DELEGATA RISCHIA
DI ESSERE ESPULSA DALL'ASSEMBLEA AFGHANA
INTERVENTO
DURANTE UNA SESSIONE PLENARIA TRASMESSA IN DIRETTA TV. ALTRE DONNE
INTERVENUTE IN SUA DIFESA SONO RIUSCITE A FARLA RESTARE IN CARICA,
BENCHE' SI SIA RIFIUTATA DI CHIEDERE SCUSA
gennaio 2004, da Enditem.
Traduzione a cura di Elena Poli
KABUL, 17 dicembre (Xinhuanet) - Lo scorso mercoledì una delegata è stata sul punto di venir espulsa dall'assemblea costituzionale in corso, dopo che aveva criticato i comandanti mujaheddin per il loro passato coinvolgimento nella guerra civile.
Nel suo discorso, Malalai Joya, originaria della provincia di Farah, ha accusato le fazioni mujaheddin, che avevano combattuto l'occupazione sovietica in Afghanistan negli anni '80, di aver dato il via ad una guerra civile durata quattro anni e di aver distrutto il Paese.
"Quei comandanti mujaheddin che sono stati responsabili della distruzione del paese dovrebbero essere processati", ha detto durante una sessione plenaria dell'assemblea trasmessa in diretta dalla televisione di Kabul.
L'intervento di Joya ha provocato una reazione immediata dei delegati, compreso il vecchio comandante jehadi Abdurab Rasoul Sayyaf, che hanno chiesto all'assemblea di prendere provvedimenti nei suoi confronti.
Il presidente dell'assemblea Sibghatullah Mujadadi, anche lui un vecchio comandante jehadi, ha ordinato l'espulsione di Joya dalla sessione, ordinando al personale di sicurezza di portarla via.
Questa donna schietta ha avuto la possibilità di restare soltanto dopo che altre donne sono intervenute chiedendo al presidente di perdonarla.
Comunque Joya, medico, ha rifiutato di chiedere scusa per l'aspro intervento.
Oltre 100 donne fanno parte dei 502 delegati al Consiglio, aperto domenica, per discutere ed adottare la nuova costituzione afghana, due anni dopo il rovesciamento del rigido regime talebano.
Il regime fondamentalista talebano, durante i sei anni di potere, aveva confinato le donne nelle loro case e proibito alle bambine di andare a scuola.
Una critica che viene mossa alla bozza della costituzione, di cui si discute all'assemblea, è di non garantire alle donne sufficienti diritti.
La guerriglia tra i vari gruppi mujaheddin per il potere dal 1992, dopo la ritirata delle truppe sovietiche dall'Afghanistan, ha distrutto la maggior parte del paese, compresa la capitale Kabul