VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI DELLE DONNE E DELLE RAGAZZE A HERAT
PUBBLICHIAMO LA PRIMA PARTE DEL QUARTO CAPITOLO DEL DOCUMENTO EDITO A DICEMBRE DA HUMAN RIGHTS WATCH SULLA CONDIZIONE DELLE DONNE IN AFGHANISTAN


febbraio 2003, di Human Rights Watch, traduzione di Genoveffa Corbo


Ismail Khan ed il suo governo controllano virtualmente tutti gli aspetti della vita delle donne e delle ragazze di Herat, per strada, a scuola, sui luoghi di lavoro e perfino nelle loro stesse case. Khan, avendo sotto controllo i mezzi di comunicazione, molte organizzazioni civili, molti posti di lavoro disponibili per le donne e la scuola, è in grado di decidere se e come le donne e le ragazze possano accedere a questi ambiti. Egli ha usato il suo potere per allontanare le donne e le ragazze da molti luoghi di dibattito, per abolire i discorsi in pubblico e le associazioni (soprattutto quelle che si occupavano dei diritti femminili), e per decidere sul loro modo di vestire e di comportarsi. L'accesso agli unici impieghi disponibili per le donne, come l'insegnamento nelle scuole e alcuni posti nel settore pubblico, è stato poi reso sempre più difficile dalle restrizioni sulla loro libertà di movimento.
Con discorsi pubblici, attraverso la radio di Herat, la televisione e l'unico quotidiano della città, Ittifaq-e Islam, Ismail Khan detta legge su come si devono comportare le donne e le ragazze. I funzionari governativi - per esempio al Dipartimento dell'Istruzione, all'Ufficio del Traffico e al Dipartimento dell'Informazione e della Cultura - applicano le restrizioni sulle donne e le ragazze. Inoltre, la polizia e gli insegnanti ne controllano il comportamento e il modo di apparire.
Come già il Ministero della Promozione della Virtù e della Prevenzione del Vizio durante il regime dei Talebani, la polizia di Herat può arrestare le donne e gli uomini che ritiene si stiano comportando immoralmente e hanno addestrato gruppi di studenti adolescenti per spiare donne e ragazze.
Intorno al 7 Ottobre 2002 Ismail Khan ha incontrato questi ragazzi a cui avrebbe detto che "non dovevano solo impegnarsi per la sicurezza ma anche per controllare "i valori Islamici". in ogni zona della città". "Miei cari ragazzi, il vostro dovere non è solo di studiare. Avete il diritto di assicurare che i principi dell'Islam siano osservati in tutta la città di Herat. Avete il diritto di controllare se la gente rispetta le leggi Islamiche, sia all'interno della scuola che fuori e perfino nel parco nazionale. Fate domande. Avete il diritto di fare qualsiasi cosa ritenete giusta per far rispettare le leggi Islamiche nella società.

Una persona di Herat ha spiegato a Human Rights Watch come funzionano queste squadre di ragazzi. Così adesso alla polizia criminale si aggiungono questi ragazzi che vanno in giro ed eseguono controlli a tappeto. Fermano le persone e prendono iniziative dovunque e ogni qualvolta ritengano che ci siano persone che non stanno agendo secondo le regole dell'Islam. Per esempio, guardano i ragazzi per assicurarsi che non litighino fra loro.
Già stanno fermando gente nel parco. Fermano uomini e donne e chiedono "Perché state parlando?" "Che relazione c'è tra voi per camminare insieme?" ecc.
Controllano che nelle scuole le ragazze non vadano senza il burqua o il chador.
Quasi tutte quelle donne e le ragazze di Herat che sono state Intervistate da Human Rights Watch hanno detto che vorrebbero un'istruzione di qualità e un lavoro decente e che vorrebbero potersi muovere liberamente senza minacce e paura di essere arrestate e che vorrebbero scegliere da sole come indossare il loro hijab (come un foulard, chador o burqua). Molte hanno detto di voler prendere parte alla vita pubblica e che vorrebbero poter parlare liberamente del governo. La maggior parte di loro ci ha detto che vorrebbero partecipare alle decisioni che le riguardano. Come una donna Afgana ha spiegato, " Noi vogliamo vivere come esseri umani. E' un nostro diritto perché siamo esseri umani tanto quanto gli uomini". Il governo di Herat e Ismail Khan hanno l'obbligo di assicurare questi diritti.
La legge internazionale garantisce a tutti gli individui, uomini o donne, il diritto alla libertà di espressione, di associazione e movimento per l'eguaglianza, il lavoro, l'istruzione, la privacy, l'autonomia sessuale e l'integrità fisica, e anche la protezione da trattamenti crudeli, inumani e degradanti. Per assicurare questi diritti è essenziale che sia data la possibilità di partecipare alla vita pubblica. La costituzione dell'Afghanistan del 1964, che con l'accordo di Bonn del 2001 è stata prorogata fino all'approvazione di una nuova costituzione, garantisce una serie di diritti ai cittadini afgani.
Il governo di Ismail Khan ha negato alle donne e alle ragazze i diritti fondamentali di cui godono gli uomini e i ragazzi. La discriminazione su base sessuale è proibita dalla Convenzione Internazionale dei Diritti Politici e Civili (ICCPR), dalla Convenzione Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali (ICESCR) e dalla Convenzione dei Diritti del Bambino (CRC) di cui fa parte anche l'Afghanistan. La Convenzione dell'Eliminazione di tutte le forme di Discriminazione contro le Donne (CEDAW) che l'Afghanistan ha firmato, definisce così la discriminazione contro le donne:
".Ogni discriminazione, esclusione o restrizione in base al sesso che abbia come effetto o scopo indebolire o annullare il riconoscimento, il godimento e l'esercizio dei diritti civili e della fondamentale libertà politiche, economiche, sociali, culturali, civili o di ogni altro tipo da parte delle donne, indipendentemente dal loro stato civile, secondo il principio di parità tra uomo e donna."
CEDAW obbliga i Paesi ad "astenersi dall'applicazione di qualsiasi atto o pratica di discriminazione contro le donne e di assicurare che le autorità pubbliche e le istituzioni rispettino questo obbligo" e di "fare tutto il necessario per eliminare ogni discriminazione contro le donne".
Inoltre, l'Afghanistan fa parte della Convenzione dei Diritti Politici delle Donne, che stabilisce che "Le donne devono avere diritto agli impieghi pubblici e all'esercizio di tutte le funzioni pubbliche, stabilite dalla legge nazionale, con lo stesso diritto degli uomini senza nessuna discriminazione."
L'articolo 25 della Costituzione del 1964 dell'Afghanistan cita: "Il Popolo dell'Afghanistan, senza nessuna discriminazione o preferenza, ha gli stessi diritti e doveri davanti alla legge".

Violazioni della Libertà di Movimento e del Diritto all'Integrità Fisica.

La libertà di movimento delle donne e delle ragazze nella città di Herat è regolata molto severamente e la situazione è addirittura peggiorata nella seconda metà del 2002. Le donne e le ragazze che infrangono le regole rischiano di essere molestate, minacciate, arrestate o come estrema conseguenza sono obbligate a sottoporsi ad una visita ginecologica.
Per uscire da casa, le donne e le ragazze devono superare molti ostacoli. A differenza che sotto il governo dei Talebani, ora possono uscire di giorno senza essere accompagnate da un vicino parente maschio (mahram). In ogni caso non possono camminare o guidare l'auto da sole o con uno o più uomini a cui non siano legate da rapporti di parentela. Le donne non possono guidare l'auto, e non possono andare in bicicletta. (Anche se questi atti fossero permessi sarebbe impossibile indossando un burqua). Ismail Khan ha proibito del tutto alle donne del luogo di andare in auto con uomini estranei.
L'impatto di queste restrizioni è aumentato dal fatto che a Herat il trasporto pubblico è inadeguato o inesistente; questo non lascia alle donne e alle ragazze quasi nessuna possibilità di spostamento. Inoltre, quando escono da casa, le donne e le ragazze più grandi devono indossare un burqua o un chador, i quali ostacolano i movimenti del camminare, se escono senza possono essere molestate o minacciate dalla polizia, da altri funzionari o da privati senza la possibilità di essere protette dalla polizia.
Le restrizioni sulla libertà di movimento incidono pesantemente sull'esercizio di tutta una serie di altri diritti umani: andare a scuola, a lavoro o al mercato a comprare cibo ed altro, o per cure mediche. Per esempio, una donna che frequentava l'università di Herat, ha spiegato:
"E' difficile per le ragazze arrivare in orario [all'università di Herat] perché non ci sono autobus regolari. Talvolta tre o quattro studentesse dividono un taxi. Se non possono trovare un taxi non frequentano" (Poiché tutti gli autisti dei taxi sono uomini, prendere un taxi per l'università da sole significherebbe esporsi al rischio di arresto se l'autista non è un parente- vedi sotto per maggiori informazioni).
Nell'Ottobre 2002, il Consiglio degli Studiosi e dei Religiosi di Herat, un nuovo ente para-governativo, ha emanato un editto vietando tassativamente alle donne di visitare i parchi pubblici di Herat di notte. Un residente ha confermato: " E' un momento molto difficile per le donne. E' un obbligo che le donne non possono farsi vedere in giro dopo le 4 o le 5 del pomeriggio.
Prima c'erano donne che passeggiavano o facevano spese fino almeno alle otto di sera. Al parco nazionale e al Firqua Park [nella zona nord e nord est della città], ora è stato vietato alle donne di entrare, sia per piacere che per escursioni. Ora si vedono solo uomini. E più che uomini si vedono solo soldati che controllano altri uomini per vedere cosa fanno e con chi parlano".
Un'altra donna di Herat ha detto a Human Rights Watch lo scorso Novembre 2002 che secondo lei donne e ragazze non potevano assolutamente uscire da sole di notte.
L'articolo 12 dell'ICCPR garantisce la libertà di movimento. Il Comitato per i Diritti Umani, che interpreta le clausole della convenzione, è convinto che "le misure che negano alle donne il diritto di muoversi liberamente, richiedendo di avere il consenso o la scorta di un uomo, costituiscono sicuramente la violazione dell'articolo 12".
Il comitato ha inoltre affermato che gli Stati devono proteggere le donne, specialmente dalle interferenze pubbliche o di privati sulla libertà di movimento, notando che "è incompatibile con l'articolo 12, paragrafo 1, che il diritto di una donna di muoversi liberamente o di scegliere la propria residenza dipenda, secondo la legge o le consuetudini, dalla decisione di un'altra persona anche se parente". La costituzione dell'Afghanistan del 1964 afferma che "Ogni Afgano ha il diritto di viaggiare entro il territorio dello Stato".

Arresti arbitrari e visite ginecologiche abusive.

Le donne e le ragazze sorprese a camminare con uomini per strada, a guidare con uomini in auto, e sole con uomini in casa vengono arrestate dalla polizia. L'arresto può essere seguito da una visita ginecologica obbligatoria all'ospedale di Herat alla ricerca delle prove di un recente rapporto sessuale. La popolazione riporta che sempre più frequentemente, la polizia arresta sia giovani ragazze che donne sposate, uomini e donne in casa, donne che viaggiano sole in taxi con l'autista e ragazzi e ragazze che sono stati visti parlare o camminare insieme per strada. Sebbene sembri che la polizia prenda di mira individui senza nessuna relazione fra loro, Human Rights Watch ha riportato numerose segnalazioni di parenti arrestati.
Questo modo di operare rispecchia la politica ufficiale del governo, non si tratta di decisioni autonome di singoli poliziotti: la polizia è obbligata a controllare le relazioni tra uomini e donne, i detenuti sono condotti alla stazione di polizia e l'arresto e l'interrogatorio sono verbalizzati in un documento ufficiale. Secondo una persona di Herat che conosce la situazione:
La polizia criminale di Herat ha un dipartimento che si occupa solo di seguire la gente in città per controllare il loro comportamento dal punto di vista morale. Arrestano sia uomini che donne, possono perfino entrare nelle case.. Seguono le persone che camminano per la strada, le seguono a casa. In particolare fanno attenzione alle ragazze e ai ragazzi che parlano tra loro.
Una donna a confermato: "Sì, è vero. Donne e ragazze non possono stare da sole in un'auto con uomini che non sono membri della propria famiglia.
Le giovani ragazze hanno paura di questo prendendo un taxi.Se vogliono andare da qualche parte con un mahram di notte, va bene ma se vogliono andare da sole saranno arrestate dalla polizia".
Un dottore dell'unico ospedale di Herat ha detto a Human Rights Watch che dall'Ottobre 2002 ogni giorno vengono portate all'ospedale dalla polizia una decina di ragazze e donne per essere sottoposte a visite ginecologiche che verifichino se abbiano avuto recenti rapporti sessuali. Secondo il dottore, le visite sono eseguite nel reparto maternità alla presenza di un dottore e due infermiere". Un altro dottore ha confermato che gli esami sono stati fatti ma non è stato d'accordo sulla loro frequenza. "E' vero al cento per cento" ha detto. " Controlliamo se una donna ha avuto rapporti sessuali nell'ultima ora. Ma i casi sono limitati ad uno o due al giorno".
Human Rights Watch non ha potuto verificare se queste donne fossero state accusate in base a queste analisi mediche. In ogni caso a Herat, come a Kabul e ovunque in Afghanistan, le donne e le ragazze sono imprigionate e accusate per relazioni sessuali fuori del matrimonio e per tentare di separarsi dai loro mariti, anche quando i matrimoni erano stati imposti o il marito era violento.
Data l'enorme vergogna che circonda ogni accusa concernente il comportamento sessuale, è molto difficile raccogliere informazioni sull'argomento.
Per esempio, una donna di Herat che ha provato a documentare una visita medica obbligatoria, ha detto a Human Rights Watch, "Nessuno mi parlerà. Nessuno mi dirà niente. Tutti hanno paura. Nessuno vuole parlare di questo con me".
Comunque, Human Rights Watch ha potuto raccogliere informazioni da numerose fonti indipendenti: da parenti di ragazze e donne visitate, da testimoni all'ospedale, dallo staff medico obbligato ad eseguire le visite, da dipendenti del governo e da altri coinvolti a vario titolo nei casi. Negli esempi che seguono sono stati omessi i dettagli personali per proteggere la privacy delle donne e delle ragazze coinvolte.
Nel Settembre 2002, una ragazza è stata arrestata perché era stata vista parlare con un uomo di fronte alla sua casa. Un uomo che era presente quando era stata portata all'ospedale ha descritto cosa ha visto: "E' arrivata un'auto che si è fermata di fronte al reparto maternità. C'erano due persone della polizia criminale, uno era l'autista e l'altro era un funzionario che aveva una lettera in mano. Dietro a loro sedeva una ragazza di quasi diciotto anni, credo. Lei cercava di coprirsi il viso con il chador che aveva sulla sua testa così che le persone che stavano intorno non potessero vederla e riconoscerla. Poi l'hanno fatta uscire dall'auto e portata nel reparto maternità. Il funzionario della polizia criminale ha dato il documento che aveva al dottore in servizio, il cui nome era dottor. [nome omesso].
Mia madre ha visto tutto nell'infermeria. Mi ha detto che la ragazza protestava e che non si faceva visitare dai dottori. Ci volle molto tempo ma alla fine si lasciò visitare e il documento fu firmato dal dottor.[nome omesso], con il timbro dell'ospedale. Il documento fu poi restituito all'uomo che aveva portato la ragazza in ospedale. Questo è quello che ho visto con i miei occhi. Più tardi, ho capito parlando con il dottore che lei non aveva fatto niente di sbagliato. Ho anche parlato con il ragazzo che l'aveva portata all'ospedale. Non era stato lui ad arrestare la ragazza ma un'altra squadra e gli era stato ordinato di portarla all'ospedale. Avevano detto che stava parlando con un ragazzo sospetto di fronte alla sua casa e che la polizia l'aveva vista e subito aveva arrestato entrambi.
Nell'Ottobre 2002, una squadra della polizia criminale ha arrestato una ragazza e suo cugino al bazar. La polizia ha portato la ragazza nel reparto maternità dove molte persone hanno visto cosa accadeva: secondo un testimone tutto si era svolto con così tanto rumore e confusione che tutti i pazienti e i visitatori (circa cento persone) sapevano dell'accaduto e facevano commenti sulla povera ragazza". Due dottori hanno eseguito la "visita della castità" e verificato che la ragazza era in "perfetta salute e vergine". La squadra della polizia criminale ha stilato un rapporto ufficiale registrando la data e l'ora della visita e che la ragazza era stata trovata in salute e casta". Quattro dottori hanno firmato il rapporto.
Già si è parlato del divieto per le donne e le ragazze di andare in auto da sole con uomini che non siano parenti stretti, inclusi gli autisti dei taxi che a Herat sono solo uomini. Secondo un parente di una donna che e' stata arrestata e obbligata ad una visita medica: " E' normale che a Herat quando una donna è sola in auto con l'autista, la polizia li fermi e gli faccia domande come per esempio se sono parenti ecc".
Nell'agosto 2002 ad un grosso incrocio della città di Herat, la polizia ha fermato una donna di venti anni che era sola in un taxi. Secondo una persona che conosceva il caso: "L'autista era in realtà un suo parente. Ma quando la polizia li ha interrogati sui parenti (in separata sede), come si chiamassero, ecc, hanno avuto problemi a dire alla polizia i nomi di parenti lontani. Erano confusi. Non dicevano lo stesso nome e così la polizia sospettando che non fossero parenti ha mandato la ragazza all'ospedale per la visita ginecologica.
L'autista del taxi è stato invece portato alla stazione di polizia.
Quando Human Rights Watch ha chiesto cosa fosse accaduto all'autista presso la stazione, una persona interessata al caso ha risposto: "Se fossi di Herat sapresti che chiunque è preso dalla squadra criminale non sarà rilasciato senza una punizione severa".
(Human Rights Watch ha documentato in un precedente rapporto su Herat che la squadra della polizia criminale di Herat normalmente malmena e tortura i detenuti).
Nel Settembre 2002, una squadra della polizia criminale ha arrestato una donna sposata con il suo bambino perché era in auto con un uomo che non era suo marito. La donna fu sottoposta ad una visita obbligatoria all'ospedale e detenuta per tre notti, durante le quali non le fu permesso di allattare il suo bambino, che non era ancora svezzato. Non fu accusata di crimine ma fu rilasciata solo grazie all'intervento di molte persone importanti di Herat.