CONTROVERSIE DURANTE IL CONSIGLIO COSTITUZIONALE AFGHANO
UNA DONNA RISCHIA L'ESPLULSIONE PER AVER PROTESTATO CONTRO LA SCELTA DI PERSONE ACCUSATE DI GRAVISSIME VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI QUALI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI


gennaio 2004, da Associated Press, 7 dicembre 2003, di Paul Haven. Traduzione a cura di Elena Poli

 

Durante la riunione di mercoledì una donna, delegato al Consiglio Costituzionale in Afghanistan, ha mosso pungenti critiche ai capi delle fazioni armate al potere, definendoli "criminali", provocando discussioni e rischiando l'espulsione.
L'incidente è avvenuto all'inizio di una giornata burrascosa durante la sessione di Kabul. Sostenitori del vecchio presidente Burhanuddin Rabbani, nel frattempo, hanno accusato il governo di cercare di forzarli ad accettare un sistema presidenziale, che, dicono, concentrerebbe troppo potere nelle mani del presidente afghano Hamid Karzai, appoggiato dagli Stati Uniti.
Sono in molti, all'interno dell'assemblea, a richiedere l'istituzione della carica di Primo Ministro, per limitare il potere del Presidente. Karzai ha respinto qualsiasi procedimento atto a ridurre il proprio potere.
Durante la sessione del mattino, Malalai Joya - una delle 100 donne tra i 500 membri del Consiglio, ha lanciato un attacco verbale ai comandanti delle fazioni, come Rabbani.
"Perché avete di nuovo selezionato come presidenti della commissione quei criminali che hanno causato tali disastri al popolo afghano? Dovrebbero essere mandati in tribunale", ha esordito Joya.
Molti dei comandanti che hanno combattuto contro l'Unione Sovietica negli anni '80 controllano ancora dei feudi provinciali e sono stati accusati di violazioni dei diritti umani e di corruzione. Dopo aver espulso i sovietici, le milizie si sono gettate in una guerra civile che ha distrutto la maggior parte della capitale.
Alcuni comandanti delle varie fazioni, come il presidente Rabbani ed Abdul Rasul Sayyaf, un islamista estremamente conservatore, sono stati eletti alla jirga, altri, come Abdul Rashid Dostum, furono nominati da Karzai.
Gruppi per i diritti umani ed altri hanno avvertito che Karzai potrebbe concedere troppo a questi uomini per avere il loro appoggio per un sistema presidenziale.
I commenti di Joya, cessati soltanto dopo che il suo microfono è stato staccato, ha scatenato gli oltraggi della zona calda e dei loro sostenitori, che l'hanno accusata di essere comunista e hanno chiesto il suo allontanamento tra le grida di "Dio è grande".
Il presidente del consiglio Sibghatullah Mujaddedi, alleato di Karzai, ha ordinato a Joya di abbandonare la sessione, per aver "disturbato questa jirga" ed essersi "comportata in modo estremamente incivile".
Poiché Joya opponeva resistenza agli agenti di sicurezza sopraggiunti per condurla via, Rabbani ha invocato la tolleranza e le è stato concesso di restare.
Durante il dibattito sui poteri di un Primo Ministro, molti delegati hanno minacciato di uscire. Altri hanno firmato una petizione mercoledì affermando che il punto relativo alla suddivisione dei poteri dovrebbe essere deciso prima che il Consiglio affronti altri punti caldi, come i diritti delle donne ed il ruolo dell'islam in un futuro stato.
"Un numero elevato di delegati si sono alzati in piedi ed hanno gridato che sarebbero usciti se la jirga fosse proseguita in questo modo (ovvero senza aver preso una decisione sul Primo Ministro)", ha riferito il delegato Mohammed Daoud a "The Associated Press". La sessione è stata chiusa ai giornalisti.
Circa 200 dei 500 delegati hanno firmato una petizione richiedendo una decisione rapida sulla creazione della figura del Primo Ministro, ha detto il delegato Hafiz Mansour, sostenitore di Rabbani ed editore di una pubblicazione settimanale dell'Alleanza del Nord.
L'Alleanza fu l'alleato chiave degli Stati Uniti per rovesciare il regime talebano in Afghanistan, accusato di dare ospitalità ad Al-Qaida, l'organizzazione di Osama bin Laden.