LE DONNE AFGHANE
PARLANO CHIARO CONTRO LA GUERRA IN AFGHANISTAN E IN IRAQ
LA
VISITA NEGLI USA DI TAHMEENA DI RAWA HA DATO VOCE SULLA STAMPA
NORDAMERICANA ALLE POSIZIONI DELL'ORGANIZZAZIONE AFGHANA
aprile 2003, traduzione di
Giovanna Gagliardo
Los Angeles, 26 marzo 2003 - Tahmeena Faryal, una delle portavoci dell'Associazione rivoluzionaria delle donne afghane (RAWA) visiterà diversi centri della California meridionale dal 5 all'11 aprile. Faryal parlerà della terribile situazione in Afghanistan ed in particolare delle difficoltà che le donne afghane continuano ad affrontare. La portavoce evidenzierà anche le connessioni tra la guerra americana in corso in Afghanistan e la nuova guerra in Iraq.
Il 24 febbraio RAWA ha organizzato un imponente corteo contro l'attacco americano in Iraq. Centinaia di partecipanti, per lo più donne e bambini, hanno marciato in solidarietà con gli attivisti che in tutto il mondo si sono mobilitati contro la guerra, specialmente con quelli degli Stati Uniti. "Perché il governo USA, che si definisce un campione di democrazia, non ascolta le voci di milioni di persone che in tutto il mondo si stanno opponendo alla guerra?", chiedevano le donne.
Mentre le prime bombe cadevano su Baghdad, gli Stati Uniti hanno dato inizio all'operazione "Valiant Strike" in Afghanistan, la più imponente operazione militare dallo scorso anno. Mentre molti rappresentanti dell'amministrazione Bush plaudono alla campagna in Afghanistan ritenendola un modello di successo per l'Iraq, la situazione in Afghanistan resta spaventosa. Nonostante la promessa di liberare gli afghani, e particolarmente le donne, l'Afghanistan resta una realtà fortemente instabile con signori della guerra, eserciti privati, il ritorno al fondamentalismo, ed un debole governo fantoccio sostenuto dagli americani. Buona parte degli aiuti umanitari promessi sono stati gravemente insufficienti. Quello dei diritti delle donne in Afghanistan continua ad essere un problema serio, nonostante l'amministrazione Bush affermi che le donne sono state liberate. Durante la celebrazione annuale della giornata internazionale della donna in Pakistan, RAWA ha respinto la strategia americana per l'Afghanistan, che consiste nella sostituzione dei talebani con un altro gruppo di criminali, l'Alleanza del Nord. "Vogliamo un Afghanistan libero da tutti i tipi di fondamentalismo ed estremismo. Negli ultimi 23 anni i signori della guerra afghani, jihadis [dell'Alleanza del Nord] e talebani, hanno fatto a pezzi i diritti e le libertà del popolo afghano. In particolare sono stati violati i diritti delle donne, trattate brutalmente per difendere altri interessi in gioco. Noi chiediamo alla comunità internazionale di tenere in considerazione le condizioni miserabili in cui versano le donne afghane".
L'Afghan Women's Mission (AWM), un'associazione americana che lavora in solidarietà con RAWA, sta organizzando per Tahmeena Faryal una serie di incontri in diverse città, con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla situazione in Afghanistan. Secondo il vicepresidente dell'AWM Sonali Kolhatkar è particolarmente importante che gli attivisti americani restino vigili su quello che succede in Afghanistan. "Prima dell'11 settembre 2001, soltanto pochissimi attivisti negli Stati Uniti sapevano cosa stava succedendo in Afghanistan. Dopo l'11 settembre ci siamo dati da fare per conoscere meglio questo paese disperato che gli Stati Uniti stavano bombardando. Oggi la nostra attenzione è stata distolta ancora una volta dall'Afghanistan. La verità è che in Afghanistan la guerra sta ancora andando avanti, ed è cruciale collegare la questione della guerra in Iraq con la guerra in Afghanistan. In realtà, se si vuole sapere cosa ci si deve aspettare dall'Iraq, bisogna guardare a quello che sta succedendo in Afghanistan".Quello della sicurezza è un problema serio per le donne afghane e per RAWA. Recentemente alcuni uomini non ancora identificati hanno sparato ad un amministratore del Malalai Hospital di RAWA a Rawalpindi, in Pakistan. Nella regione RAWA è stata perseguitata a lungo dalle forze fondamentaliste a causa della sua ferma posizione a favore dei diritti delle donne, della democrazia e di uno stato laico. Nel 1987 la fondatrice di RAWA, Meena, è stata assassinata brutalmente dai fondamentalisti che durante l'occupazione sovietica lavoravano con agli agenti del KGB afghano. Da allora i membri di RAWA hanno proseguito il loro lavoro clandestinamente, gestendo scuole, centri sanitari, orfanotrofi, e portando avanti allo stesso tempo campagne politiche rivolte alle Nazioni Unite, e organizzando dimostrazioni per la libertà e la democrazia. Sotto il regime talebano i membri di RAWA hanno rischiato la vita documentando le violazioni ai diritti umani e gestendo reti di scuole clandestine. I loro quartier generali restano nei campi profughi in Pakistan, anche se la maggior parte del loro lavoro di assistenza si svolge in Afghanistan.