DONNE E DEMOCRAZIA, LA CHIAVE DI VOLTA DELLA COSTITUZIONE
BARNETT RUBIN, OSSERVATORE ONU, ANALIZZA I RECENTI DIBATTITI ALLA LOYA JIRGA (GRANDE RIUNIONE DI CONSIGLIO) IN AFGHANISTAN, NEL CORSO DI UN PROGRAMMA RADIOFONICO NAZIONALE DEGLI STATI UNITI, IL 21 DICEMBRE SCORSO


gennaio 2004, a cura di Humayun Hamidzada, ricercatrice associata, Centro della Cooperazione Internazionale, Università di New York. Traduzione di Genoveffa Corbo.


Presentatrice, Jacki Lyden:
In questa settimana centinaia di delegati provenienti da tutto l'Afghanistan stanno discutendo il nuovo testo della costituzione. Appena questa sarà decisa saranno poste le basi per le elezioni nazionali dell'anno prossimo.
Il dibattito alla Loya Jirga a Kabul è stato intenso. I toni si sono accesi sul problema se l'Afghanistan debba avere una presidenza forte o un regime parlamentare. Il ruolo delle donne nella società afgana è un argomento su cui si disputa molto. Il Professore Barnett Rubin è un osservatore delle Nazioni Unite alla Loya Jirga e arriva da Kabul.

Benvenuto, Professor Rubin.

Professor Barnett Rubin (Osservatore delle Nazioni Unite): Grazie, Jacki.

Lyden: Lei sta osservando questo dibattito. Ci spieghi come la Loya Jirga si divide tra il sistema presidenziale e quello parlamentare. C'è un qualche accordo?

Prof. Rubin: Credo che si sia raggiunto un certo consenso sul il sistema presidenziale con qualche appunto sul potere presidenziale.
La diatriba principale sta nel fatto che molta gente, probabilmente la maggioranza, crede che, vista la presenza di gruppi armati in tutto l'Afghanistan e la frammentazione del potere nel Paese, sia giunto il momento di concentrare il potere al centro.
Allo stesso tempo, poiché il presidente sarebbe probabilmente del gruppo etnico di maggioranza, i Pashtun, i delegati provenienti in particolare da altri gruppi etnici temono di essere esclusi dal potere in un tale sistema.

Lyden: Cosa ci dice sul ruolo delle donne? Questa settimana ha avuto molta attenzione il fatto che una donna delegato ha parlato all'intera Loya Jirga. Può riassumerci cosa è successo?

Prof. Rubin: Malalai Joya, un'assistente sociale di 25 anni, è intervenuta in una delle prime assemblee plenarie e si è lamentata del fatto che nella Loya Jirga e in particolare nelle presidenze delle commissioni sedessero molti criminali che hanno distrutto l'Afghanistan. E questo ha provocato una forte reazione da parte di alcuni leader dei mujaheddin e imbarazzo nella Presidenza su come agire. Lei comunque ha continuato a partecipare alla Loya Jirga. A dire il vero ho avuto un incontro proprio con lei poco fa anche se è sotto sorveglianza nel caso le siano rivolte minacce.
Ora per quanto riguarda il ruolo delle donne c'è da dire che esse rappresentano il 20 per cento delle presenze nell'assemblea; il che significa che ce ne sono di più che nel Congresso degli Stati Uniti. Sono una presenza molto evidente. Inoltre circa un'ora fa ero in una riunione al Ministero degli Affari Femminili, dove c'erano - non sono sicuro- forse 200 donne che si riunivano per decidere di eventuali emendamenti per difendere ulteriormente i diritti delle donne.

Lyden: Quindi le donne si sentono incoraggiate da quello che hanno visto succedere nella Loya Jirga riguardo alla costituzione?

Prof. Rubin: In realtà nutrono dei dubbi perché credono che la costituzione, così com'è scritta, non affermi chiaramente che le donne sono cittadini dell'Afghanistan con pari diritti e hanno incontrato molta resistenza da alcuni dei delegati. Per esempio, alcuni di loro dicono che solo un uomo può essere presidente dell'Afghanistan e si oppongono all'idea di uguaglianza perché affermano che la legge Islamica richiede alcuni tipi di disuguaglianze. E in verità, andando a questa riunione in macchina, c'è stata una discussione molto animata tra le donne sulla concezione sbagliata dell'Islam da parte degli uomini e su come le condizioni sono cambiate rispetto a migliaia di anni fa. Quindi è un tema che gli sta a cuore e c'è un forte desiderio di cambiamento.

Lyden: Sembra come se ci fossero quelli che vogliono una certa modernità e quelli in favore della tradizione. Quale ruolo vede affermarsi per l'Islam in questa costituzione? Cioè sicuramente ci sono quelli che vorrebbero una teocrazia assoluta in Afghanistan.

Prof. Rubin: Certo, la costituzione com'è scritta oggi è una costituzione Islamica. Afferma che nessuna legge può essere contraria all'Islam, invoca l'Islam nel suo incipit e ha altre disposizioni sull'Islam. In una sessione c'è stato un capo di un gruppo Islamico- non saprei dire chi fosse di preciso- che ha affermato che la parola "democrazia" debba essere tolta dall'articolo dove si stabilisce che uno dei doveri dello stato è di promuovere la democrazia. E ha giustificato la sua tesi dicendo "Democrazia", che proviene dal persiano, "è una parola straniera". Ma uno dei delegati è intervenuto dicendo "Bè, anche la parola "mutah(ph)" che vuol dire "automobile" è una parola straniera, ma non abbiamo nessun problema ad usarla" e così i delegati hanno deciso di ammettere la parola democrazia nel testo della costituzione.

Ma la democrazia non è solo un'idea che si migliora grazie al fatto che la gente ha questa idea. Richiede molti sforzi e istruzione e soprattutto ha bisogno di un governo che possa veramente rivolgersi alla popolazione per favorirne la partecipazione. Queste sono condizioni che non esistono realmente nell'Afghanistan di oggi. Quindi anche se ci sono molte persone che sono a favore dell'idea di democrazia ci vorrà molto tempo per costruire le istituzioni che la concretizzeranno.

Lyden: Barnett Rubin è un osservatore delle Nazioni Unite alla Loya Jirga a Kabul.

Grazie molte per aver parlato con noi

Prof. Rubin: Arrivederci.