DONNE CHE RECLAMANO
LA NOTTE
CRONACA
DELLE MANIFESTAZIONI AUSTRALIANE PER I DIRITTI ALLA SICUREZZA
DELLE DONNE
novembre
1999, da Green Left Weekly
Il 29 ottobre, migliaia di donne ed i loro sostenitori hanno marciato nelle strade australiane al suono di "Reclaim the night".
"Reclaim the night" è nata nel 1970 da donne inglesi alle quali la polizia raccomandò di rimanere in casa dopo una lunga serie di violenti attacchi perpetrati su donne. Per contro, esse si riversarono nelle strade reclamando una società in cui le donne fossero affrancate dalla violenza.
Le marce di "Reclaim the night" si svolgono ora in tutta Europa, Nord America, Australia e in altre parti del mondo.
Qui di seguito potrete leggere gli aspetti più interessanti emersi dai raduni tenutisi in Australia quest'anno.Jaqui Mills riferisce da Sydney che una folla di 800 persone, riunitasi ad ascoltare i portavoce di Hide Park, è cresciuta fino a diventare di 3000 durante il corteo attraverso la città e il festival che ne è seguito; molti oratori hanno focalizzato l'attenzione sulla ripresa individuale dopo le aggressioni, piuttosto che sull'unione attiva delle donne per prevenirle.
Sally Abrahams del "Rape Crisis Centre" ha sostenuto che la violenza sessuale sulle donne è "un silenzio che deve essere rotto", ma ha presentato poche idee su come porre fine a questa oppressione. La dilagante violenza sulle donne omosessuali e all'interno delle relazioni lesbiche è stata ignorata. Il precedente primo ministro laburista dell'Australia Occidentale, Carmen Lawrence, è stato presentato come "Un politico che ci tiene". Questo ha fatto infuriare i partecipanti che ricordano il suo taglio ai fondi per i servizi delle donne nell'Australia Occidentale. Jill Hickson, di "Azione in Solidarietà con Indonesia e Timor est" (ASIET), ha parlato della paga delle donne di Timor est, illustrando come giovani donne siano state stuprate fino a quando non potevano più camminare dai soldati indonesiani occupanti e dalla milizia antindipendentista. Ella ha richiesto la solidarietà con la coraggiosa lotta per la giustizia degli abitanti di Timor est.Kerry Vernor riferisce da Canberra che 150 donne e i loro sostenitori uomini si sono riunite a Piazza Garema per un raduno organizzato da "ACT Women's Services". Dopo aver ascoltato gli oratori ed alcune eccellenti poesie, i partecipanti hanno sfilato per la città intonando: "Sì vuol dire sì, e no vuol dire no, in qualunque modo ci vestiamo, ovunque noi andiamo!".
In Lismore, dice Kathy O'Driscoll, hanno manifestato 200 donne. L'evento è stato aperto da Faye Smith, un'anziana "Bandjlung", e condotto da Lavender per quanto concerne la violenza domestica nelle relazioni lesbiche, e da Terry Nicholson di "Amici di Timor est". Al raduno è confluita una rappresentanza di Nimbin. Cortei si sono svolti anche a Byron Bay e a Ballina.
Kamala Emanuel riferisce che 70 persone hanno preso parte in Hobart a un raduno e a una marcia infuocati. Betty Pybus, della "vecchia radio delle donne", ha parlato delle lunghe lotte condotte dalle donne per porre fine alla violenza sessista e alle paure ancora vissute dalle donne più anziane; Betty ha spronato le donne più giovani a continuare la battaglia. Le lavoratrici del "Servizio Legale delle donne" hanno illustrato la battaglia vittoriosa per il riconoscimento dello stupro come un crimine violento nella legge della Tasmania. Kerry Baker dell'ASIET ha parlato dello stupro, della tortura e della sterilizzazione forzata subiti dalle donne di Timor est per mano dell'esercito indonesiano, e ha richiesto un'azione contro i leaders australiani complici di queste atrocità.
Donne si sono riunite anche a Launceston, dove una studentessa universitaria è stata rapita e uccisa all'inizio dell'anno.
Sarah Peart comunica che 800 donne hanno marciato nelle strde di Melbourne. Il corteo di quest'anno ha avuto un sapore decisamente internazionalista. Etervina Groenen della "Campagna per la libertà di Timor est" ha parlato delle lotte della sua gente, specialmente delle donne. Hanno partecipato anche portavoce di ASIET, della "Organizzazione delle donne Tamil Eelam" e del partito socialista delle Filippine. Il corteo è terminato ai cancelli dell'old Women's Hospital, dove sono state depositate delle stampelle in memoria delle molte donne che sono state ricoverate nell'ospedale dopo aver abortito nel cortile di casa. I manifestanti in seguito hanno raggiunto i grandi magazzini NIKE, sulle cui vetrine hanno apposto cartelli che chiedevano la fine dello sfruttamento delle lavoratrici domestiche. Un portavoce di "Fairwear" ha spiegato questa campagna di gruppo per i diritti dei lavoratori a domicilio. I partecipanti al raduno si sono infuriati per il cartellone alto nove piani di una donna nuda con lo slogan "Potete dire che sono una donna per la misura dei miei piedi".
Rachel Lysaght racconta che 250 donne e bambini si sono riuniti in Islington Park per uno dei più grandi eventi in Newcastle. La vigorosa marcia è cominciata con numerosi oratori del servizio delle aggressioni sessuali, del centro salute femminile, delle forze di polizia e dei servizi per emigrati. Le donne fra la folla hanno raccontato le proprie storie soffermandosi sugli abusi sessuali e l'incidenza che hanno avuto sulla loro vita.
Il corteo è stato aperto da donne disabili che vi partecipano ogni anno. Appena i manifestanti hanno percorso Bennant Street, hanno incontrato un gruppo di uomini, fra i quali membri della Resistenza, che sventolavano una bandiera a favore della lotta per i diritti delle donne.Lynda Hansen comunica che più di 800 donne hanno marciato con striscioni e lanterne giganti attraverso le vie cittadine di Brisbane recitando "Non la chiesa, non lo stato; le donne decideranno del loro fato", e "Noi assicuriamo il diritto di camminare per le strade di notte, senza timore dello stupro".
Negli anni precedenti i manifestanti hanno promosso un "die in" sul ponte Vittoria ed acceso fuochi in memoria di tutte le donne decedute per aggressioni violente. Quest'anno, la polizia ha minacciato di arrestare chiunque partecipasse al "die in" ma l'azione è proseguita incurante. Non ci sono stati arresti, ma la risposta tattica della polizia è stata quella di filmare la manifestazione. I contestatori hanno richiesto che la polizia spegnesse le telecamere e consegnasse loro le pellicole. Una folla di sostenitori maschi dal marciapiede sventolava bandiere anti-sessiste.Annie Hamilton comunica da Wollongong che più di 100 donne si sono riunite il 28 ottobre. Fra gli oratori segnala un rappresentante del "West Street Sexual Assault Centre", Jill Hickson del ASIET, Nina Errey del Resistance, e Kim, una vittima dello stupro.
Nina Errey ha presentato delle statistiche secondo le quali una donna su quattro viene aggredita sessualmente prima dei 18 anni; la maggior parte delle vittime conoscerebbe il proprio aggressore.Bronwen Beechey riferisce che 400 donne di Adelaide hanno udito da Edith Pringle, sostenitrice della campagna contro le violenze domestiche, che "dal 1991, non c'è stata una sola condanna nell'Australia del Sud di uomini bianchi colpevoli di violenze domestiche". Pringle ha parlato delle sue personali esperienze. All'inizio di quest'anno il suo nome è comparso sui quotidiani per aver accusato il suo precedente compagno, il parlamentare dell'ALP Ralph Clarke, di violenza. E' stata diffidata dai sostenitori dell'Alp e il dipartimento di "Procedimento giudiziario pubblico", si è rifiutato di procedere per insufficienza di prove.
Pringle ha spiegato che le prove di precedenti violenze, compresi i referti medici , non sono stati sottoposti alla corte. Questa è un'esperienza comune, ha commentato: magistrati e legali sono il principale ostacolo per le donne in cerca di giustizia; le donne devono pretendere cambiamenti reali nella società.Michelle Jarvis del "Servizio legale delle donne" ha parlato delle campagne internazionali contro la violenza nei confronti delle donne, sottolineando alcuni successi come il riconoscimento dello stupro alla stregua di un crimine di guerra, e il recente caso accaduto negli Stati Uniti, dove la minaccia della mutilazione degli organi genitali femminili è stata riconosciuta un motivo valido per la richiesta di asilo. Ma ha anche aggiunto che c'è ancora bisogno di campagne contro la violenza sistematica perpetrata contro donne in paesi come Timor Est, Pakistan e Afganistan, per non fare che pochi esempi.
Lari Freiverts e Bridget Riggs comunicano che 200 persone si sono riunite a Darwin. L'evento è stato organizzato da donne e sostenuto da uomini che distribuivano volantini agli altri uomini ai margini del raduno in Raintree Park.
Bandiere fiancheggiavano le strade con slogan come "Basta stupri", "Rifiuta il sessismo e il razzismo" e "Ferma la violenza adesso". Si sono udirti inni entusiastici appena il corteo ha attraversato la zona turistica e dei pub, dove una ragazza fu violentata esattamente un anno prima.
Ilana Eldridge, consigliera per violenza domestica, ha parlato a proposito delle donne di Timor est e della loro vittoria dopo 24 anni di stupri, assassini e genocidi culturali.