DUE ANNI DOPO L'INVASIONE,
VENGONO TUTELATI I DIRITTI DELLE DONNE IN AFGHANISTAN?
UN'INTERVISTA
CON ADEENA NIAZI, DIRETTORE ESECUTIVO DELL'ORGANIZZAZIONE DELLE
DONNE AFGHANE IN CANADA. E' STATA RECENTEMENTE IN AFGHANISTAN
PER REALIZZARE UN PROGETTO DI "ADDESTRAMENTO" PER ORGANIZZAZIONI
DI DONNE CON LO SCOPO DI AUMENTARE LA LORO PARTECIPAZIONE NEL
PROCESSO DI STABILIMENTO DELLA PACE, E NELL'OPERA DI RICOSTRUZIONE
E SVILUPPO IN AFGHANISTAN
novembre 2003, da feministpeacenetwork.org Di Shareen Gokal. Traduzione
di Elena Poli
Pensa che sotto l'attuale governo di coalizione la vita per le donne sia migliore rispetto al periodo dei Talebani?
La vita è cambiata per un certo numero di donne non grazie all'Alleanza del Nord o al governo di coalizione, ma grazie alle pressioni esercitate dalla comunità internazionale. Ad esempio, molte donne godono di maggiore libertà - possono lavorare, viaggiare all'estero, presenziano il Consiglio dei Ministri e la - ma questo non riflette certo la realtà del Paese. Si tratta di un gruppo di donne privilegiate, appartenenti principalmente alle classi sociali più elevate presenti a Kabul. I diritti delle donne nel Paese non sono generalmente migliori. Al di fuori di Kabul, la situazione è esattamente come prima, se non peggiore. Nonostante la legge permetta il diritto all'istruzione, è ancora diffuso il matrimonio forzato, le donne hanno paura di uscire scoperte e il problema della sicurezza è anche più grave di quanto non lo fosse sotto i Talebani. I Talebani hanno violato ogni diritto delle donne, malgrado ciò esisteva sicurezza. Ora le scuole sono bruciate e la povertà è estrema. A Kabul i poveri sono diventati ancora più poveri a causa della presenza delle ONG internazionali, che hanno causato una iper-inflazione in città. Il costo della vita è aumentato incredibilmente. La situazione è negativa soprattutto per quelle donne che, avendo perso il marito e altri parenti di sesso maschile durante la guerra, non hanno alcuna fonte di guadagno o di sostegno. Secondo le statistiche ufficiali, soltanto il 12% delle donne ha accesso alle cure sanitarie di base. Quindi, in generale, la vita delle donne non è migliorata. Loya Jirga
Quali sono le maggiori provocazioni che le ONG locali per i diritti delle donne in Afghanistan hanno dovuto affrontare quando hanno tentato di sostenere dei cambiamenti?
I signori della guerra sono piuttosto potenti ovunque ed è pertanto estremamente difficile per le ONG locali lavorare in modo indipendente. Gli attachi contro le ONG sono aumentati anche in quelle zone che in Afghanistan erano considerate le più sicure. Coloro che lavorano per le ONG sono particolarmente bersagliati. Il governo è contrario alla presenza delle ONG poiché queste vogliono che tutto il denaro che arriva in Afghanistan per l'assistenza passi attraverso le loro mani e teme che le ONG siano corrotte. Inoltre, le ONG locali hanno la capacità e l'abilità necessarie per favorire dei cambiamenti. Durante la guerra le donne sono state le uniche ad organizzarsi per fornire servizi sociali, come l'istruzione e la salute, per colmare le lacune lasciate dai Talebani, ma ora come ONG non godono di sostegno e hanno risorse limitate. Un'altra provocazione è rappresentata dai i salari delle ONG, che sono più elevati di quelli del governo e questo crea risentimento . [1]
I gruppi locali di donne in Afghanistan ricevono un sostegno adeguato dalle organizzazioni internazionali e dalla comunità internazionale nei loro sforzi per difendere i diritti delle donne?
Esiste qualche finanziamento e sostegno per le iniziative locali, ma la maggior parte delle ONG locali è ancora priva di finanziamenti o supporto. Le grandi organizzazioni internazionali che operano in Afghanistan non stanno lavorando nelle zone rurali, o più da vicino con le ONG locali. Hanno la loro struttura e si servono principalmente di personale internazionale con poco coinvolgimento locale. Non è certo un modo sostenibile di lavorare. Nel caso di una crisi prenderanno le loro cose e se ne andranno e il lavoro che hanno fatto finora non si reggerà certo da solo.
Il governo di Hamid Karzai sta facendo abbastanza per proteggere i diritti delle donne in Afghanistan e, in caso contrario, cosa dovrebbe essere fatto, secondo lei?
Il potere del governo è limitato e di fatto non ha alcun controllo al di fuori di Kabul, principalmente a causa della presenza dei signori della guerra e dei "mini stati" da loro creati. Gli Stati Uniti stanno ancora finanziando e sostenendo i signori della guerra locali e sono responsabili del mantenimento del loro potere. Il governo centrale è una coalizione che lo stesso Hamid Karzai riconosce non stia lavorando veramente in Afghanistan. Esistono nel governo individui che sono stati e continuano ad essere responsabili dei crimini contro le donne e contro l'umanità. Non sono realmente capaci di provvedere alla sicurezza necessaria. Il trattato dei diritti delle donne era una buona cosa da essere approvato, ma il problema principale è la sua attuazione. Anche i diritti delle donne dell'islamismo tradizionale, come il diritto del matrimonio, non sono stati messi in atto.
Dall'esperienza dell'Afghanistan in merito ai diritti delle donne, quali lezioni può imparare l'Iraq, che si trova ad affrontare simili difficoltà nella ricostruzione del dopoguerra?
Prima di tutto, tenere in conto dei gruppi che si sono resi colpevoli di violazioni dei diritti umani e non lasciare che entrino a far parte del governo. In secondo luogo, non si è fatto fronte alle condizioni e alle modalità del trattato di Bonn. Per esempio, secondo l'accordo di Bonn, l'organizzazione di un esercito nazionale avrebbe dovuto precedere l'istituzione di una Loya Jirga; non è stato così e ciò ha portato ad uno sviluppo non democratico nella Loya Jirga. Quattro persone sono state uccise e si sono verificate pressioni, minacce e intimidazioni da parte dei signori della guerra, anche quelli che non avevano seggi nella Loya Jirga. Le lezioni quindi sono di creare innanzitutto strutture appropriate di responsabilità e governo.
Cosa, secondo lei, potrebbe apportare in futuro dei cambiamenti per le donne in Afghanistan?
Le cose potrebbero cambiare se la comunità internazionale guardasse veramente all'Afghanistan in tutta la sua complessità. Prima di tutto, si deve provvedere al disarmo e alla riduzione del potere dei signori della guerra; devono essere privati di uomini, denaro ed armi. Inoltre, è necessario che venga stabilito un rafforzamento istituzionale. Bisogna organizzare una forza di polizia civile e un esercito nazionale. Il governo deve essere in grado di eleggere i suoi membri basandosi sui meriti ed escludere coloro che in passato sono stati responsabili di crimini. È necessario un processo che faccia giustizia su quanti si sono resi colpevoli di crimini. C'è veramente bisogno di garantire i diritti delle donne come espresso nella Carta dei Diritti. È necessario lo sviluppo di infrastrutture e si deve affrontare il problema del traffico di droga, che sta portanto ancora più denaro nelle tasche dei signori della guerra.
La presenza delle donne negli uffici pubblici ora è soltanto propaganda; devono essere dati più risorse e sostegno al lavoro e al governo delle donne a garanzia di responsabilità dei casi di abusi contro i diritti delle donne. Certo, l'espansione delle forze di pace internazionali al di fuori di Kabul e l'estensione della loro presenza sarà molto positiva finché non ci sarà una forza di polizia civile nazionale e un esercito in grado di agire indipendentemente dai signori della guerra. Queste sono le sfide per il raggiungimento dei diritti delle donne in Afghanistan. di Isabel Hilton