IL PIANTO DELLE VEDOVE AFGHANE
I CAMPI PROFUGHI VENGONO SMANTELLATI, I FONDI UMANITARI SONO ESAURITI, IN PAKISTAN COME IN AFGHNISTAN. LO SFRUTTAMENTO DI DONNE E BAMBINI RAGGIUNGE IL SUO MASSIMO STORICO


giugno 2004, dal Dawn Magazine, Pakistan, 9/05/04. Di Zulfiqar Ali. Traduzione a cura di Gabriella Gagliardo

 

Le madri e i loro orfani hanno un disperato bisogno di aiuto, mentre mendicanti, prostitute e sbandati crescono sulle strade di Peshawar.
La vedova afghana dai capelli grigi è pessimista circa il proprio futuro. E date le circostanze, non vede alcuna luce alla fine del tunnel.
Difatti quel che resta è che gli otto bambini di Gul Ghuncha sopravvivono di elemosina e stanno crescendo nell'ignoranza.
Suo marito è stato ucciso due anni fa, vicino Peshawar. Chi porterà gli assassini in tribunale? "Allah sa ciò che è meglio", risponde lei, con un sospiro profondo.
"I miei figli sopravvivono con pane secco. Mendicare è l'unica possibilità per nutrire i miei figli", dice la vedova. Le lacrime le inumidiscono gli occhi mentre Gul Guncha racconta le sue traversie. Degli otto figli, tre frequentano un centro di soccorso nell'accampamento provvisorio Tajabad, vicino Peshawar, dove essi ricevono gratuitamente istruzione e cibo. I bambini dovranno presto perdere questi aiuti perché il centro sta per essere chiuso a causa della mancanza di finanziamenti. Circa 30 bambini di strada ricevono istruzione gratuita e cibo in questo centro, gestito da una ONG afghana.
Gul Ghuncha non è l'unica. Il campo provvisorio di Tajabad a Peshawar, è l'unico rifugio per centinaia di vedove prive di risorse che vivono in simili circostanze; nessun sussidio economico, nessun servizio educativo ne' sanitario. La maggior parte delle vedove hanno lo status di Capo di Famiglia, perché i loro mariti sono morti a causa della guerra o di contese familiari, o sono morti di morte naturale.
Intorno a Tajabad si raccontano storie terribili. Le vedove, che vivono in baracche, narrano duri racconti sulla mancanza di cibo, abusi sessuali da parte dei custodi della legge, dei proprietari terrieri e persino da parte dei loro stessi concittadini. Persino gli operatori umanitari non sono immuni da queste accuse. La pratica dei matrimoni forzati è riportata come più consueta nei campi. I loro figli e figlie hanno lo status di bambini di strada. Ogni mattina presto essi devono darsi da fare sulle strade e le vie di Peshawar per sfuggire alla possibile fame e inedia.
Tradizionalmente, la società afghana è stata molto conservatrice ed è caratterizzata da galanteria e cavalleria. Le donne godono di grande rispetto a casa e in pubblico. Ma la guerra prolungata e la miseria dirompente hanno vanificato secoli di vecchie tradizioni. La trentennale guerra per procura ha portato un nazionalismo esasperato, ha fatto aumentare la povertà, l'ignoranza, gli orfani e le vedove di questa nazione devastata dalla guerra. Le dure circostanze hanno costretto le donne rifugiate a venire meno al proprio onore e dignità per nutrire chi dipende da loro.
" Ci sono circa 160 bordelli nella sola Hayatabad, una lussuosa località di Peshawar, dove le rifugiate sono pagate con il cibo, qualcosa per cui esse sarebbero morte se fossero rimaste nel loro paese nativo", denuncia una operatrice sociale afghana. Lei attribuisce questo vizio alla crescente povertà. "In che altro modo potrebbero guadagnarsi il pane? Come potrebbero pagare l'affitto di una casa, spese burocratiche e altre spese?" lei chiede. Afferma che queste vedove e bambini sventurati non possono proteggersi contro le prepotenze della polizia, dei proprietari terrieri e degli afghani influenti.
Tempi difficili per centinaia di migliaia di vedove afghane e bambini in Pakistan e in Afghanistan. Sono passati i giorni in cui un corpo di agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni di soccorso occidentali e islamiche sembravano disperate per preparare piani di riabilitazione per gli Afghani rovinati dalla guerra. La fine della Guerra Fredda e l'inizio di una nuova era di politiche globali hanno rovesciato la situazione a danno dei comuni Afghani, che ancora una volta vengono mostrati al mondo come fenomeni modello.
Piccole e grandi agenzie di aiuti hanno già smantellato le loro attività nei campi rifugiati. Solo poche agenzie umanitarie stanno ancora portando avanti orfanotrofi in diverse parti del NWFP e nelle aree tribali. Malgrado il fatto che il Pakistan sta ancora ospitando due milioni di rifugiati registrati e non registrati, funzionari del Social welfare Cell della Commissione per i Rifugiati Afghani, un partner attivo dell'UNHCR, hanno detto che il corpo potrebbe difficilmente sostenere attività nei campi profughi a causa delle ristrettezze finanziarie.
Un rapporto compilato dalla Agency Coordinating Body for Afghan Relief (ACBAR) stima che tra il 1994 e il 1999 circa 160 agenzie, incluse i corpi di aiuto dell'ONU e le ONG hanno speso oltre 700 milioni di dollari per la riabilitazione dei rifugiati in Pakistan e nei programmi di sviluppo delle infrastrutture comunitarie in Afghanistan.
Funzionari dell'ACBAR sostengono che adesso trentatre agenzie di aiuti sono sul campo in Pakistan. I donatori hanno dirottato i fondi verso l'Afghanistan.
Solo a Kabul, il numero delle ONG registrate è di circa 2500. Molte di esse sono possedute e gestite da signori della guerra, ministri e membri delle famiglie dei precedenti leaders Jehadi.
Alcune organizzazioni caritatevoli che distribuiscono pane e razioni alimentari o altri generi gratuiti di cibo, hanno abbandonato le loro migliaia di assistiti afghani, in maggioranza vedove.
Amina Safi, un'organizzatrice degli aiuti, dice che circa 3000 famiglie di profughi vivono nel campo provvisorio Tajabad, metà delle quali sono vedove, donne che hanno adottato il mendicare come una professione o che hanno scelto altri lavori saltuari per sopravvivere. Lei crede che le donne rifugiate e i bambini stiano attraversando la peggiore fase di sfruttamento.
"Ci sono storie scioccanti di bambini e donne abusati, vessazioni e violenza", sostiene.
Una vedova, Nafeesa, nativa della provincia del Parvan in Afghanistan, provvede a nove bambini, incluse cinque ragazze. Cucire abiti per altri a casa è la sua unica fonte di entrate per nutrire i bambini. "Non avrei mai immaginato tempi così duri", dice Nafeesa, che è preoccupata per il futuro dei suoi figli. " I miei figli non hanno rifugio nella loro città natale, dalla quali siamo fuggiti circa dodici anni fa".
Il direttore dell'Afghan Women's Resource Centre (AWRC), Partawmina Hashemee osserva che la situazione all'interno dell'Afghanistan si sta deteriorando giorno per giorno.
"Nessuno conosce il destino di più di 50000 vedove che stanno ricevendo assistenza alimentare dalle agenzie di aiuto a Kabul. Noi siamo molto preocupati per le nostre donne e i bambini, perché tre generazioni sono venute su senza istruzione, cibo adeguato e cure sanitarie", lei dice.
Un funzionario dell'Afghan Women Educational Centre (AWEC), citando un recente rapporto compilato da un'organizzazione del Regno Unito, ha detto che il numero di vedove in Afghanistan era superiore alle 400000 unità. Inoltre, ha dichiarato il funzionario, il numero dei bambini di strada a Kabul, è 40000. Amina Maududi, direttrice dell'AWEC, ha detto che la sua organizzazione si sarebbe trasferita all'interno dell'Afghanistan a maggio, a causa della mancanza di fondi. L'AWEC sta conducendo corsi per generare reddito per donne rifugiate e si prende cura di 150 bambini di strada a Peshawar. Analogamente, AWRC sta chiudendo anche il suo programma per bambini di strada nel campo Tajabad.