dalle Sezione per i Diritti Umani dell'UNAMSIL, con uno sguardo alle indagini e alle persecuzioni dei presunti responsabili di tali violazioni;
- durante il processo di smobilitazione e disarmo, fornire le necessarie condizioni affinché le ragazze e le donne obbligate a diventare le partner sessuali dei membri delle forze ribelli, godano della libertà, nel caso lo desiderino, di lasciare i combattenti smobilitati.

Raccomandazioni alla comunità internazionale:

- continuare a condannare pubblicamente lo stupro e le altre forme di violenza sessuale, ed effettuare sostanziali pressioni a coloro che controllano i combattenti affinché cessino questi abusi;
- assicurare la fornitura di sostanziale ed adeguata assistenza alle vittime di stupro e di altre forme di violenza sessuale, compreso il sostegno di quelle organizzazioni che forniscono assistenza medica e psicologico sociale e che attuano programmi di riabilitazione delle vittime, assistendole nel ritorno alle loro famiglie e alle loro comunità;
- assicurare che tutti i rapporti di stupri e altre forme di violenza sessuale siano indagati a fondo dalle autorità preposte, allo scopo di identificare i responsabili e di assicurarli alla giustizia; questo dovrebbe comprendere la fornitura di assistenza al governo della Sierra Leone affinché ristrutturi ed addestri le forze di polizia, l'attuazione di una legislatura competente, imparziale ed indipendente, con le risorse necessarie affinché funzioni efficacemente ed equamente, e l'assicurazione di appropriato addestramento da fornire ai giudici, agli inquirenti e alle altre autorità che trattano i casi che coinvolgono stupri e altre forme di violenza sessuale durante i conflitti armati;
- assicurare che l'addestramento al nuovo Esercito della Sierra Leone e le forze di polizia includa l'educazione alle leggi internazionali umanitarie e per i diritti umani, e che questi trattino i casi di donne vittima di violenze, comprese le violenze sessuali, ed effettuino perizie sui casi di violenza contro le donne e di violenza generalizzata contro il sesso femminile;
- assicurare, nell'eventualità di una rivisitazione del trattato di pace concluso a Lomè nel luglio del 1999, che siano presi in considerazione anche i bisogni e i diritti specifici delle vittime di stupro e di altre forme di violenza sessuale subite durante i conflitti armati.